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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 5): Busti — Neapel, 1767 [Cicognara, 2645-6]

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https://doi.org/10.11588/diglit.3709#0200
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TAVOLA XLIII, XLIV,

ed Ottavio , che meritevole di quella fortuna , la quale
non ebbe né pure abilità di foftenere.

fi legge fieli'Antologia I. 8o. Ep. io.

Oùn sdsMscc TÙyrì os n§oijyccysv - «/to' l'm osity

fì'c on acci [J.SXP1 Q% vana, noi sì'v Sùmtou ,
tsfò, la Fortuna te inalzar non volle
Per fuo piacer » ma fol per dimoftrare ,
Che tutto può, fé anche inalzar te puote,
Coflui pieno di vanità {Cicerone Ep. 19. ad Brut. )9
a fenza alcun merito ( Vellejo II. 63. ) fu due volte
Confole ( Dione XLIII, 33. e XLVII, 16. ) , e Von~
iefice Maffìmo ( Dione XLIV. 53. ) : trionfò fenza
aver mai comi/attuto ( Dione XLIII. I. ) : fu per
"bocca dì Cicerone a lodato , ringraziato , ed onorato
dal Popolo Romano con una fatua eque/ire indorata

m" Roflri fenza aver fatto cofa alcuna ( Cicerone
Phil. V. 15. e Phil. XIII. 4. ) : e finalmente fi vide
alla tejla dì più di venti legioni fenza ejfer capace
di comandarle ; e non folamente Triumviro > ma ar-
bitro ancora della fortuna de' fuoi compagni , fenza
faper far ufo del fuo potere , anzi con tale flupi dita,
eie fu .prima da Antonio , che folo , e fupplichevok
gli fi prefentò , fpogliato del comando ( Plutarco Anton.
p. 923. To. I. ), e poi da Ottavio , che folo anche »
e difarmato entrò nel fuo campo a frappargli le "ban-
diere , ridotto a chiedete in dono la vita ( Vellejo
II. 80. }•



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TAVOLA XLV.XLVI.

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