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IMAGINI ACHEROPITE

PROEMIO

Tr

re sole imagini acheropite novera Antonio Sandino
{Hist. fam. sacrae, de Christo e. XIX) : quella portata in
Edessa ad Abgaro, il sudario della Veronica e la santa
Sindone. Il Gretsero vi aveva annoverata anche la camu-
lianense di Cappadocia {Syntagma de imag. non manuf. e. i),
memorata da Cosma diacono nel Concilio niceno secondo
(Ed. Hardouin. IV, 3, i4), della quale S. Gregorio di Nissa
aveva steso un peculiare ragguaglio, e che fu erroneamente
da altri confusa coli'edessena. Consta che la camulianense
fu portata a Costantinopoli l'anno 5i4, nono di Giustino
(V. Cedreno, p. 3o8), ove di poi le fu instituita un'annua
solennità che celebravasi il 9 agosto e 1' 11 dello stesso
mese, in memoria di un miracolo operato sotto Tiberio II.
Se ne servì Prisco per sedare una ribellione dell' armata
(V. Cedreno), ed Eraclio la portava sempre seco insieme
colla imagine della Vergine (V. Teophanis Chronogr. in
Heraclìo ex Pisida, ed. Foggini, Romae 1777, p. 337 e
VHistoria Miscelici, 1. 18). Lo storico Simocatta scriveva agli
esordii del secolo settimo (1.1, e. 3), che un'imagine non manu-
fatta si venerava in Amida e che questa era copia dell'ar-
chetipo che veneravasi a Roma: xpxhvnov yàp ìxiivo 3p>j-
axtvovai 'Vaftaìai, xi appi)Tov. Ma in, quell' epoca di Filippico
Bardane, della quale ivi parla Simocatta, l'imagine acheropita
del Salvatore non era ancora in Roma, essendovi essa
venuta sotto Leone Isaurico. Par quindi chiaro che l'imagine
di Amida, della quale Simocatta dà notizia, fosse una copia
della Veronica, la sola che allora, come archetipa, veneravasi
in Roma; laddove l'imagine di Amida fu rimandata da

Filippico a Simeone vescovo, terminata che ebbe la guerra
coi Persiani. Non è da far maraviglia che imagini di tanta
venerazione siano state copiate più volte, e che alle copie
siasi passato, con senso improprio, il nome di acheropite.
Però Costantino Porfirogenito assai lodevolmente distingue
le copie tratte da questi originali non manufatti, chiamando,
nella orazione edita dal Combefis (in Manipulo, p. g5) gli
originali ir/pufoi e npotironoi, xvpica ed àhjOat eìxóvss, le copie
fi£T«yp«f£!(7«! e iittoà.-q(f8iia«i eìxgves. Non cosi dopo di lui
altri scrittori, come ha ben notato il Gretsero (Synt. de
imag. e. VI) : Vides hic accidisse, quod circa similia complura,
ut exempla inde peterentur nomenque prototypi ipsì apo-
grapho tribueretur, illaeque etiam imagines quae manu-
jactae erant, non manufactae appellarentur, quia ex non
mannfacta effigiatae erant. Alle quattro noverate si potrebbe
aggiungere l'acheropita, mandata dal santo patriarca Ger-
mano a papa Gregorio II; ma io son persuaso che questa
sia la camulianense, della quale più non si parla dagli storici
greci. Quanto al nome di acheropita noi ne leggiamo una
interpretazione singolare, data da Megisto abbate (Cod. mi-
sceli, ms. Bibl.vat. fol. 12, 2), e da Giovanni diacono, il
quale forse l'apprese dagli scrittori bizantini, forse l'imaginò
egli per mettere d' accordo due diverse tradizioni intorno
ad una medesima imagine, altri dicendola dipinta da S. Luca,
altri da mano celeste. Certo è che egli Scrisse chiamarsi
acheropita, àxuP°m'w°S ùyw, quella imagine che sia stata
abbozzata da S. Luca, ma compita da mano celeste ; Quam
Lucas evangelista designavit, sed virtus Domini angelico
 
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