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5©r
LIBRO IV.
capitolo ii.
Dei Veniej ,
SIccamc nel Libro, e Capitolo Tegnente parlando dello serirto
amico di Grecia, asseriseo, e come parmi, anco provo, che tl
detto scritto fu puramente Tirreno Pelasgo, che vuol dire Etru-
sco ; e che Cadmo, e qualunque altro Rilloratore dei caratteri in Gre«
eia, altro nonpoteron fare, che qualcosa immutare , o correggere sopra
di quello, ii quale anco prima di Cadmo medesimo in Grecia Tussi-»
steva; così sc quella mia proporzione, e quella anteriorità m Gre-
cia dello scritto Etrusco incontrale ancora qualche difficoltà rispetto
allo scritto Fenicio (perchè quello, e la Fenicia lingua si (oppongo-
no, per così dire, (parli per tutto il Mondo da tempo antichi imo
perciò precisamente (opra di quello scritto, e lingua Fenicia m oc-
corre d3 invelligare qualche cosa troncamente, e cronologicamente ;
e in specie (opra il Dottissimo Bochart, che colla sua valla eru i
zio ne, e notizia delle lingue Orientali, intende di ridurre al Fenl”
cismo molte origini non solo Greche, ma anco Italiche, c di mo
altri paelì. . -
Ho detto, che in Grecia non vi è velligio, che giammai 1 ia
lato Fenicio; nè che Cadmo vi abbia introdotte le lettere Fenicie 5
come da molti lì dice, per non. giuda intelligenza degli Autori an
tichi; ma che al più le abbia corrette , e ridotte ad un più puro la-
letto Pelasgo, e Tirreno, e ad un più puro Ebraismo, ° ® a
ringentilite. Il Bochart colla sua gran perizia della lingua rea, e
sui luppodo, che la lingua Punica sia un dialetto della mede ima,. an
zi l’istessa lingua Ebrea, riduce ad esser Puniche quast tutte le voci,
e quali tutti i Regni, e Cittàspecialmente Greche. Dubito, cne vi sia
dell3 abuso della lingua Ebrea , in volere a lei tutto ridurle a orz^
di lliracchiate etimologie, colle quali o per amore, o per orza i
vuole ii tutto (piegare « Il Bochart se ne procella , c sc ne impegna
1 ° dicen.
5©r
LIBRO IV.
capitolo ii.
Dei Veniej ,
SIccamc nel Libro, e Capitolo Tegnente parlando dello serirto
amico di Grecia, asseriseo, e come parmi, anco provo, che tl
detto scritto fu puramente Tirreno Pelasgo, che vuol dire Etru-
sco ; e che Cadmo, e qualunque altro Rilloratore dei caratteri in Gre«
eia, altro nonpoteron fare, che qualcosa immutare , o correggere sopra
di quello, ii quale anco prima di Cadmo medesimo in Grecia Tussi-»
steva; così sc quella mia proporzione, e quella anteriorità m Gre-
cia dello scritto Etrusco incontrale ancora qualche difficoltà rispetto
allo scritto Fenicio (perchè quello, e la Fenicia lingua si (oppongo-
no, per così dire, (parli per tutto il Mondo da tempo antichi imo
perciò precisamente (opra di quello scritto, e lingua Fenicia m oc-
corre d3 invelligare qualche cosa troncamente, e cronologicamente ;
e in specie (opra il Dottissimo Bochart, che colla sua valla eru i
zio ne, e notizia delle lingue Orientali, intende di ridurre al Fenl”
cismo molte origini non solo Greche, ma anco Italiche, c di mo
altri paelì. . -
Ho detto, che in Grecia non vi è velligio, che giammai 1 ia
lato Fenicio; nè che Cadmo vi abbia introdotte le lettere Fenicie 5
come da molti lì dice, per non. giuda intelligenza degli Autori an
tichi; ma che al più le abbia corrette , e ridotte ad un più puro la-
letto Pelasgo, e Tirreno, e ad un più puro Ebraismo, ° ® a
ringentilite. Il Bochart colla sua gran perizia della lingua rea, e
sui luppodo, che la lingua Punica sia un dialetto della mede ima,. an
zi l’istessa lingua Ebrea, riduce ad esser Puniche quast tutte le voci,
e quali tutti i Regni, e Cittàspecialmente Greche. Dubito, cne vi sia
dell3 abuso della lingua Ebrea , in volere a lei tutto ridurle a orz^
di lliracchiate etimologie, colle quali o per amore, o per orza i
vuole ii tutto (piegare « Il Bochart se ne procella , c sc ne impegna
1 ° dicen.