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CAPITOLO, in.
Delle altre specie di cavamenti ne' monti.
Passaggi ■— Solcano i Romani giovarsi de’ passaggi a
traverso dei monti, forando interamente tutta una rocca ad
agevole sentiero. Onde noi nell’indicare il lavorio, che
distingue coleste opere , abbiamo prescelto i quattro pas-
saggi i più conosciuti e notevoli che si ammirano in que-
sta regione, perchè ai precetti segua d’ appresso 1’ esem-
pio. Ricercando coll’ occhio partitamente prima la grotta
di Pozzuoli, non che l’altra eh’ è detta di Seano a Posilipo, si
vedrà una struttura medesima un fare uguale, sia nel-
l’accordo che ne’loro particolari, onde non si possono così
grossamente scambiare o confondere con cavamenti di al-
tro genere; ma sibbene a queste rispondere le due , tanto
quella a Cuma , che 1’ altra comunemente chiamata della
Sibilla nel lago di Averno, che al solo vederle si mostrano
somigliantissime. Tutte hanno e 1’ uno e 1’ altro ingresso
ad arco altissimo , la cui volta gretta e non sempre ugual-
mente concava si abbassa leggermente verso il mezzo, o-
ve i due lati si restringono a forma conica ; perchè la pie-
nezza della luce vi possa entrare a lunga distanza e man-
dare più addentro i suoi raggi inclinati. Il suolo a lieve
pendio si alza alcun poco nel mezzo ove frange meglio la
luce , e pare che risponda insiememente a questo essetto
procurato. Ma poi che nell’ intiera lunghezza di questi sot-
terranei cammini appena giunger possono i deboli ed ulti-
mi raggi di tanta copia di luce che entra per gl’ingressi,
sino a poterne rischiarare il grosso buio, che si attenebra
più e più nel centro ; cosi si adoperano tratto tratto gli
spiragli inclinati che di qua e di la abbiano tutti a guar-
dare verso 1’ interiore. E sinalmente il sentiero entro
d’ una roccia suole essere accomodalo a persetta linea, c
più delle volte avere un capo verso levante, e l’altro da
CAPITOLO, in.
Delle altre specie di cavamenti ne' monti.
Passaggi ■— Solcano i Romani giovarsi de’ passaggi a
traverso dei monti, forando interamente tutta una rocca ad
agevole sentiero. Onde noi nell’indicare il lavorio, che
distingue coleste opere , abbiamo prescelto i quattro pas-
saggi i più conosciuti e notevoli che si ammirano in que-
sta regione, perchè ai precetti segua d’ appresso 1’ esem-
pio. Ricercando coll’ occhio partitamente prima la grotta
di Pozzuoli, non che l’altra eh’ è detta di Seano a Posilipo, si
vedrà una struttura medesima un fare uguale, sia nel-
l’accordo che ne’loro particolari, onde non si possono così
grossamente scambiare o confondere con cavamenti di al-
tro genere; ma sibbene a queste rispondere le due , tanto
quella a Cuma , che 1’ altra comunemente chiamata della
Sibilla nel lago di Averno, che al solo vederle si mostrano
somigliantissime. Tutte hanno e 1’ uno e 1’ altro ingresso
ad arco altissimo , la cui volta gretta e non sempre ugual-
mente concava si abbassa leggermente verso il mezzo, o-
ve i due lati si restringono a forma conica ; perchè la pie-
nezza della luce vi possa entrare a lunga distanza e man-
dare più addentro i suoi raggi inclinati. Il suolo a lieve
pendio si alza alcun poco nel mezzo ove frange meglio la
luce , e pare che risponda insiememente a questo essetto
procurato. Ma poi che nell’ intiera lunghezza di questi sot-
terranei cammini appena giunger possono i deboli ed ulti-
mi raggi di tanta copia di luce che entra per gl’ingressi,
sino a poterne rischiarare il grosso buio, che si attenebra
più e più nel centro ; cosi si adoperano tratto tratto gli
spiragli inclinati che di qua e di la abbiano tutti a guar-
dare verso 1’ interiore. E sinalmente il sentiero entro
d’ una roccia suole essere accomodalo a persetta linea, c
più delle volte avere un capo verso levante, e l’altro da