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Maier, Marco
Il Regno Di Napoli E Di Calabria, Descritto Con Medaglie: Arrichito D'Una Descrittione Compendiosa Di Quel Famoso Regno; Ed Illustrato D'Una Succinta Dichiaratione Intorno Alle Sue Medaglie — Nella Haya: Apresso Christiano Di Lom, 1723

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https://doi.org/10.11588/diglit.53460#0084
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50 Succinta Spiegationc
del vino, ch’egli largamente sparse, in
certo fonte, qual Pausania scrive che à
suoi tempi era, per quello, anchora
inoltrato. Intendono alcuni , per il
Corno, l’audacia che dal vino è causata,

à chi ne beve aliai; perche Theopom-
po scrive, e prova, da molti testimo-
nij, che tisarono gli Antichi le Corna
de i Buoi , in vece di Vali per bere:

altri vogliono che per il Corno s’inten-
dino certi pochi capelli che dal capo
scendevano già, come à di nostri yeg-
giamo havere i Sacerdoti Armeni, i
quali sovra la fronte , ed alla nucca,
sono ralì: ma Diodoro scrive, con ma-
jore verisimilitudine, che ciò era per-
che Bacco fù il primo che mostrasse à
mortali come havevano da giugnerc i
Buoi , e mettergli all’aratro , e con
quelli coltivare i Campi, Quelle opi-
nioni varie lì trovano radunate nella
presente Figura , ove il Corno serve
d’Elmo, e la Vite di Corona à quello
Rè Orecchiuto , perche , nel primo
Libro delle Metamorfoli d’Ovidio , lì
legge che l’istello Mida, havendo pre-
ferito il Canto di Pan , à quello d’A-
polline , quello gli diede l’Orecchie
d’Alìno, cioè molto lunghe, come so-
no qui rappresentate nel suo Bullo.
La 22a. è simile alla vegelìma di
quella Città , eccettuati gli Pendenti
d’orecchie, già Spiegati nella decima
nona precedente à quella ; ma non il
fiore e’un Giglio qui pollo su’l ramo
della grande Spiga, nel roverscio.
Quelli Fiori erano dicati, appo delli
Antichi, à Flora, cosi nominata per-
che la riverivano come Dea de i Fio-
ri, trà gli quali ponevano il Giglio nel
primo luogo, e credevano ch’ella ba-
velle cura, non solamente di tutte le
Piante , ma ancora de i verdi Prati,
malli inamente nel terreno di quella
Città, ove sono Tempre fioriti.

BREVE ‘DESCRITTIONE
DI TEATE.
Quefta Città) e le quattro tegnenti ^non
[1 trovano mentovate da Golzio , ne
da Barite 9 trà le precedenti del Re-
gno di Napoli, ne manco le loro Me-
daglie , qui fitto, da noi aggiunte.
TEate sù, da Greci, edificata , sò-
vra un Monticcllo, vicino al Fiu-
me Pescario, nel Regno di Napoli,in
quella Provincia hoggi chiamata A-
bruzzo Citeriore , non lontano de i
termini dell’ulteriore , già che la sua
distanza, dal Golfo di Venetia , è so-
lamente di quattro mille palli geome-
trici. Quella Città fù anticamente sot-
te il Dominio delli Muraciniensi, e ne
fece anco menzione Silvio Italico, nel
ilio Libro ottavo, dicendo , Corsinum
populos, magnumque TEATE trade-
bat. Ella fù illustrata da Romani, con
titolo di Municipio , e dall’istellì no-
minata Theatea , e poi finalmente da
moderni Italiani detta Città, ed anco
Civittà di Chieti. Ella è grande, po-
polata e Metropoli di quella Provincia,
e decorata dal titolo d’Archivescovato.
Dall’illessà Città sortirono il Nome suo
i Chierici Regolari chiamati Theatini^
perche la loro prima illitutione fù sta-
bilita in quella Metrqpoli, da Jeanne
Pietro Caraffa, nel tempo che lui n’e-
ra Archivescovo , il quale divento fi-
nalmente summo Pontefice, sovrano-
minato Paulo Quarto.
£>>2232 c*\2S^ cjm ©
SUCCINTA SBIEGATIONE
cD'una UMe daglia di
TEATE.
UNa solo Medaglia di detta Città è
venuta sin’adesso alla cognizione
nos-
 
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