( ili )
innanzi h) : \kyny.7.iUx.z di <rcov vy,(wv <rovncov irvxpv h v^atx
koWov ttfcmxéutrat , y-v.i <xooi xarsidov <ras £<r' Aprs^zcr/w <ra>v
VBÌkfoww v'fiOtg. In somma , siccome il n replicato indica il
complesso dell'uniforme; cosìrimane chiaramente provato
che il xqci, oltre alla vicinanza, esprima pure l'abbon-
danza e l'accrescimento 2).
Ora è da esaminar 1' ellissi dell' òtov , da noi detta
aver avuto luogo nelle parole di Strabene, e tesserne una
irrepugnabile dimostrazione. Che uno de'fondamenti prin-
cipali della greca sintassi sia stata la brevità, e che questa
per via di grammaticali particelle abbiano gli scrittori ot-
tenuta , ella è cosa innegabile. Persuasi che la proposizione
cardinale dovesse contentarsi di un sol verbo espressivo,
gli Attici non solo nelle comparazioni sopprimevano il mem-
bro comparato , ma più spesso ancora , gli accessori che
servivano a compiere il quadro dell' idea dominante, col
più loutano verbo imperfettamente colorivano. E dallo stesso
amore alla brevità derivava, che non potendo il predicato
non riferirsi ad un subbietto-, quando quello virtualmente
presentavasi alla fantasia, questo sopprimevasi nelle parole.
Ed in ciò magistralmente Apollonio 3), a differenza di Quin-
tiliano 4) f trovava la ragion dell' ellissi dicendo : (Pncro^sv
wc Ivva^n va. sy.XiiTrovro'. tfocpazurcci, i(i(poLVi%oyava àia. tov irti-
^nrovvrog avrà Xoyov. Che i Greci poi avessero taciuto la pa-
rola che indicava lo spazio, come quella che superflua riu-
1) VII, 194. affatto insussistente.
2) Ciò che pretende il Dorville ad 3) De Synl. II, 12. Vedi anche
Char. pog.455. in quanto al ti conside- I, 5.
rato sotto F aspetto di pleonasmo, parmi 4) Lib. I, c. 5, 38 e segg.
innanzi h) : \kyny.7.iUx.z di <rcov vy,(wv <rovncov irvxpv h v^atx
koWov ttfcmxéutrat , y-v.i <xooi xarsidov <ras £<r' Aprs^zcr/w <ra>v
VBÌkfoww v'fiOtg. In somma , siccome il n replicato indica il
complesso dell'uniforme; cosìrimane chiaramente provato
che il xqci, oltre alla vicinanza, esprima pure l'abbon-
danza e l'accrescimento 2).
Ora è da esaminar 1' ellissi dell' òtov , da noi detta
aver avuto luogo nelle parole di Strabene, e tesserne una
irrepugnabile dimostrazione. Che uno de'fondamenti prin-
cipali della greca sintassi sia stata la brevità, e che questa
per via di grammaticali particelle abbiano gli scrittori ot-
tenuta , ella è cosa innegabile. Persuasi che la proposizione
cardinale dovesse contentarsi di un sol verbo espressivo,
gli Attici non solo nelle comparazioni sopprimevano il mem-
bro comparato , ma più spesso ancora , gli accessori che
servivano a compiere il quadro dell' idea dominante, col
più loutano verbo imperfettamente colorivano. E dallo stesso
amore alla brevità derivava, che non potendo il predicato
non riferirsi ad un subbietto-, quando quello virtualmente
presentavasi alla fantasia, questo sopprimevasi nelle parole.
Ed in ciò magistralmente Apollonio 3), a differenza di Quin-
tiliano 4) f trovava la ragion dell' ellissi dicendo : (Pncro^sv
wc Ivva^n va. sy.XiiTrovro'. tfocpazurcci, i(i(poLVi%oyava àia. tov irti-
^nrovvrog avrà Xoyov. Che i Greci poi avessero taciuto la pa-
rola che indicava lo spazio, come quella che superflua riu-
1) VII, 194. affatto insussistente.
2) Ciò che pretende il Dorville ad 3) De Synl. II, 12. Vedi anche
Char. pog.455. in quanto al ti conside- I, 5.
rato sotto F aspetto di pleonasmo, parmi 4) Lib. I, c. 5, 38 e segg.