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statue del culto scoperte in Pompei;1) dinanzi
alle scolture del fastigio di un tempietto rinvenu-
tosi a Volsinii;2) dinanzi a quelle frammentarie
ritrovate a Bolsena, 3) a Cere, *) a Vulci, 6) e a
Chiusi;G) dinanzi a quelle di maggiori proporzioni
scopertesi a Tivoli,7) sull'Esquillino,s) lungo la
via latina (?);») e, finalmente, per non dire altro,10)
davanti alle scolture lunesi che danno argomento
alla nostra notìzia, ci troviamo spettatori di una
intera classe di monumenti fittili fin qui tenuti in
non cale, la quale, di sorte, va studiata ancora
come cosa nuova da chiunque s'interessa della
storia dell'arte antica in generale, e della storia
dell'arte tuscanica in particolare; e specialmente
poi da coloro che di recente si sono resi colpevoli
di negare l'esistenza di un'arte monumentale etru-
») Vengasene la pubblicazione in Eohden, Die Terra-
kotten, v. Pompji, nella grande opera di Kekule, Die An-
tiken Terakotten, Stuttgart 1880, I, taf. XXIX e XXXI.
Le statue XXIX, 1, 2, 3, secondo comunicava il Mau
{Bull. Ist. 1883, p. 34 sq.), appartennero al capitolio di Pom-
pei; ed erano dunque proprio i simulacri di Giove, Giu-
none, e Minerva adorati nella cella. La frammentaria sta-
tua di Minerva, tav. XXI, fu invece trovata in una nicchia
a destra dell'entrata della Porta Marina.
2) Di queste scolture (alti-rilievi), citate, già da Deecke
(Miiller, Die Etr. II, 250, nota 15), parlò ultimamente il
Gamurrini nella sua pregievole memoria sopra Volsinii
(Ann. Ist. 1881, p. 48 sq). La figura più conservata è un
efebo o piuttosto un Apollo (alt. 0,85; il nudo è miniato
nel solito modo, la clamide pinta di giallo con bordo rosso);
poi si notano : b) Giunone ? figura acefala con chitone od
ampechonion assisa sopra una roccia (il Gamurrini mal
vide in questa figura un uomo) — c) Arianna o Baccante
con pardalina, figura quasi intera — d) fr. d'una testa bar-
bata appartenente ad un Giove — e) fr. d'una testa con
l'elmo ad alette, Minerva? (v. Ann. Ist. tav. d'agg. B C, 5)
— f) fr. d'una testa coperta da pelle leonina, Ercole
— g-li) vari fr. di due guerrieri in panoplia — i) fram-
menti vari di due o tre altre figure. Forse anche i fram-
menti mentovati dal sig. Cervelli nel Bull. Ist. 1829, p. 11
appartennero allo stesso tempio.
3) Sono degli alti rilievi con iscrizioni etrusche corri-
spondenti nel tempo, nell'uso architettonico e nello stile
con quelli da noi ora pubblicati, se non che le propor-
zioni sono alquanto più piccole. Le figure più conservate
rappresentano: Minerva (Mnerva) e Gilens (= Luna?) in-
sieme aggruppate; gli dei ThutMur (= Dioscuri o Ne-
ptunus e Consus?); forse Medusa aggruppata con Per-
seo (?). Editi da Brunn nei Mon. dell'Ist. (VI-YII, tav. 72
cfr. Ann. 1862, p. 274 sq.), si conservano ancora in Poma
presso il sig. Saulini.
4) Con l'acroterio rappresentante Aurora e Cefalo edito
da Furtwangler (Arch. Zeit. 1882, taf. 15) fu trovata una
serie di rilievi arcaici (stile eginetico) dei quali alcuni
pezzi si conservano nel Mus. di Berlino [Arch. Zeit. 1870,
p. 123 sq.) ed un pezzo nel Mus. d'Industria a Roma.
Quantunque estraneo alla classe dei monumenti qui
considerati non possiamo non ricordare che dall'officina
figulinaria di Cere usci pure quel sorprendente sarcofago
policromo che si ammira nel Mus. Napoleone (Mon. Ist.
VI, 59). Da Cere provengono anche tre statue di epoca
etrusco-romana possedute dal sig. Scalambrini di Roma,
di cui una, spettante ad una fontana monumentale tutta
in terracotta, rappresenta un bellissimo Fauno (alt. m. 1)
in atto di riversare l'anfora dalle spalle.
3) Oltre qualche^statua di divinità del Mus. Greg. Val.
tav. XLV, posso citare i rilievi di un sacello scoperti dal
sig. Marcelliani nella contrada di Ponte Rotto a Vulci
(v. Helbig, Bull. dell'Ist. 1880, p. 146 sqq.).
°) Appartiene senza dubbio alle scolture (alti-rilievi) di
un tempio analogo a quello di Luni e Volsinii una coscia
di una bella figura fittile, due terzi il vero, esistente nel
Museo di Chiusi (prov. S. Lazzaro). Qual centro impor-
tante per la figulina statuaria fosse Chiusi o la vicina
Ficulle si può vedere troppo dal sarcofago veramente mo-
numentale passato dalla coli. Campana a Parigi {Mon.
Ist. VI, 60) e dal sarcofago del Mus. Arch. di Firenze {Mon.
Ist. XI, tav. I).
7) Mi riporto a quattro frammenti di grande stile più
grandi del vero conservati nel Mus. etr. Gregor. — a) parte
inferiore di una statua muliebre caratterizzata per la For-
tuna dal timone su cui si appoggia — b) parte inferiore
di una figura muliebre appoggiata ad un tronco d'albero
— c) parte inferiore di una terza figura muliebre amman-
tata — d) fr. col petto e l'omero di una figura muliebre
vestita di chitone e ampechonion. Allo stesso tempio do-
vette appartenere la protome di un pegaso ornamentale
(acroterio) pure in terracotta policroma.
8) La serie di scolture in tutto rilievo di cui è data una
breve descrizione nel Bull, della Commiss. Arch. di So-
ma 1878, VI, p. 203. sqq., appartenne certissimamente al
frontone di un tempio riferibile al I sec. in cui era forse
rappresentato un suovetaurilia fatto al cospetto di di-
vinità.
Oltre a queste scolture dagli scavi dell'Esquillino usci-
rono pure tre frammenti di una statua, due terzi il vero,
in terracotta a glasura policroma (un guerriero in pa-
noplia ferito al petto), la quale dovette appartenere al
frontone di un tempio assai più antico, credo del V sec.
av. Or.
°) Piuttosto che frammenti, questi cui alludo sono certi
frantumi delle scolture di un tempio acquistati a Roma
dal eh. Gamurrini, portati a Firenze per il Museo Etru-
sco, e rimasti in una cassa fino all'anno scorso. Questi
frantumi rinvenuti, secondo fu detto al Gamurrini, fuori
porta S. Giovanni lungo la via latina (4 km?), si possono
ascrivere al IV o III secolo a. C. Appartennero a figure
più grandi del vero ; fra essi ho trovato : — a) parte della
testa barb. e miniata di Giove e la relativa mano con la
folgore (v. più sotto a p. 95 n. 5) - b) la parte superiore
della testa di Giunone con la mitella. Poi, insieme con
molti pezzi di gambe, piedi, mani, panneggiamenti ecc., ci
sono i resti di varie altre teste di bellissimo stile greco, di
cui uno spettante forse ad un Apollo arcaistico coi capelli
ricciuti alla maniera eginetica. C'è anche una pantera ac-
casciata spettante a un Bacco (?), e c'è la protome di un
cavallo appartenente ad un acroterio d'angolo (?).
io) Nei Cataloghi Campana, CI. IV, Serio I, sono descritto
delle statue al vero, di cui alcuna potrebbe forse appar-
statue del culto scoperte in Pompei;1) dinanzi
alle scolture del fastigio di un tempietto rinvenu-
tosi a Volsinii;2) dinanzi a quelle frammentarie
ritrovate a Bolsena, 3) a Cere, *) a Vulci, 6) e a
Chiusi;G) dinanzi a quelle di maggiori proporzioni
scopertesi a Tivoli,7) sull'Esquillino,s) lungo la
via latina (?);») e, finalmente, per non dire altro,10)
davanti alle scolture lunesi che danno argomento
alla nostra notìzia, ci troviamo spettatori di una
intera classe di monumenti fittili fin qui tenuti in
non cale, la quale, di sorte, va studiata ancora
come cosa nuova da chiunque s'interessa della
storia dell'arte antica in generale, e della storia
dell'arte tuscanica in particolare; e specialmente
poi da coloro che di recente si sono resi colpevoli
di negare l'esistenza di un'arte monumentale etru-
») Vengasene la pubblicazione in Eohden, Die Terra-
kotten, v. Pompji, nella grande opera di Kekule, Die An-
tiken Terakotten, Stuttgart 1880, I, taf. XXIX e XXXI.
Le statue XXIX, 1, 2, 3, secondo comunicava il Mau
{Bull. Ist. 1883, p. 34 sq.), appartennero al capitolio di Pom-
pei; ed erano dunque proprio i simulacri di Giove, Giu-
none, e Minerva adorati nella cella. La frammentaria sta-
tua di Minerva, tav. XXI, fu invece trovata in una nicchia
a destra dell'entrata della Porta Marina.
2) Di queste scolture (alti-rilievi), citate, già da Deecke
(Miiller, Die Etr. II, 250, nota 15), parlò ultimamente il
Gamurrini nella sua pregievole memoria sopra Volsinii
(Ann. Ist. 1881, p. 48 sq). La figura più conservata è un
efebo o piuttosto un Apollo (alt. 0,85; il nudo è miniato
nel solito modo, la clamide pinta di giallo con bordo rosso);
poi si notano : b) Giunone ? figura acefala con chitone od
ampechonion assisa sopra una roccia (il Gamurrini mal
vide in questa figura un uomo) — c) Arianna o Baccante
con pardalina, figura quasi intera — d) fr. d'una testa bar-
bata appartenente ad un Giove — e) fr. d'una testa con
l'elmo ad alette, Minerva? (v. Ann. Ist. tav. d'agg. B C, 5)
— f) fr. d'una testa coperta da pelle leonina, Ercole
— g-li) vari fr. di due guerrieri in panoplia — i) fram-
menti vari di due o tre altre figure. Forse anche i fram-
menti mentovati dal sig. Cervelli nel Bull. Ist. 1829, p. 11
appartennero allo stesso tempio.
3) Sono degli alti rilievi con iscrizioni etrusche corri-
spondenti nel tempo, nell'uso architettonico e nello stile
con quelli da noi ora pubblicati, se non che le propor-
zioni sono alquanto più piccole. Le figure più conservate
rappresentano: Minerva (Mnerva) e Gilens (= Luna?) in-
sieme aggruppate; gli dei ThutMur (= Dioscuri o Ne-
ptunus e Consus?); forse Medusa aggruppata con Per-
seo (?). Editi da Brunn nei Mon. dell'Ist. (VI-YII, tav. 72
cfr. Ann. 1862, p. 274 sq.), si conservano ancora in Poma
presso il sig. Saulini.
4) Con l'acroterio rappresentante Aurora e Cefalo edito
da Furtwangler (Arch. Zeit. 1882, taf. 15) fu trovata una
serie di rilievi arcaici (stile eginetico) dei quali alcuni
pezzi si conservano nel Mus. di Berlino [Arch. Zeit. 1870,
p. 123 sq.) ed un pezzo nel Mus. d'Industria a Roma.
Quantunque estraneo alla classe dei monumenti qui
considerati non possiamo non ricordare che dall'officina
figulinaria di Cere usci pure quel sorprendente sarcofago
policromo che si ammira nel Mus. Napoleone (Mon. Ist.
VI, 59). Da Cere provengono anche tre statue di epoca
etrusco-romana possedute dal sig. Scalambrini di Roma,
di cui una, spettante ad una fontana monumentale tutta
in terracotta, rappresenta un bellissimo Fauno (alt. m. 1)
in atto di riversare l'anfora dalle spalle.
3) Oltre qualche^statua di divinità del Mus. Greg. Val.
tav. XLV, posso citare i rilievi di un sacello scoperti dal
sig. Marcelliani nella contrada di Ponte Rotto a Vulci
(v. Helbig, Bull. dell'Ist. 1880, p. 146 sqq.).
°) Appartiene senza dubbio alle scolture (alti-rilievi) di
un tempio analogo a quello di Luni e Volsinii una coscia
di una bella figura fittile, due terzi il vero, esistente nel
Museo di Chiusi (prov. S. Lazzaro). Qual centro impor-
tante per la figulina statuaria fosse Chiusi o la vicina
Ficulle si può vedere troppo dal sarcofago veramente mo-
numentale passato dalla coli. Campana a Parigi {Mon.
Ist. VI, 60) e dal sarcofago del Mus. Arch. di Firenze {Mon.
Ist. XI, tav. I).
7) Mi riporto a quattro frammenti di grande stile più
grandi del vero conservati nel Mus. etr. Gregor. — a) parte
inferiore di una statua muliebre caratterizzata per la For-
tuna dal timone su cui si appoggia — b) parte inferiore
di una figura muliebre appoggiata ad un tronco d'albero
— c) parte inferiore di una terza figura muliebre amman-
tata — d) fr. col petto e l'omero di una figura muliebre
vestita di chitone e ampechonion. Allo stesso tempio do-
vette appartenere la protome di un pegaso ornamentale
(acroterio) pure in terracotta policroma.
8) La serie di scolture in tutto rilievo di cui è data una
breve descrizione nel Bull, della Commiss. Arch. di So-
ma 1878, VI, p. 203. sqq., appartenne certissimamente al
frontone di un tempio riferibile al I sec. in cui era forse
rappresentato un suovetaurilia fatto al cospetto di di-
vinità.
Oltre a queste scolture dagli scavi dell'Esquillino usci-
rono pure tre frammenti di una statua, due terzi il vero,
in terracotta a glasura policroma (un guerriero in pa-
noplia ferito al petto), la quale dovette appartenere al
frontone di un tempio assai più antico, credo del V sec.
av. Or.
°) Piuttosto che frammenti, questi cui alludo sono certi
frantumi delle scolture di un tempio acquistati a Roma
dal eh. Gamurrini, portati a Firenze per il Museo Etru-
sco, e rimasti in una cassa fino all'anno scorso. Questi
frantumi rinvenuti, secondo fu detto al Gamurrini, fuori
porta S. Giovanni lungo la via latina (4 km?), si possono
ascrivere al IV o III secolo a. C. Appartennero a figure
più grandi del vero ; fra essi ho trovato : — a) parte della
testa barb. e miniata di Giove e la relativa mano con la
folgore (v. più sotto a p. 95 n. 5) - b) la parte superiore
della testa di Giunone con la mitella. Poi, insieme con
molti pezzi di gambe, piedi, mani, panneggiamenti ecc., ci
sono i resti di varie altre teste di bellissimo stile greco, di
cui uno spettante forse ad un Apollo arcaistico coi capelli
ricciuti alla maniera eginetica. C'è anche una pantera ac-
casciata spettante a un Bacco (?), e c'è la protome di un
cavallo appartenente ad un acroterio d'angolo (?).
io) Nei Cataloghi Campana, CI. IV, Serio I, sono descritto
delle statue al vero, di cui alcuna potrebbe forse appar-