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TOPOGRAFIA DI NARCE E DELLA SUA NECROPOLI

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un esempio nella tomba 3 del sepolcreto di Monte
Soriano (fìg. 3 F, tav. Ili F); ed è rappresentato
nella tav. V, fig. 7. Ma sono queste delle modificazioni
che vanno attribuite ai tempi posteriori, quando per far
posto ai nuovi seppellimenti si aprirono i loculi di
tali camere sepolcrali imitanti l'interno della casa
(cfr. tav. V, fig. fi, 6«).

In quest'ultimo tempo le camere sepolcrali furono

pellettile trovasi esposta nella collezione delle tombe
di Narce col n. LXVIII.

7. Camera rettangolare come la precedente, con
la differenza che dell'esterno della casa non fu imi-
tata soltanto la porta, ma anche la parete in cui
questa porta si apriva fino all'altezza del tetto, ta-
gliato a due pioventi. Al disopra, ai lati della porta,

1: 50

Fig. 66.

considerate come semplici repositorì ; e vi si cercò solo
il luogo per custodirvi il defunto, essendosi perduto
il concetto della rappresentanza della casa. Allora
anche le camere di età più antica, come quelle in cui

F«; 67.

erano stati posti i sarcofagi di tufo, con tetto squa-
drato, furono ampliato con loculi (fig. 70). Ne ab-
biamo esempio nella tomba fi7 del sepolcreto a nord
di Monte le Croci (fig. 3 S, tav. Ili S), la cui sup-

su questa parete prominente, appariscono i buchi per
l'impostatura delle travi, che dimostrano essere stato
quivi costruito un portico di legno, come se ne costrui-
vano sulla fronte delle abitazioni.

In altre tombe di età più tarda, come nelle no-
tissime della necropoli di Norchia, il portico col suo
timpano fu scolpito nello stesso masso tufaceo. Me-
diante tale aggiunta la tomba pigliava l'aspetto di un
tempio in antis, prolungandosi la costruzione sulla
fronte, sostenuta soltanto da colonne.

Tn una tomba di questa forma, che è quella se-
gnata col n. 5 nel sepolcreto del Cavone di Monte
li Santi (fig. 3 G, tav. III G), e che si trovò depre-
data in antico, raccogliemmo presso l'entrata un capi-
tello di tufo, che apparteneva appunto a questo portico.
La tomba è rappresentata nella tav. V, fig. 8, 8a. La
porta si chiudeva dal disopra, nella maniera detta a
saracinesca, cioè con una grossa lastra di pietra, fatta
discendere in un incavo ; e quando conveniva penetrare
nell'interno per nuove tumulazioni, bisognava rompere
la ]iietra.
 
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