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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi: Antichità del territorio Falisco: esposte nel museo nazionale romano a villa Giulia (Parte prima) — 4.1894 (1895)

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Barnabei, Felice; Pasqui, Angiolo: Degli oggetti di ornamento personale, delle armi e degli altri istrumenti del corredo funebre
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https://doi.org/10.11588/diglit.9314#0197
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DEGLI ORNAMENTI PERSONALI, DELLE ARMI E DEGLI UTENSILI

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come in questi tre scarabei di imitazione non hanno
alcun senso.

« La sola leggenda geroglifica del quinto (fig. 179)
fu copiata abbastanza fedelmente da uno scarabeo egi-
ziano che portava l'iscrizione : il re dell'alto e basso
Egitto Eamen^eper, prenome del Faraone Tut-
mesi III della dinastia diciottesima, circa il secolo XVI
avanti l'èra cristiana.

« Gli scarabei col nome di Tutmesi III sono, come
è noto, assai più numerosi di quelli col nome di altri
Faraoni, o con rappresentazioni simboliche singolar-
mente prese ; per cui devesi supporre che gli scarabei
in questione si trovassero ancora in commercio e nel-
l'uso anche dopo la morte di quel Faraone; circo-

Fio. 179.

stanza che renderebbe impossibile qualsiasi deduzione
sul periodo in cui potè essere copiato lo scarabeo della
tomba falisca ».

Ambra.

Come nei corredi funebri delle altre necropoli della
bassa Etruria, così in quelli scoperti nelle tombe
di Narce e di Falerii ebbe parte grandissima l'ambra.
Se ne formarono collane, pendagli ed amuleti ed altri
oggetti dell'ornamento personale. Si trovarono gene-
ralmente nelle tombe di età più antica, cioè nelle
tombe a fossa con loculo pel vasellame di corredo,
ed anche nelle tombe a fossa con grande loculo sepol-
crale, sempre o quasi sempre associati agli oggetti
d'arte fenicia, anzi commisti agli oggetti stessi. Nelle
tombe a camera che ci riportano al tempo in cui co-
minciò il commercio colla Grecia continentale, non ne
trovammo esempì. Ciò serve di conferma a quanto da
altri fu ricordato circa il dispregio in cui si tennero
le ambre nel tempo della moda greca (cfr. Helbig, Com-
mercio dell'ambra,]). 10; Hom. epos1 p. 89; Blùmner,
Technologie, ecc., II, p. 385).

In generale, come nei monili d'oro e di vetro, anche
in questi di ambra la massa principale è formata con

globetti intramezzati da fusaruole, in modo da imi-
tare il motivo del celebre monile aureo, scoperto nella
tomba Regulini-Galassi ed esposto nel Museo Grego-
riano (Grifi, Mon. di Cere antica, tav. Ili, n. 5). Un
globetto della forma più comune è rappresentato nella
tav. IX, fig. 13, ed appartiene al monile della tomba 16
del sepolcreto della Petrina (fig. 3 A, tav. Ili A ;
N. XXIV, 11). Un filo così composto fa parte del ricco
monile della tomba 3 del secondo sepolcreto a sud di
Pizzo Piede (fig. 3 I, tav. Ili 1 ; N. XLII, 6). Tal-
volta abbiamo collane a globetti e pendagli alternativa-
mente ; e questi per lo più in forma di goccie; sovente in
forma di mandorla con nodo sagomato nell' appicca-
gnolo. Degli imi e degli altri si ebbero esempì nel mo-
nile della tomba ora citata. Bellissimi pendagli a man-
dorla ricorrono pure nel monile della tomba 18 del
sepolcreto di Monte lo Greco (N. XXXII, 11), ed
uno di essi è rappresentato nella tav. IX, fig. 20 (1).
Si ebbero pure pendagli di forma semplicissima tra-
pezoidale, ad esempio nel monile della tomba 30 del
sepolcreto della Petrina (fig. 3 A, tav. III A; N. XXV,
3) ; e pare dover riconoscere in questi la forma del-
l'ascia rituale, che pure fu serbata per gli amuleti di
metallo, appesi alle fibule, quali si trovarono nella
tomba ora citata (cfr. tav. IX, fig. 59). Conferma tale
opinione il fatto che maggiore somiglianza con ascie
presentano alcuni altri pendagli, usati nel monile della
tomba 16 dello stesso sepolcreto della Petrina (fig. 3 A,
tav. Ili A; N. XXIV, 11). Uno di questi è rappresen-
tato nella tav. IX, fig. 16.

Ma oltre i pendagli che costituivano la massa prin-
cipale del monile, ve ne erano alcuni, come nelle col-
lane di oro e di vetro, che servivano per la parte cen-
trale dell'ornamento ; quindi o singolari per forma, o
notevoli anche per dimensioni. A questa classe nei mo-
nili delle nostre tombe appartengono i seguenti:

a) Piccolo pendaglio in forma di cultro lunato,
scoperto nella tomba 16 del sepolcreto della Petrina
(fig. 3 A, tav. Ili A; X. XXIV, 11). È riprodotto
nella tav. IX, fig. 15.

b) Altro pendaglio trapezoidale in forma di ascia,
solcato verticalmente con larghe baccellature, scoperto

(') Pendagli simili si ebbero dalle tombe antichissime della
necropoli di Vetulonia (Falchi, Vetulonia, p. 101, tav. Vili,

fig. 1).
 
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