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STAZIONI PREISTORICHE

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A me sembra di no, perchè, se lo fossero state,
attesa la breve distanza che le separa — non più di
sette chilometri — , alla quale non poteva essere di
ostacolo il fiume che in tempi di magra offre facili
guadi, la facies di entrambe avrebbe dovuto essere
pressoché identica, mentre abbiamo veduto che così
non è. A parte le differenze di ordine secondario, che,
considerate nello insieme, costituiscono un criterio
che non manca di valore, va rilevata a Poggio rosso
la estrema rarità della ceramica a stralucido rosso,
nè vi pervennero quelle correnti commerciali di oltre-
mare che a Trefontane ci sono testimoniate dai fram-
menti ceramici decorati con ornati a colore: ma dopo
avere formulato questo giudizio, non è possibile di an-
dare oltre. Invano ci si chiederebbe quale durata e
quale svolgimento abbia avuto in Sicilia questa ci-
viltà di Stentinello, la quale, dal pochissimo che ci
è noto, mostra già tali differenze da farci pensare al
succedersi di diversi momenti nella storia del suo
progressivo sviluppo. Certo è questo, che gli abi-
tanti di Stentinello, di Matrensa, di Trefontane e
Poggio rosso, si muovono in un'orbita diversa da
quella entro la quale si svolge la civiltà sicula del
primo periodo. Queste genti, al paro di quelle di Piano
Notaio e San Cono, sembra che ignorino l'uso delle
grotte funebri artificiali, e quindi dovettero inumare
i loro morti in fosse aperte nel nudo terreno ('). Che
se dalla Sicilia preistorica del sud-est, sulla quale il
prof. Orsi ha gettato la vivissima luce dei suoi studi,
passiamo a quella del nord-ovest, ove ancora tanta
tenebra si addensa, le incertezze si fanno ancora mag-
giori. Onde il nostro modesto compito si limita, per ora,
a raccogliere i documenti e ad accertare i fatti ve-
nuti alla luce, in attesa che ulteriori scoperte squar-
cino il mistero che li circonda; giacché io ritengo
che le tracce del popolo, che ci ha lasciato la cera-

(') Questa —che è una supposizione perle stazioni di
Stentinello e Matrensa, fondata sul fatto che, nonostante le
ricerche praticate dal prof. Orsi, non è stato possibile di scoprire
le necropoli — diviene quasi certezza per Trefontane e Poggio
rosso, dove la mancanza di rocce calcaree e la natura pia-
neggiante del terreno rendevano impossibile la pratica delle
grotte funebri. Difatti, i Siculi che la usarono ebbero sempre
presente, nella scelta dei locali per fondarvi i loro villaggi,
la natura geologica del terreno. Quando questo mal si prestava
alla escavazione delle grotte, come sulle falde dell'Etna, si av-
valsero bene spesso delle grotte naturali che per circostanze
speciali si producono nella massa lavica incandescente.

mica del tipo di Stentinello, debbano essere in Si-
cilia molto più numerose di quanto risulta dalle
nostre odierne conoscenze. Se, fino ad ora, solo quattro
stazioni sono state segnalate in tutta l'isola, ciò si
deve al fatto che è molto difficile lo scoprirle, non
essendo la loro presenza riconoscibile per mezzo di
notevoli manifestazioni esteriori. Per questo stesso
motivo noi non conosciamo, finora, neppure un sepolcro
di questa gente. Ben altrimenti è avvenuto dei Si-
culi, le cui necropoli, facilmente riconoscibili, hanno
permesso all'Orsi di illustrarne la storia millenaria
con geniale intuito e con profonda dottrina (').

Il Mosso, studiando la stazione preistorica di
Coppa Nevigata presso Manfredonia, era di parere
che la ceramica neolitica di Stentinello fosse una de-
rivazione di quella apparsa intorno al promontorio
del Gargano, soprattutto perchè colà « si trovano le
tracce della civiltà paleolitica, più abbondanti che
non in Sicilia » (?). In seguito, rendendo conto della
esplorazione della necropoli di Molfetta, ribadiva tale
opinione, « in considerazione che le manifestazioni
dell'età neolitica sono più scarse nell'isola che non nel
continente » (;ì). Il primo argomento, tendente a sta-
bilire un primato di anzianità per le popolazioni an-
tichissime vissute intorno al promontorio del Gar-
gano, impallidisce dopo che abbiamo veduto, tanto a
Trefontane quanto a Poggio Rosso, apparire con fre-
quenza utensili di carattere prettamente paleolitico;
come perde del suo valore anche l'altro, dopo la sco-
perta di quelle due stazioni. La sua opinione egli con-
forta ancora col rilievo che la decorazione ad impres-
sione, sia a mano libera sia a stampo, si presenta sul
continente con minore finezza e complicazione che non
in Sicilia, dalla perfezione di quella tecnica deducendo
un grado di civiltà più avanzato e, quindi, posteriore;
ma il materiale di Trefontane, come si è potuto ve-

(') Recentemente mi è occorso, perlustrando la contrada
Cafaro, posta a mezza via fra Trefontane e Poggio rosso,
di qua dal fiume Simeto. di imbattermi in un'altra stazione
dello stesso tipo. Finora ho raccolto, alla superficie del terreno,
diversi pezzi di ceramica neolitica liscia, insieme con qualche
pezzetto di fine lavorazione a stampo, nonché due cocci di
ceramica colorata in rosso. Nel museo di Siracusa vi è qualche
pezzo proveniente da questa località. Sull'opposto versante si
rinvengono abbondanti cocci della caratteristica ceramica co-
lorata del 1° periodo.

(-) Mosso Ang., loc. cit., pag. 49.

(s) Mosso Ang., loc. cit, pp. 117 e seg.
 
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