189
MESSANA
190
in poi, si era latinizzata. La sua condizione lingui-
stica era pertanto analoga a quella della più gran
parte del Mezzogiorno, dove ai tempi di Strabone
(VI, 1, 2. pag. 253) all' infuori di Taranto, Neapoli
e Rhegium èx^s^aq^aQihadai, OvfifiéflrjxEv ctnavxa.
La minor resistenza di Messana in confronto di Rhe-
gium al processo di romanizzazione, era stata prepa-
rata dai Mamertini e trova conferma nei titoli della
nostra necropoli, pertinenti tutti ai tre primi secoli
dell'impero. Ma di fronte all'elemento romano pre-
ponderante abbiamo ancora una minoranza che usa la
lingua greca; se non che questa minoranza piuttosto
che rappresentare i detriti della vecchia cittadinanza
greca, da tempo distrutta, era dovuta ad immigra-
zioni di Levantini, venuti in Messana per ragioni di
commercio ed altro. Esaminando i titoli recuperati
vediamo che essi contengono i nomi non solo di per-
sonaggi, ma anche di famiglie prima sconosciute in
Messana :
P. Avillius Pudentinus
» Pudens
» Zosimus
Belleia Vesonia
Cornelia
Maevia Merope
Nemonius Mamertinus
Otìlia Ursa
» Sabina
L. Ostrius Crescens
L. » Vesontius
M. Saufeius Sabinus
Sufen ....
Stellius Nove... Amarauthus
C. Terentius Symphorus
C. » Syntrophus
M. Ulpius Eutyches
C. Valerius Atticus
—........ius Innocentius
Dai nostri titoli greci si ricava la seguente lista
di personaggi:
'Afiiàvicc Safiev ....
M. 'Avioh'iog 2xó(>nog xoQlvOlog
AvQìfau 'Ikuoixag
Bah'qiu 'Aqoivofj
Klwói'a Pattava
KoQvr'jXiog Mayvog, ànafierg
'Encc<pQvg DQemóg
'Iovha MccQxia
La struttura di tutti questi nomi, tre soli eccet-
tuati, è latina: delle rispettive famiglie poi erano già
conosciute in Messana la Amelia (Kaibel 405) e la
Valeria (Kaibel 410).
Che la popolazione di Messana romana fosse mista
di elementi svariati ed anche orientali, venuti dal le-
vante por ragioni di commercio e d'altro, si sapeva
da precedenti titoli e dai nuovi si riconferma Mes-
sana doveva sopra tutto al commercio ed alla sua
felice posizione di essere ancora ai tempi di Cicerone
( Verr. V. 17) » civitas maxima et locupletissima »
e perciò si spiegano i suoi vivaci contatti coll'oriente.
Nel mentre alla nostra KXwdia Pw/iàra fa riscontro
un Sesto Pompeo ànb Pw^g (Kaibel 413). al nostro
Cornelio Magno di Apamea precedeva già quel Ila-
(piccvóg ndtpiog (Kaibel 412), e meglio l'Ulpio Nice-
foro àv%io%sì)g KoCXrjg 2vqiag..... ì-'iuioQog tv%mu)v
(Kaibel 419). Messana romana, posta sulla grande via
marittima che legava l'oriente con Neapolis-Roma,
doveva di necessità attrarre molti elementi orientali,
preludiando a quello che essa fu per tutti i tempi
di mezzo.
Del resto questa invasione di elementi orientali
si avverte anche in tutte le grandi città marittime
dell'isola, e soprattutto in quelle della parte orien-
tale. A Siracusa di fronte ad un solo occidentale, lo
BtvóxQitog fiaaauXijttrjg, mercante del 11I-II sec. av. Cr.
(Notizie 1915, pag. 185), stanno numerosi i levantini
anche nel periodo cristiano (') ; tra essi si distingue-
vano per la loro speciale abilità ed anche avidità i
commercianti Siri, che avevano in Pozzuoli una fio-
rente colonia ('), e che in quasi tutte le città ma-
rittime avevano il loro « conventus »; traslatamente
(') Cfr. Strazzulla, Inscr. Christian, corpusculum (passim) ;
per Palermo non posso fare a meno di ricordare l'eloquente
titolo G. 1. L. X, n. 7330 di « Petrus Alexandrinus negotias
linatarius » morto nel 602.
(*) Turchi, La civiltà bizantina, pp. 229-231 dove rac-
coglie anche le fonti letterarie antiche sui mercanti della Siria.
MESSANA
190
in poi, si era latinizzata. La sua condizione lingui-
stica era pertanto analoga a quella della più gran
parte del Mezzogiorno, dove ai tempi di Strabone
(VI, 1, 2. pag. 253) all' infuori di Taranto, Neapoli
e Rhegium èx^s^aq^aQihadai, OvfifiéflrjxEv ctnavxa.
La minor resistenza di Messana in confronto di Rhe-
gium al processo di romanizzazione, era stata prepa-
rata dai Mamertini e trova conferma nei titoli della
nostra necropoli, pertinenti tutti ai tre primi secoli
dell'impero. Ma di fronte all'elemento romano pre-
ponderante abbiamo ancora una minoranza che usa la
lingua greca; se non che questa minoranza piuttosto
che rappresentare i detriti della vecchia cittadinanza
greca, da tempo distrutta, era dovuta ad immigra-
zioni di Levantini, venuti in Messana per ragioni di
commercio ed altro. Esaminando i titoli recuperati
vediamo che essi contengono i nomi non solo di per-
sonaggi, ma anche di famiglie prima sconosciute in
Messana :
P. Avillius Pudentinus
» Pudens
» Zosimus
Belleia Vesonia
Cornelia
Maevia Merope
Nemonius Mamertinus
Otìlia Ursa
» Sabina
L. Ostrius Crescens
L. » Vesontius
M. Saufeius Sabinus
Sufen ....
Stellius Nove... Amarauthus
C. Terentius Symphorus
C. » Syntrophus
M. Ulpius Eutyches
C. Valerius Atticus
—........ius Innocentius
Dai nostri titoli greci si ricava la seguente lista
di personaggi:
'Afiiàvicc Safiev ....
M. 'Avioh'iog 2xó(>nog xoQlvOlog
AvQìfau 'Ikuoixag
Bah'qiu 'Aqoivofj
Klwói'a Pattava
KoQvr'jXiog Mayvog, ànafierg
'Encc<pQvg DQemóg
'Iovha MccQxia
La struttura di tutti questi nomi, tre soli eccet-
tuati, è latina: delle rispettive famiglie poi erano già
conosciute in Messana la Amelia (Kaibel 405) e la
Valeria (Kaibel 410).
Che la popolazione di Messana romana fosse mista
di elementi svariati ed anche orientali, venuti dal le-
vante por ragioni di commercio e d'altro, si sapeva
da precedenti titoli e dai nuovi si riconferma Mes-
sana doveva sopra tutto al commercio ed alla sua
felice posizione di essere ancora ai tempi di Cicerone
( Verr. V. 17) » civitas maxima et locupletissima »
e perciò si spiegano i suoi vivaci contatti coll'oriente.
Nel mentre alla nostra KXwdia Pw/iàra fa riscontro
un Sesto Pompeo ànb Pw^g (Kaibel 413). al nostro
Cornelio Magno di Apamea precedeva già quel Ila-
(piccvóg ndtpiog (Kaibel 412), e meglio l'Ulpio Nice-
foro àv%io%sì)g KoCXrjg 2vqiag..... ì-'iuioQog tv%mu)v
(Kaibel 419). Messana romana, posta sulla grande via
marittima che legava l'oriente con Neapolis-Roma,
doveva di necessità attrarre molti elementi orientali,
preludiando a quello che essa fu per tutti i tempi
di mezzo.
Del resto questa invasione di elementi orientali
si avverte anche in tutte le grandi città marittime
dell'isola, e soprattutto in quelle della parte orien-
tale. A Siracusa di fronte ad un solo occidentale, lo
BtvóxQitog fiaaauXijttrjg, mercante del 11I-II sec. av. Cr.
(Notizie 1915, pag. 185), stanno numerosi i levantini
anche nel periodo cristiano (') ; tra essi si distingue-
vano per la loro speciale abilità ed anche avidità i
commercianti Siri, che avevano in Pozzuoli una fio-
rente colonia ('), e che in quasi tutte le città ma-
rittime avevano il loro « conventus »; traslatamente
(') Cfr. Strazzulla, Inscr. Christian, corpusculum (passim) ;
per Palermo non posso fare a meno di ricordare l'eloquente
titolo G. 1. L. X, n. 7330 di « Petrus Alexandrinus negotias
linatarius » morto nel 602.
(*) Turchi, La civiltà bizantina, pp. 229-231 dove rac-
coglie anche le fonti letterarie antiche sui mercanti della Siria.