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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Orsi, Paolo: Messana: la necropoli romana di S. Placido; e di altre scoperte avvenute nel 1910-1915
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0100
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191

MESSANA

192

questi Syrì equivarrebbero a quelli che noi oggi chia-
meremo con termine generico levantini (1).

Questo rilevante nucleo di n. 29 epigrafi, uscito
da un unico sepolcreto, riferibile ad un periodo di
tempo di poco oltre due secoli, reca un nuovo fattore
di molto peso sulla composizione etnica della popola-
zione di Messana, e sulla lingua da essa parlata nel-
l'età romana. E dal sereno ed obbiettivo esame di co-
desti quasi trenta testi epigrafici dovremo conchiudere
che la popolazione del cimitero di S. Placido parlava
per :!/5 latino e per l/s circa greco ; che essa foggiava
tutti i suoi nomi, pochissimi eccettuati, alla romana;
la dobbiamo quindi ritenere formata di elementi ro-
mani, sovrappostisi all'antico elemento greco (piuttosto
che interamente scomparso, trasformato !), ai quali si
erano aggiunti taluni elementi greci venuti dall'oriente,
e che sono (bisogna ben ricordarlo) una cosa essenzial-
mente diversa dal vecchio elemento greco-indigeno.
In altri termini, la compagine etnica della città sa-
rebbesi completamente alterata e trasformata da quello
che era nel sec. III. Vi è però un dubbio pregiudi-
ziale che io non posso trascurare : chi cioè ci garen-
tisce che la necropoli di S. Placido non sia una ne-
cropoli riservata esclusivamente all'elemento latino, e
che in qualche altra parte del suburbio non vi sia
un'altra necropoli destinata a ricevere la parte pura-
mente greca della cittadinanza? Perocché, malgrado
la testimonianza di Diodoro (XXI, 18) e di altre
fonti che i Mamertini, amichevolmente accolti in città
ivxiòg scfóvsvdav rovg vnods^ajiévovg, è inconcepibile
storicamente la radicale soppressione e scomparsa di
un intero popolo; laddove io inclino sempre a cre-
dere che la massa del basso popolo della campagna

non solo, ma anche della città, malgrado la strage
patita, sia rimasta greca (')•

Ed ora, per chiudere, facciamo un tentativo di
definire la cronologia della necropoli. Ci soccorrono
in tale ricerca due elementi: la paleografia dei titoli
e le monete raccolte entro i sepolcri. Le forme epi-
grafiche riflettono il I, II ed in parte minore il se-
colo III dell'impero. Le monete tolte dalla bocca dei
morti ci dànno la successione cronologica seguente:

Salvius Otho III vir

Domitianus

Cotys II Bospori rex

Sabina Hadriani (?)

M. Aurelius

Gallienus

Claudius II Gothicus
Aurelianus

Tempi di Augusto
79-96
124r133
+ 136
140-180
254-268
268-270
270-275

Hanno un valore molto relativo poche altre mo-
nete sporadiche, del I e II sec. dell'impero, raccolte
nel suolo della necropoli. Ad ogni modo la circostanza
negativa, che non si è trovato un solo asse repubbli-
cano, e nemmeno un esemplare di quelli di S Pompeo,
cotanto comuni in Sicilia, denota che la necropoli
non funzionava negli ultimi tempi della repubblica,
ma data da quelli augustei. 11 periodo della sua piena
attività deve essere il I e II sec. dell'impero; col III
subentra la decadenza. Il sep. n. 3, che racchiudeva
le tre monete più tarde, ci porta allo scorcio del
III sec, col quale essa cessa interamente.

(') N. Maccarrone, La vita del latino in Sicilia fino al-
l'età normanna, pp. 47 segg.

(') La difficile e complessa questione del latino e del
greco in Sicilia, e dei loro vicendevoli rapporti, è stata esami-
nata a fondo e sviscerata dal prof. Maccarrone nell'op, cit. ; e
sebbene io dissenta da lui in taluni criteri fondamentali (cfr.
mia recensione in Arch. stor. Sic. or., an. XII (1915), pp. 449-
450), riconosco il pregio altissimo di questo volumetto.
 
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