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Pettazzoni, R.: Stazioni preistoriche nella provincia di Bologna
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STAZIONI PREISTORICHE NELLA PROVINCIA .DI BOLOGNA
230
invece nel punto ove fu trovato lo scheletro il terreno
presenta quell'aspetto uniforme giallastro che è pro-
prio del vergine, soltanto sconvolto dal seppellimento
del cadavere. Nè sul cadavere nè vicino ad esso si
trovò alcun oggetto. Procedendosi nello scavo, furono
altri cadaveri si sarebbero trovati se si fosse potuto
continuare lo scavo nella stessa direzione verso il
Sellustra, oltre un filare di alberi che l'impediva.
Nessuno dei cadaveri portava traccia di oggetti che
fossero stati sepolti insieme. Tuttavia il fatto che
Fig. B.
rinvenuti altri 10 scheletri di inumati, orientati nello
stesso modo (tig. B), variamente distanti l'uno dal-
l'altro, distribuiti su uno spazio di m. 5.50 X 15,
pari a m* 82.50 (') E c'è motivo da ritenere che
(') Di sette di questi scheletri il cranio era abbastanza
ben conservato, ma solo di cinque si potè ricostruire la calotta
cranica. Le lunghezze degli 11 scheletri sono le seguenti:
1) m. 0,95 7) in. 1,72
2) » 1,30 8) » 1.75
3) » 1.20 9) » 1,75
4) » 1,65 10) » 1,65
5) ■ 1,90 LI) » 1,62
6) » 1,10
Sottoposti questi resti all'esame antropologico, il Sergi li
tutti gli scheletri sono disposti nello stesso senso e
deposti alla medesima profondità, fa ritenere che si
tratti realmente di sepolture (').
giudicò pertinenti a individui di razza mediterranea: e con-
cluse che la stazione di Toscanella dovesse essere « una stazione
neolitica nella quale fu importato il bronzo » (Lettera del 26
aprile 1900 al sen. Scarabelli).
(*) Quanto alla inumazione a cadavere disteso, anzi che
rannicchiato, essa si presta a dei raffronti interessanti. Tra i
riscontri sono da richiamare, in linea ascendente (risalente fino
al paleolitico : si consideri anche la presenza di strumenti di
tipo moustériano fra la suppellettile litica del Monte Castel-
laccio: Scarabelli, op. cit., t. IV sg,) le sepolture di Solutré
STAZIONI PREISTORICHE NELLA PROVINCIA .DI BOLOGNA
230
invece nel punto ove fu trovato lo scheletro il terreno
presenta quell'aspetto uniforme giallastro che è pro-
prio del vergine, soltanto sconvolto dal seppellimento
del cadavere. Nè sul cadavere nè vicino ad esso si
trovò alcun oggetto. Procedendosi nello scavo, furono
altri cadaveri si sarebbero trovati se si fosse potuto
continuare lo scavo nella stessa direzione verso il
Sellustra, oltre un filare di alberi che l'impediva.
Nessuno dei cadaveri portava traccia di oggetti che
fossero stati sepolti insieme. Tuttavia il fatto che
Fig. B.
rinvenuti altri 10 scheletri di inumati, orientati nello
stesso modo (tig. B), variamente distanti l'uno dal-
l'altro, distribuiti su uno spazio di m. 5.50 X 15,
pari a m* 82.50 (') E c'è motivo da ritenere che
(') Di sette di questi scheletri il cranio era abbastanza
ben conservato, ma solo di cinque si potè ricostruire la calotta
cranica. Le lunghezze degli 11 scheletri sono le seguenti:
1) m. 0,95 7) in. 1,72
2) » 1,30 8) » 1.75
3) » 1.20 9) » 1,75
4) » 1,65 10) » 1,65
5) ■ 1,90 LI) » 1,62
6) » 1,10
Sottoposti questi resti all'esame antropologico, il Sergi li
tutti gli scheletri sono disposti nello stesso senso e
deposti alla medesima profondità, fa ritenere che si
tratti realmente di sepolture (').
giudicò pertinenti a individui di razza mediterranea: e con-
cluse che la stazione di Toscanella dovesse essere « una stazione
neolitica nella quale fu importato il bronzo » (Lettera del 26
aprile 1900 al sen. Scarabelli).
(*) Quanto alla inumazione a cadavere disteso, anzi che
rannicchiato, essa si presta a dei raffronti interessanti. Tra i
riscontri sono da richiamare, in linea ascendente (risalente fino
al paleolitico : si consideri anche la presenza di strumenti di
tipo moustériano fra la suppellettile litica del Monte Castel-
laccio: Scarabelli, op. cit., t. IV sg,) le sepolture di Solutré