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371

VASI DIPINTI DEL M0SEO DI VILLA GIULIA

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lare di Attica a proposito di questo frammento? Ecco
che ci si riaffaccia la questione su accennata circa
la possibile molteplicità di centri di produzione nella
Grecia propria.

IV.

Ceramica a fondo bianco.

29. Lekythos. Inv. n. 15729 (tav. XV). Acquistata
all'Ufficio di esportazione. Alt. mm 295.
Il vaso è abbastanza ben conservato; soltanto il

collo è rotto e riattaccato. Deteriorata assai ò invece

la pittura.

Sul corpo della lekythos sono dipinte due figure di
donne davanti a una stela sepolcrale, di forma quasi
rettangolare leggermente rastremata in alto e collo-
cata sopra un basamento di due gradini. Due bende
rosse la cingono alla sommità e in basso ; altre due
bende scendono dal primo gradino. Una quinta sta
per essere sospesa alla stela dalla donna di sinistra,
che è avvolta in un himation rosso. L'altra donna,
dalla parte opposta, avvolta in un himation verde,
con larghi orli rossi, tiene pure le braccia protese
con in mano un oggetto irriconoscibile. La zona su-
periore è decorata da un fregio a meandro.

Il disegno, a tratti sottili, è piuttosto schematico ;
le capigliature delle donne sono alquanto sfumate nel
contorno, specialmente nella figura di destra.

È l'unico campione che rappresenta questa classe
di vasi nella nostra piccola raccolta. Come di tutti
gli altri vasi acquistati all'Ufficio di esportazione, non
se ne conosce la provenienza. Non si può escludere
che sia stato rinvenuto in qualche tomba forse del-
l'Italia meridionale ; ma è probabile che provenga ad-
dirittura dalla Grecia.

Le lekythoi attiche a fondo bianco costituiscono, per
l'unicità del centro di fabbricazione, per la forma e so-
prattutto per il carattere delle rappresentazioni e per
la loro esclusiva destinazione, la classe più omogenea
della ceramica greca. Dal punto di vista della tecnica
si associano alle lekythoi vasi di altre forme: coppe('),

f1) Cfr. Catalogne of Oreek and Etruscan tiases in the
British Museum, III (C. H. Smith), D1-D7, p. 388 e segg.
Si veggano altresì i frammenti di una coppa di Atene, J. A.
Harrison, Journal of Hellenic Studies, IX, 1888, tav. VI,
p. 143 e segg.

fiale umbilicate (*), mastoi (2). pissidi (8), oino-
choai (4), alabastri (5), aiiballi (8), crateri (7). Co-
munque, conseguenza di questa relativa omogeneità è
stato il fatto che, mentre è — si può dire — la più
nota, è anche quella che meno ha dato luogo a studi
complicati e a lunghe discussioni (8). Il lato, per
altro, che ancora può richiamare l'attenzione è quello
che riguarda la policromia. È stato detto che le le-
kythoi a fondo bianco sono i soli documenti che noi
possediamo sulla natura e sullo stile della grande
pittura attica del quinto e del quarto secolo av. Cr. (9).
Questo può esser vero: ma bisogna intendersi sulla
portata di questa osservazione. Quando si dice, per
esempio, che il noto riquadro delle pitture parietali
della Farnesina, al Museo delle Terme, con la figura
di Afrodite seduta e un Amorino in piedi, in faccia
ad essa (10), ricorda appunto le lekythoi attiche a
fondo bianco, non si penserà certamente che il pit-
tore della parete abbia copiato la pittura di un vaso.
Quell'osservazione ha valore in quanto significa che
quella pittura parietale dipende da un qualche mo-
dello che presentasse affinità con la ceramografia di
cui qui ci occupiamo. Ma sarebbe inesatto supporre
che tutta la pittura attica consistesse in opere del
genere di quel riquadro.

V.

Ceramica dell'Italia meridionale.

30. Cratere e imbuto. Inv. n. 26980 (tav. XVI). Dal

Museo delle Terme. Alt. mm. 168.

Rotta e ricomposta la parte superiore a foggia di
imbuto, con piccolo supplimento in gesso.

Gir. Calai, of Greek and Etruscan vases, D8, p. 392.

(-) Cfr. op. cit, D9-D10, p. 392 e seg.

(3) Cfr. op. cit., 1)11-D 12, p. 393.

(4) Cfr. op. cit., D13-D14, p. 394 e seg.

(5) Cfr. op. cit., D15-1) 17 p 39.
(«) Cfr. op cit. D18, p. 395.

(') Perrot, X, fìg 402 a p. 7:'.:!.

(8J La principale bibliografia sull'argomento, oltre al Ca-
talogo del British Museum, è la seguente: Pottier, Étude sur
les lécythes blancs attiques à représentations funeraires, Paris,
1883 {Bibliothtque des Écol. Frane., XXX); il. Catal. Ili,
p. 1069 e seg.; A. S. Murray-A. H. Smith, White Atheman
vases in the British Museum, London, 1896; Birch-Walters,
llistory of ano. Poltery, I, p. 454 e segg. ; lìiczler, Weiss-
grundige attische Lekythen nach Adolf Furhcànglers Auswahl,
Munchen, 1914; Perrot, Hist. de l'Art, X, p. 6?3 e segg.

(9) Pottier, Étude sur les lécythes, p. 117.

(I0j Monum. deWInst.. XII, tav. XXI.
 
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