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recano la supposta urna, non solo con cura, ina con
religiosità, mentre le due figure col vaso nella scena
della sedia hanno una disinvoltura, non disgiunta da
frettolosità, che ben contrasta con la solenne compo-
stezza con cui si avanzano i due ultimi personaggi
della processione. Ed invero nella sedia i duo porta-
tori sono servi attinenti al culto, poiché, più che il
capo ignudo, il quale è carattere comune a tutte le
figure maschili esibite su questo fregio attorno al se-
dile, m'induce a tale identificazione il corto vestito
succinto che giunge a metà delle coscie. Nella situla
invece si tratta di due segnalati personaggi, insigniti
come tali dall'adorno e lungo vestito, dal manto e dal
cappello; si confrontino i servi che seguono, recanti il
recipiente, carico verosimilmente degli oggetti del cor-
redo funebre. Senza dubbio a due personaggi non vol-
gari non veirebbe assegnato il compito di recare un
recipiente con bevande; per contrario cònsono con la
loro posizione civile è l'onorevole ufficio di portare i
resti di un defunto. È vero che il simpulo sulla sedia
Corsini corrisponde alla capednncola sulla situla della
Certosa, ma, mentre quello è posto in immediata vici-
nanza del socchio sostenuto dai due servi, questa è
totalmente disgiunta dalla si tuia-urna, ed è invece
recata dal terzo dei personaggi sacrificanti e però essa
deve servire, come sacro nappo, pei liquidi contenuti
nei recipienti, portati dal socondo gruppo di donne.

Ma ulteriori dubbi potrebbe far nascere la esegesi
del Brizio. Invero potrebbe sorprendere la esibizione
di un funerale in mezzo a scene che invece si rife-
riscono alla vita, sia militare (la prima zona coi guer-
rieri), sia civile (la terza zona con contenuto e agreste
e di caccia e di divertimento musicale); certo è che,
per un ben ponderato coordinamento di tutta intiera
la decorazione a figure umane della situla, dovremmo,
nella seconda zona, vedere una allusione al culto reli-
gioso, allusione che iu tal modo compirebbe la visione
di quel che concerne la vita del popolo, alla cui arte
il monumento è dovuto. Ed invero ciò che è esibito
dai frammenti di situla di Welzelach si riferisce,
senza dubbio, ad una processione religiosa ; ma il con-
tenuto della situla tirolese è ben diverso, poiché ivi
osserviamo il residuo dell'ordinatore del corteo, vol-
tato verso di esso, e vediamo che al corteo stesso par-
tecipano un cavaliere, una donna con situla sul capo
coperta da uu drappo, due donne con ciste a cordoni

CORSINI

sul capo, cinque guerrieri dall'elmo a cresta che suo-
nano siringhe.

Non dobbiamo poi dimenticarci della grande im-
portanza che.il culto dei morti doveva avere, come
presso gli altri popoli dell'antichità classica, specie
nei primi stadi di civiltà, anche presso il popolo fel-
sineo; e però anche una processione funebre può sempre
essere riguardata come un atto importantissimo di
culto divino, come cerimonia propiziatrice alla divinità
in favore di un chiaro estinto.

Si potrebbe osservare, ammessi il carattere e lo
scopo funerario della situla della Certosa, che do-
vremmo vedere, specialmente nella terza zona, rap-
presentazioni più allusivo»a ciò che poteva concernere
un funerale, cioè i giuochi funebri ; mi riferisco infatti
al repertorio figurativo delle stele felsinee che hanno
un'allusione, quasi costante, o alla morte o a ceri-
monie funebri. Ma non dobbiamo ascrivere al cal-
cheuta di questa situla, come agli altri calcheuti del-
l'Italia superiore e delle Alpi, una ben pensata e ben
preordinata scelta nella unione di determinati schemi
compositivi iu un solo monumento, sì che a questa
scelta venga a corrispondere una concezione sintatti-
cameute legata di vari concetti. Certamente la situla
della Certosa tiene, tra tutti gli altri bronzi lami-
nali del settentrione*, il primato per quello che con-
cerne la logica e ponderata connessione di vàrie scene
e, di fronte ad essa situla (la quale, per questo ri-
guardo, può essere collocata quasi al medesimo livello
di vaste composizioni elleniche) risulta la disconti-
nuità, la illogicità con cui si susseguono i vari motivi
figurati nella situla Benvenuti, che tra le atestine è
certo la più pregevole (J). Ma, ad ogni modo, anche
il modesto calcheuta della situla della Certosa doveva
attingere ad un repertorio di motivi e di schemi da
riprodurre con intonazione paesana, senza preoccuparsi,
cosa del resto improbabile ad ammettersi, di raggiun-
gere la espressione di un nesso solo di varie scene,
un assieme di composizioni rispondente ad un unico
concetto.

t1) Si veda, sul contenuto di questa situla, Ghirardiui, / Ve-
neti prima delta storia. Padova, 1901. pag. 25 e segg., clic
riconosce nella prima zona una scena di fiera con spettacolo
di pugilisti; nella seconda una scena pastorale; nella terza un
corteo vittorioso di guerrieri. Tuttavia si deve ammettere che
strana è la intrusione di belve e di esseri favolosi nella prima
e nella seconda zona.
 
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