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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Rellini, Ugo: La caverna di Latrònico: e il culto delle acque salutari nell'età del bronzo
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0244
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Lk CAVERNA DI T.ATRONICO ECC.

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la radice per poterla comodamente maneggiare. Ri-
tengo che questa scheggia di dente sia servita come
punzone o stampo per decorar la ceramica. Infatti
raccoglievo in quel luogo alcuni cocci analoghi ad
altri dal Di Cicco trovati nella caverna, i cui segni
rispondono a quelli che si possono ottenere con un
simile punzone.

Così gli altri numerosi denti quivi raccolti non
fecero parte di una collana, ma dovettero servire per

ardente fuoco, quelle di natura calcarea eran bianche
farinose, quelle siliceo-quarzitiche eran divenute fra-
gili e si screpolavano facilmente. La disposizione dello
strato di terra nera carboniosa, il suo contenuto, mi
fecero domandare se invece di una capanna non si
trattasse piuttosto di un luogo dove si cuocessero i
vasi. Non una vera fornace, ma per così dire un'em-
brione : il fuoco cioè non più libero, ma protetto per
meglio raccogliere il calore. Nello spazio limitato in

incidere sulla pasta molle di altri vasi certi piccoli
solchi o intacchi paralleli un po' arcuati che certa-
mente non erano stati fatti nè con una punta aguzza
di silice, nè con uno stecco. Cotesti intagli in alcuni
casi corrispondono invece perfettamente a quelli che
si possono fare con qualcuno di questi denti. Incontrai
in cotesto saggio esempì di una tale decorazione posta
sotto gli orli dei vasi.

L'assaggio ora detto mostrava pertanto una con-
dizione di cose un po' speciale. Anzitutto non potevo
non ritenere che un muricciuolo a secco si fosse eretto
di fronte al grande macigno che era venuto allo sco-
perto. Alcune delle pietre erano state tocche da nn

cui il fuoco si accendeva, i vasi da cuocere dovevano
esser collocati sulle pietre.

Un altro saggio, incontrò lo strato artificiale a
profondità un po' maggiore e cioè a m. 1.80, poiché
da cotesta parte il suolo primitivo scendeva maggior-
mente.

Anche qui il solito cocciame, avanzi di bruti,
scheggie silicee. Inoltre una accettina verde levigata
che sembra di giada tenace (fìg. 10).

Debbo anche avvertire che nel Museo di Potenza
si conserva una accetta verde levigata raccolta dal
Del Gaudio, la quale non proviene proprio dalla super-
ficie del suolo, ma dal terreno artificiale con cocciami
 
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