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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Rellini, Ugo: La caverna di Latrònico: e il culto delle acque salutari nell'età del bronzo
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0255
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LA CAVERNA DI

a canale forate tanto secondo la lunghezza che ver-
ticalmente, benché l'aspetto ne sia assai diverso. Che
le duo parti dell'ansa si fabbricassero e si attaccas-
tero separate, congiungendole dopo, lo dimostra il
fatto che le radici non sono saldate sul vaso allo
stesso livello. Una tale ansa ha un qualche riscontro
con un esemplare uscito dalla palafitta di « Lagass »
in Vhò cremonese (1), ma in questo caso le due
anse avvicinate non sono legate tra loro; stanno cioè
libere accosto l'ima all'altra.

Meritano attenzione i frammenti della fig. 25 che
appartengono al raro vaso ascoide apparso finora nelle

Fig 26. — Dalla caverna di Latrònico. l :2

cameruccie sepolcrali del materano, a Terlizzi, e nella
terramara superiore di Taranto. E un ansa-beccuccio,
cioè il beccuccio si trova saldato all'orlo del vaso
mediante un ponticello. A Latrònico se ne raccolsero
tre esemplari tutti in ceramica nerolucida, ma un
po' diversi, perchè l'uno ha il beccuccio o cannula
diritto, l'altro arcuato, nel terzo la perforazione della
cannula è solo avviata, e quindi non può più funzio-
nare da beccuccio. Importa rilevare che questa foggia
risponde alle forme sicule del secondo periodo (Cozzo
Pantano, Thapsos. Pantalica), lo quali però per l'im-
postazione del beccuccio e per la decorazione del vaso
restano un po' differenti (2) ha riscontro ad Anghelu-

(!) Museo Preistorico di Roma, N. di catalogo 42901. Coccio
rozzo, a superficie rossastra.

(2) Per l'es. di Terlizzi, cfr. Gervasio, 1. e, pag. 98,
figg. 55, 56 — per Taranto, Id., 1. e, pag. 153 (otto esemplari)
_ per Matera, Mon. Ant. coli. 481, 483 (2 esempi., dei quali
uno solo ad ansa forata) - per Anghelu Ruju, Mon. Aut., XIX,
col. 274; per Cozzo Pantano, Mon. Ant., II,tav. II, f. 22 — per
Thapsos, 1. e, tav. IV, f. 17 - per Pantalica, X, fig. 9
(esempi, un po'diverso dai due siculi citati per la forma del

LATRÒNICO ECC. 502

Ruju nell'eneolitico e, assai più tardi a Toscanella
Imolese.

Ma gli esemplari di Toscanella Imolese, che ho
potuto vedere nel Museo Civico di Bologna, sono un
po' diversi nell'insieme, perchè, per lo più, il beccuccio,
che funziona anche da ansa, si solleva un poco sul-
l'orlo del vaso, e si allarga alquanto a guisa di piccolo
imbuto.

Questa sorta di beccuccio si continuò in talune
ollette veutricose, decorate di linee eseguite a stecco,
degli strati preelleuici di Clima, dal Cabrici illu-
strati (•).

Aggiungo infine porzione di parete di vaso con
piccoli fori, ed è ben noto che simili vasi son fre-
quenti nella ceramica terramaricola.

c) Passo a quelli tra i vasi minori che
sono graffiti, i quali presentano con frequenza
la spirale: a Latrònico manca il meandro che ad
essa si accompagna alla Pertosa e in altri depositi
enei affini sopra ricordati. — Sono soprattutto degni
di nota i frammenti di una coppa e di due scodelle.

Il frammento della fig. 26 è di una piccola coppa
globulare o forse di una capeduncola, di impasto nero
abbastanza depurato, ma non ingubbiato. Deve essere
confrontato con l'esemplare uscito dalla caverna di
Pertosa, rappresentato dalla fig. 56.

Con mirabile sicurezza l'artista ha svolto, su tutto
il ventro del vasetto, una fascia spirale punteggiata,
che si biforca ripetute volte incrociandosi leggiadra-
mente. Gli spazi interclusi tra i rami della spirale
si segnarono con un'punto o con una lineetta, e la
fascia decorativa è completata da due serie marginali
di triangoletti curvilinei con punto inscritto.

Gli altri esemplari ci presentano la stessa cera-
mica dei vasi nero-lucidi, lisci : lo stesso impasto, la
stessa ingubbiatura accurata, la stessa lucidatura,
lo stesso colore.

La tìg. 27 è quella di una scodella rossiccia con
labbro aggettante. La decorazione fu condotta sul

vaso e per la distinzione tra beccuccio e ponticello d'unione
all'orlo del vaso). Il frammento di Tsani in Tessaglia (e non
di Tsangli, come fu erroneamente citato) rappresentato dalla
fig. 88 b, pag. 143, Preistorie Thessaly, non è chiaro.

(!) Gàbrici, Cuma, in Mon. Ant., XXII, tav. XIII, fig. 5,
col. 83.
 
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