Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

DOI Artikel:
Rellini, Ugo: La caverna di Latrònico: e il culto delle acque salutari nell'età del bronzo
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0288
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
567

LA CAVERNA DI LATRÒNICO ECC.

568

fondamentale in taluni ripostigli quali quello di Pie-
diluco (Terni) e di Pioraco (Macerata), nei quali, come
in quello famosissimo ed enorme di S. Francesco di
Bologna, si trovò intenzionalmente spezzata; giunse
talora al 1° periodo del ferro, per esempio sugli strati
preellenici di Cuma('). Comune nella gran valle da-
nubiana, in Austria, in Boemia; rara in Svizzera,
oltre la quale si modifica e scompare, assente nell'in-
dustria di Creta, servì al Pigoriui, con altri dati, per
dimostrare l'espandersi della corrente uscita dalle ter-
ramare orientali giù lino alla fronte dello Ionio, di-
stesa che avveniva dopo che erano stati occupati i
laghi della Svizzera e lombardi da una prima immi-
grazione apparsa durante l'eneolitico.

3. Lame triangolari a tallone, per pugnali.
Tav. II, fig. 5.

Sono tre esemplari interi: un quarto è spezzato.
Hanno lieve costolatura mediana: uno reca ancora i
due chiodetti per fissarlo al manico, mentre uno di
essi è privo anche dei fori per i chiodetti. Qui è figu-
rato il più grande. Due altri esemplari, con fori al
tallone, ma assai mal ridotti aveva raccolto nella
grotta il Carucci (2).

4. Grande lama a tallone, per stocco. Tav. I,
fig. 2.

Col corpo stretto, con costola mediana, è assai ro-
busta. Tre forti chiodi sul manico, con grossa ca-
pocchia ribattuta. Incrostato, punta spezzata, taglienti
logori per l'uso; doveva esser lungo 23 o 24 cm.
Identico all'esemplare di Bari acquistato a Capurso,
ch'è di rame o con scarsa quantità di stagno (3). La
serie delle lame triangolari, che risale all'eneolitica,
nel patrimonio dei terramaricoli si sviluppa fino a
quelle che per la grandezza sono vere spade, le quali
certo si svolsero dai pugnali come riconobbe anche
l'Hoernes (4). Non sempre, quindi, è sicura la nomen-
clatura, che deve specialmente in questi casi tener
conto della grandezza della lama per inferirne la de-

(^ Not. d. scavi, 1900, pag. 442, fig. 12; A. P. I., XXVI,
1900, pag. 14; B.P.I., XVI, 1890, pag. 132; B. P, I., V,
1879, pag. 141; B. P. /., XXIX, 1903, pag. 85, nota e pag. 218;
B.P.I., XXX, 1904, pag. 227; Mon. aut., XV, fig. 11, col, 37;
id., XXII, c. 71, nota 38; col. 154, tav. XXVIII, fig. la.

(JJ Carucci, loc. cit., tav. LXII, fìgg. 1, 2.

(3) Gervasio, Dolmen etc, pag. 295, fig. 102.

(4) Hoernes, L'uomo, trad. ital., voi. II, pag. 281.

stinazione: nè è escluso che talune di tal foggia,
molto massiccie, per la robustezza dei chiodi, che ac-
cennano a un grosso manico, dovessero venire inastate,
come lance.

5. Coltelli bitaglienti. Tav. 1. tìg. 5.

Sono fogge caratteristiche delle terramare che pas-
sarono nelle età seguenti. Un esemplare è assai in-
teressante, anche perchè è completo, conservando, ec-
cezionalmente, l'incrostazione di osso sul manico.

La lama, sottile, foliata, lievemente costolata, si
restringe in punta poco acuta, ed è tutta coperta da
una spessa crosta di carbonato di Cu. Alla base, la
lama si attonda e si restringe in un lungo mimico
con due punte estreme divaricate. I margini del ma-
nico si alzano un poco per modo da contenere su en-
trambe le facce l'incrostatura di osso fissata con per-
metti sottili. Questa risulta di due pezzi adattati per
parte: l'uno,più largo,alla base del coltello, l'altro, più
stretto, incastrato nell'impugnatura. Colpisce la picco-
lezza dell' impugnatura, che fece già pensare ad una
stirpe di microchiri. Per la poca acutezza della punta
e per la leggerezza del manico, propendo a considerarlo
come coltello, anziché come pugnale.

Con manico completo è pure un esemplare della
terramara di Gorzano nel Modenese, illustrato dal
Coppi e riportato dal Montelius : ma qui il manico
di corno, a quanto pare, di forma diversa dal nostro,
è fatto di due pezzi soli riportati sul codolo ('). Il
Montelius figura un altro coltello ma del tipo ser-
peggiante, col manico incrostato di osso, proveniente
dai dintorni del Fucino (2).

L'altro esemplare (tav. II, fig. 4), più piccolo, ha
invece un codolo piatto per inserirlo sul manico. E
robusto, stretto, con bel profilo foliato nella lama e
nel codolo.

Anche questa varietà è diffusissima nelle palafitte-
terramare, e parecchie di vario profilo ne figura il
Montelius, di Peschiera, di Varese, della prov. di
-Reggio ; si continuarono alla Bertarina ecc. (3).

(') Coppi, Monogr. ed iconoqr. della terra cimiteriale di
Gorzano, tav. XL, fig. 7, voi. II, pag. 60, n. 287. — Monte-
lius, Die Vorklass. ChronoL, tav. IV, fig. 12.

(2) Montelius, Die Vorkl. Chron., tav. XI, fig. 7; idem,
Civihsation prim., II, tav. 142, fig. 3.

(3) Montelius, Owilisation etc, I, tavv. VI; XXI, fig. 2;
XXIII, fìgg. 2, 3.
 
Annotationen