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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Rellini, Ugo: La caverna di Latrònico: e il culto delle acque salutari nell'età del bronzo
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0291
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°'° LA CAVERNA

foggia nell'Italia meridionale, perchè il Montelius la
restringeva, in generale, all'Alta Italia e specialmente
al lago di Garda.

La fig. 8 della stessa tavola spetta ad una pic-
cola fìbula l'oliata. Il corpo è piuttosto rialzato, il che
non appare dalla figura essendo disegnata in scorcio.
La decorazione è formata da una serie di punti chiusi
tra due linee, lungo il margine, e da un fascio di
linee spezzate nel centro della foglia. Il Montelius
aveva considerato la varietà foliata più recente, cioè
nella transizione dal suo III al IV periodo, corrispon-
dente al trapasso dall'età enea a quella del ferro. Ma
le osservazioni stratigrafiche non confermano piena-
mente, avverte il Colini, queste conclusioni, perchè
le varie fogge, o alcune di esse, si rinvennero insieme
nei medesimi strati, come nelle palafitte del Garda,
nella stazione alla Punta del Tonno presso Taranto,
nelle tombe del Pianello o con oggetti simili e con-
temporanei (1).

Comunque, è certo che le fìbule ad arco di vio-
lino segnano la fine, in Italia, dall'età del bronzo
verso la seconda metà dell'ultimo millennio, e pro-
babilmente non giunsero alla fine del millennio.

Alquanto posteriore è la fìbula col corpo girato
in tondo che al sepolcreto del Pianello, del periodo
di transizione dal bronzo al ferro, si accompagna alle
precedenti.

A queste forse si stringe l'esemplare della fig. 10
non molto alto, robusto, col corpo ritorto a fune, e
staffa triangolare. Dalla stipe, anche si ebbero fram-
menti che forse sono spilli di fìbule.

La fig. 11 è quella di una fìbula massiccia, col
corpo costituito da un quadrello spianato, con un nodo
per parte.

Questa foggia tardiva per il corpo alquanto appiat-
tito nel mezzo, e per la presenza dei nodi, sembra
accostarsi alle forme iniziali di quelle fogge ad arco
di violino scutate che raggiunsero, in epoche poste-
riori, la loro piena individualità, le quali sono, come
ho detto altrove, da tenersi distinte da quelle più
propriamente foliate che partirono invece da proto-
tipi a corpo alto (2).

(') Colini, Necropoli d. Pianello, etc, pag. 73, estr.
(2) Rellini, Sulle fibule foliate, lì. P. /., XLII, 1916, n. 1.

LATRÒN1CO ECC. 574

19. Armilla (?). Tav. II, fig. 10.

Costituita da verga quasi cilindrica, assottigliata
ai due capi, con due nodi laterali. Braccialetti e
anelli di varia grandezza, coi capi assottigliati a
punta, che, secondo la grandezza, si portarono anche
ai capelli, agli orecchi, o si sospesero a collana, si
scoprirono nelle palafitte del lago di Garda, in qualche
terramara più tarda, e nelle necropoli del periodo di
transizione, come quella del Pianello, presso Fra-
sassi (').

20. Rasoio falcalo. Tav. II, fig. 6.

Ha il taglio sottile, corroso, la costola grossa,
sbiecata, l'apice tronco; presso l'apice un rilievo che
sembra ricordare il dente di molti rasoi falcati del-
l'età del ferro; foro irregolare.

Si avverta che questo oggetto deriva dall'interno
della grotta, ma l'ho riprodotto perchè la figura che
era stata pubblicata non è chiara (2). Ripete la forma
e le proporzioni di un rasoio, della Slesia che il
Montelius avvicina alle forme posteriori falcate ita-
liane (3).

Ma soprattutto si stringe ad un esemplare pub-
blicato dal Pigorini, ed è notevole che questo pro-
viene da una regione non lontana, cioè dalla necro-
poli di Suessola in Terra di Lavoro, spettante ad
Italici piuttosto tardi. Acquista quindi maggior fon-
datezza l'opinione che anche il nostro spetti al primo
periodo del ferro (4). L'esemplare di Suessola è un
po' più basso del nostro. Bassi e larghi sono anche i
rasoi falcati che escono con tanta frequenza dalle
necropoli villanoviane.

21. Laminetta tridentata. Tav. II, fig. 13.

È sottile, con due piccole salienze alla base, che
si continua in un sottile anello che porta, opposto
alla base, un peduncolo acuminato. Tre denti acuti,
quello mediano separato mediante due profondi solchi
che non si osservano sulla faccia opposta.

22. Cannone di bronzo, cilindrico, aperto ai due
capi: dal mezzo, si stacca un peduncolo che porta
una robusta forchetta a due punte: lungh. del can-
none mm. 57, diam. mm. 23; lungh. della forchetta
mm. 75.

H Colini, Necropoli etc, pag. 62 estr., tav. VI, figg. 3, 10.

(2) Canicci, loc. cit., tav. XXXII, fig. 8.

(3) Montelius, Die Vorklassiche Chronol, pag. 205, fig. 018.

(4) Pigorini, B. P. /., XX, 1894, pag. 11, tav. I, fig. 8.
 
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