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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Rellini, Ugo: La caverna di Latrònico: e il culto delle acque salutari nell'età del bronzo
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0299
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589

la caverna di latrònico ecc.

590

Già il Patroni aveva riconosciuto l'importanza di
questa industria e le affinità con quella dei terrama-
ricoli, ma non la credette un prodotto locale. Man-
cava allora l'appoggio della serie metallica.

Qui ricordo anche una valva di Cardium edule,
ed è noto che alcune altre conchiglie marine erano
state raccolte dentro l'antro. Eran forse lasciate da
genti che venivano di lontano a visitare la grotta.

Serie terza. — Ceramica.

La ceramica uscita dalla stipe concorda piena-
mente con quella che fu già recuperata dall' interno
della grotta. Per rendere più sollecita l'enumerazione,
mi limito a distinguerla in due categorie: quella del-
l'età del bronzo, e quella che spetta all'età del ferro
o ad epoca storica.

Nessuna traccia di ceramica impressa o stampata.
A) Ceramica dell'età del bronzo.

Patta a mano, con gli stessi impasti, la stessa
tecnica di Latrònico, di Zachito, dei depositi enei
meridionali. È per lo più nero-lucida, con macchie
grigie o rossastre; una sostanza, forse carbone, si do-
vette aggiungere all'impasto, per renderlo più leg-
gero. Ma talvolta la frattura si presenta grigia. Si
tratta, in generale, di vasi potori.

Anche le anse corrispondono a quelle della ca-
verna. Sono specialmente quelle a nastro largo forato,
ma soprattutto sono notevoli alcuni frammenti di
anse cornate, tra cui l'esemplare più cospicuo è quello
della tìg. 48, già reso noto dal Pigorini.

Ricordo che anche dentro la caverna il Canicci
aveva raccolto, e pubblicava, frammenti di anse cor-
nute: tali quelli delle figure 49, 50 che qui riproduco.

La fig. 49 ci presenta la foggia ad occhiello alto,
col listello cilindroide, e le corna brevi. Questa va-
rietà è men frequente nelle terramare dell'Italia su-
periore, ma è invece comune negli strati enei del-
l' Italia meridionale, per es. nella terramara di Ta-
ranto, nello strato medio di carattere terramaricolo
di Coppa-Nevigata ecc. Si trova in strati coevi tes-
sali, come a Dimini e Sesclo, associata, importa ri-
levarlo, alle stesse varietà di anse, e con altre con-
cordanze nel materiale concomitante ('). Presso di

(l) Nell'Italia s'incontra, ad es., a Toscanella Imolese, in

noi è la varietà che si continua più diffusa negli
strati paleoitalici.

Ripiesento anche la fig. 51 che è non già un
amuleto, come aveva creduto il Canicci, ma l'ansa
a mazzuolo poliedrico, spinato, frequentissima nello
strato eneo di Coppa-Nevigata.

A rinsaldare una volta di più i legami tra lo
strato più antico di Pertosa e gli strati enei meri-
dionali, ricordo, poiché ciò non era stato rilevato, che
anche l'ansa duplice di Bari, cioè ad anello sormon-
tato da largo ed alto nastro, si trova pure nel ma-
teriale della Pertosa (').

Trascurando i frammenti, la stipe esterna ha dato
i seguenti vasi :

Capeduncola a fondo concavo, carenata, con alta
gola, e ampia ansa nastriforme, piana, imperforati,
chela tìg. 54A presenta restaurata: è la foggia più
comune data dalla Pertosa.

Simili, pur una ventina di tazzette o capeduncole,
d'impasto nero rozzo imperfettamente lucidato, cou
superficie disuguale: sono a gola col fondo concavo.

0 umbilicato. Le loro anse, rotte ora, dovevan essere
a nastro largo o ad orecchia stretta ed alta, con forte
arricciatura degli orli. In media, hanno il diametro
di 9-10 cm., sono alte 4-5. Qualche altra raggiunge

1 17 cm., ma presenta la stessa forma. Un po' diverso
è invece il vasetto della tìg. 52 B, basso, col piede de-
corato da intagli lungli sdraiati, con la gola svasata.
E d'impasto nero, assai rozzo : non si conosce l'ansa
che forse si trascurò nel restauro non felicemente
riuscito.

Si aggiungono :

Poetili rozzissimi, a tronco di cono, con ansa mas-
siccia ad anello: qualcuno in frammenti: taluno or-
nato con l'aggiunta di qualche cornetto.

La fig. 53 A ne presenta uno con accenno di piede.

La fig. 53 B è quella di un altro poculo un po'
ventricoso, con ansa orecchiuta, elevantesi sull'orlo.

Ciotola dello stesso impasto delle capeduncole,
ma più alta e senza gola, anzi col labbro un po' rien-

sieme con l'ansa lunata a corna ampie e gracili. — Per Ta-
ranto e Coppanevigata, Museo preistorico di Roma. — Per
Dimini e Sesclo, Tsonntas, loc. cit., fig. 194.

(') Oervasio, loc. cit., fig. 67. — Canicci, loc. cit., tav. XXII,
fig. 5.
 
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