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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 24.1916

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Bendinelli, Goffredo: Tomba con vasi e bronzi del V secolo avanti Cristo: scoperta nella necropoli di Todi
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https://doi.org/10.11588/diglit.11257#0443
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TOMBA CON VASI

machos, reggendo obliqua colla destra la lancia e
protendendo il braccio sinistro, coperto, insieme al
petto, dell'egida, come a farsi scudo di questa. La
civetta sacra alla dea ha posato il volo sul pungolo
di Jolao. Mentre sull'estremo lembo dell'egida è po-
sata una sirena, protendendo il petto e le esili braccia
verso i combattenti.

La scena sulla faccia opposta del vaso è di sog-
getto più comune e generico (tav. III). Vedesi quivi
Dioniso, ampiochiomato e barbato, avanzando da
sinistra, vestito di chitóni podóres e avvolto nel manto,
reggendo colla sinistra un tralcio di vite ampiamente
ramificato, con alcune foglie dipinte in color rosso
scuro. Egli è nell'atto che rivolge indietro il capo,
verso il suo tiaso, composto di un Satiro che sale
sul carro, e di una Menade. Del Satiro, con ampia
barba e lunga coda equina, itifallico, manca la som-
mità della testa e la parte anteriore del busto. La
figura è rappresentata nell'atto del salire, avendo un
grosso e pieno otre sulle spalle. Regge con la destra
le redini e il pungolo, con l'altra mano stringe la
bocca dell'otre. La Menade, rappresentata dietro ai
cavalli, in corrispondenza della figura di Atena, avanza
di corsa, o danzando, reggendo e scuotendo un tirso
in ciascuna mano. La figura, alquanto danneggiata
dall'umidità, appare vestita di chitone ionico di lana,
a fitte pieghe, su cui posa l'hiniation, con una specie
di balteo a tracolla, con borchie; sul capo il kekry-
phalos appuntito. Dietro il carro una specie di colon-
nina o meta, con vertice semilunato.

Il disegno di questa scena risulta all'occhio al-
quanto più trascurato e frettoloso di quello della
scena precedente. D'ambo le parti, poi, la vernice
nera del fondo su cui spiccano le figure non è dap-
pertutto uguale: essa mostra assai visibilmente una
maggiore intensità nel contorno delle figure e dei
particolari, mentre è più debole e diluita tra le
figure stesse e tra un particolare e l'altro del quadro.

È da notare, poi, come l'artefice, nel contornare
di vernice la testa chiomata di Dioniso, abbia dimen-
ticato di mantenere quella linea di rispetto che si
richiedeva per distinguere il contorno della testa dal
nero uguale del fondo. Egli ha quindi ovviato a tale
dimenticanza, segnando il limite della capellatura
mediante una linea incisa ondulata. Questa partico-
larità ci riconduce alla tecnica dei vasi a figure nere,

E BRONZI ECC. 878

mostrandoci chiaramente che l'artefice, educato ed
esperto in questa tecnica, non è ancora abbastanza
esercitato nella tecnica più progredita.

La decorazione a palmette sotto le anse e a lato
di queste è ancora in sul nascere. Sotto una delle
anse è una palmetta a sette foglie, su viticcio a
volute, asimmetrico; sotto l'altra una sola foglia larga,
cuoriforme, su stelo ondulato.

Considerazioni intorno alla Kylix di Panphaios.

La kylix di Panphaios testé descritta richiede,
in vista della sua speciale importanza, che io mi dif-
fonda alquanto su questo che è uno dei principali
oggetti rinvenuti. Dei ventotto vasi dal Klein enu-
merati, portanti la firma di Panphaios (1), cinque
sono istoriati con le imprese di Eracle.

L'episodio della contesa per il tripode tra Eracle
e Apollo è poi, tra i vari soggetti mitologici, uno
dei più frequentemente rappresentati nella pittura
vascolare attica del VI secolo e in quella di stile
severo, dei primi decenni del V secolo. Già il Gerhard
calcolava a trentaquattro i vasi a figure nere o rosse
decorati con questo soggetto (2). La lista potrebb'es-
sere oggi notevolmente accresciuta. Basti però accen-
nare che la medesima scena, ripetuta così di frequente
nel repertorio della pittura vascolare, assume aspetti
diversi a seconda dell' indole e della fantasia dell'ar-
tefice. Gli schemi secondo i quali essa è a volta a
volta rappresentata, si riducono in breve nel modo
seguente :

a) Apollo in atto di inseguire Eracle, rapitore
del tripode;

b) Apollo ed Eracle, isolatamente presi, in atto
di contendersi il tripode che ambedue tengono forte-
mente stretto con le mani ;

c) Apollo ed Eracle colti nel momento della
lotta, in presenza di personaggi e divinità, che inter-
vengono nella lotta direttamente. L'ultimo schema
artistico, il più complesso, è quello adottato già nel
frontone del Tesoro dei Cnidi a Delfo (3) nonché da
Panphaios, nella coppa descritta, dove, con modesti

(1) Die Griech. Vasen mit Meistersignaluren, pag. 87 segg.

(2) Auserlesene Vasenbilder, voi. II, pag. 144 segg.

(3) Perrot-Chipiez, Hist. de VArt, voi. Vili, fig. 160.
 
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