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Nuovo bullettino di archeologia cristiana: ufficiale per i resoconti della Commissione di Archeologia Sacra sugli Scavi e su le Scoperte nelle Catacombe Romane — 12.1906

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Angelini, Giuseppe: Lettera del Dr. Giuseppe Angelini sulla ricognizione delle Reliquie di S. Agnese
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https://doi.org/10.11588/diglit.19820#0097
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G. ANGELINI

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mancante della parete sinistra del cranio e della mascella in-
feriore.

Se infine, per impossibile ipotesi, si trovasse il capo nell’urna,
l’autenticità starebbe tutta per la reliquia della via nomentana,
originario, naturale sito delle spoglie di Agnese. Ma, ripetesi,
tutti i documenti, da Giovanni diacono al Bosio, contraddicono
a questa possibilità affatto da escludersi.

In ogni caso, il dubbio, il dualismo attuale è peggiore di
qualsiasi verità scaturisse dall’urna di Paolo V, verità, che con
tutta probabilità, anzi quasi certezza, imprimerebbe il più sicuro
sigillo di autenticità alla reliquia del Sonda Sanctorum.

*

* *

Il secondo motivo sarebbe l’accertamento del genere di morte
di Agnese. È opinione universale che la martire morisse di spada
o di pugnale, ma v’hanno opinioni in favore del fuoco quale
tormento concomitante o finale (secondo gli atti greci) del suo
martirio. Ora dal colore delle ossa bianche o annerite dal fuoco
si potrebbe dedurre il genere della morte e sebbene qualche fram-
mento di queste ossa trasportate dallo Sfondrati presso la tomba
dell’altra sua gentile patrona, santa Cecilia, nella sua chiesa
in Trastevere, non mostri traccie di ustioni, pure è più sicuro
e più convincente mezzo a provare l’esclusione del fuoco, quello
di esaminare la totalità delle reliquie, non una parte soltanto.

*

* *

Il terzo motivo darebbe una prova ancora più evidente del
genere di martirio di Agnese, se le zolle impregnate di sangue,
del verbale succitato, si riscontrassero veramente tali, come con
tutta probabilità risulteranno. Difatti anche gli antichi, sebbene
non provvisti dei mezzi chimici moderni, pure sapevano distin-
guere la terra dal balsamo.
 
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