DOI Artikel:
Savio, Fedele: Basilla o Bassilla?
DOI Seite / Zitierlink: https://doi.org/10.11588/diglit.19826#0019
BASILLA O BASSILLA ?
13
non era al suo tempo ben determinata. Non appartiene al 328,
come giudicò il Bosio, combattuto in questa parte dal de Rossi,
ma a tempo ignoto, che però si può credere dei due secoli,
a cui attribuisco le altre due, ed è com’esse opera di volgare
epigrafista e di volgare lapicida.
Ivi il nome della Santa è scritto con una sola s, ma sic-
come ci è ignoto se esista ancora la lapide, rimane dubbio
se il Bosio l’abbia copiata con esattezza, oppure se, senza
neppur accorgersene, abbia seguita nello scrivere quel nome
la tendenza ed abitudine sua solita di scrivere Basilici con
una sola s.
Prima di trarre una conseguenza da queste iscrizioni noto,
come cosa da tutti ammessa, la tendenza generale del popolo
a trasformare le consonanti doppie in semplici. Questa ten-
denza poi fu osservata in particolare da un filologo moderno
molto riputato, Guglielmo Scholze, in riguardo ai diminutivi
derivati da un nome proprio con doppia consonante, di guisa,
ch’egli stabilì essere come una legge che nei diminutivi il
popolo romano ometteva le doppie. 1
Ciò posto, sembra lecito inferire che la vera grafia del
nome della Santa era Bassilla con due ss, poiché se le per-
sone del volgo, allorché così la scrissero, andarono contro la
naturale loro tendenza, è segno che fecero molta attenzione
a scrivere quel nome con esattezza, mentre quei che lo scris-
sero con una s sola, ciò fecero, perchè senza riflettere ad
altro badarono solo alla pronunzia usuale.
Dei documenti letterari, contenenti il nome di cui discor-
riamo, il più antico è il feriale fìlocaliano del 354, e questo
nell’edizione fattane dal Mommsen nei Mon. tìerm. Hist.,
Script. Antiq., IX, 70, porta per tre volte, cioè ai 28 agosto
ed agli 11 e 22 settembre, il nome di Basilici con una sola s;
1 Zur G-eschìchte lateinischer Eigennctrnen, p. 462, 463, nelle Abhand-
lungen der K. Gesellsclicift der Wissensch. su GòtUngen, N. F., voi; V,
num. 4,
13
non era al suo tempo ben determinata. Non appartiene al 328,
come giudicò il Bosio, combattuto in questa parte dal de Rossi,
ma a tempo ignoto, che però si può credere dei due secoli,
a cui attribuisco le altre due, ed è com’esse opera di volgare
epigrafista e di volgare lapicida.
Ivi il nome della Santa è scritto con una sola s, ma sic-
come ci è ignoto se esista ancora la lapide, rimane dubbio
se il Bosio l’abbia copiata con esattezza, oppure se, senza
neppur accorgersene, abbia seguita nello scrivere quel nome
la tendenza ed abitudine sua solita di scrivere Basilici con
una sola s.
Prima di trarre una conseguenza da queste iscrizioni noto,
come cosa da tutti ammessa, la tendenza generale del popolo
a trasformare le consonanti doppie in semplici. Questa ten-
denza poi fu osservata in particolare da un filologo moderno
molto riputato, Guglielmo Scholze, in riguardo ai diminutivi
derivati da un nome proprio con doppia consonante, di guisa,
ch’egli stabilì essere come una legge che nei diminutivi il
popolo romano ometteva le doppie. 1
Ciò posto, sembra lecito inferire che la vera grafia del
nome della Santa era Bassilla con due ss, poiché se le per-
sone del volgo, allorché così la scrissero, andarono contro la
naturale loro tendenza, è segno che fecero molta attenzione
a scrivere quel nome con esattezza, mentre quei che lo scris-
sero con una s sola, ciò fecero, perchè senza riflettere ad
altro badarono solo alla pronunzia usuale.
Dei documenti letterari, contenenti il nome di cui discor-
riamo, il più antico è il feriale fìlocaliano del 354, e questo
nell’edizione fattane dal Mommsen nei Mon. tìerm. Hist.,
Script. Antiq., IX, 70, porta per tre volte, cioè ai 28 agosto
ed agli 11 e 22 settembre, il nome di Basilici con una sola s;
1 Zur G-eschìchte lateinischer Eigennctrnen, p. 462, 463, nelle Abhand-
lungen der K. Gesellsclicift der Wissensch. su GòtUngen, N. F., voi; V,
num. 4,