6 Fontane
licis qualitatibus, indirizzato allo stesso Sisto, e stam-
pato in Roma nel 1590.
Nell’anno 1621, sotto il pontificato di Gregorio XIV.
furono allacciate nel territorio, allora Luduvisi, oggi Pal-
lavicini, due vene di circa 40 oncie tuttedue, delle Pan-
tanelle e Fontana Galla. Osservate queste, ed essen-
do state riconosciute buone vennero aggiunte al condot-
to. Urbano Vili, nel 1642 ne raccolse altre 300 oncie
in un bottaccio rimanente dietro la rifolta verso la mo-
la di Pantano, e trovatele pure e buone, fattele girare
attorno alla mola stessa, furono introdotte anch’esse nel
condotto. Anche l’architetto Francesco Fontana nel 1696
ve ne introdusse altre tre vene, siccome ricavasi dalla
Relazione dello stato vecchio e nuovo delVacqua Fe-
lice, cap. 6 e segg. Da ciò ben si vede che Sisto V.
non fu il ritrovatore dell’acqua che porta il suo nome,
come da molti si afferma, ed in particolare dal Cassio,-
ma solo a lui si debbe attribuire il merito d’una pron-
ta e ben guidata esecuzione dell’impresa da altri prima
pensata, e da taluni anche migliorata in seguito ad am-
pliata.
Non è da tacere poi che a’nostri giorni, cioè nel 1838,
il condotto àeWacqua Felice, causa la poca buona co-
struzione, minò in parte, un miglio circa fuori la porta
Maggiore; per cui il regnante pontefice Gregorio XVI.
pronto accorse al riparo del grave danno, facendo rifar
di nuovo ben quindici archi, colla direzione del capo
degl’ingegneri Luigi Brandolini, oltre i risarcimenti qui
e là eseguiti in più luoghi; e ciò con un’ opera mura-
ria d’ottima qualità, e senza paragone migliore di quel-
la di Sisto V. A testimonianza durevole di questo in-
signe benefizio procurato al popolo di Roma , allorché
l’opera rimase compiuta, venne posta in mezzo ai nuovi
archi l’iscrizione seguente:
licis qualitatibus, indirizzato allo stesso Sisto, e stam-
pato in Roma nel 1590.
Nell’anno 1621, sotto il pontificato di Gregorio XIV.
furono allacciate nel territorio, allora Luduvisi, oggi Pal-
lavicini, due vene di circa 40 oncie tuttedue, delle Pan-
tanelle e Fontana Galla. Osservate queste, ed essen-
do state riconosciute buone vennero aggiunte al condot-
to. Urbano Vili, nel 1642 ne raccolse altre 300 oncie
in un bottaccio rimanente dietro la rifolta verso la mo-
la di Pantano, e trovatele pure e buone, fattele girare
attorno alla mola stessa, furono introdotte anch’esse nel
condotto. Anche l’architetto Francesco Fontana nel 1696
ve ne introdusse altre tre vene, siccome ricavasi dalla
Relazione dello stato vecchio e nuovo delVacqua Fe-
lice, cap. 6 e segg. Da ciò ben si vede che Sisto V.
non fu il ritrovatore dell’acqua che porta il suo nome,
come da molti si afferma, ed in particolare dal Cassio,-
ma solo a lui si debbe attribuire il merito d’una pron-
ta e ben guidata esecuzione dell’impresa da altri prima
pensata, e da taluni anche migliorata in seguito ad am-
pliata.
Non è da tacere poi che a’nostri giorni, cioè nel 1838,
il condotto àeWacqua Felice, causa la poca buona co-
struzione, minò in parte, un miglio circa fuori la porta
Maggiore; per cui il regnante pontefice Gregorio XVI.
pronto accorse al riparo del grave danno, facendo rifar
di nuovo ben quindici archi, colla direzione del capo
degl’ingegneri Luigi Brandolini, oltre i risarcimenti qui
e là eseguiti in più luoghi; e ciò con un’ opera mura-
ria d’ottima qualità, e senza paragone migliore di quel-
la di Sisto V. A testimonianza durevole di questo in-
signe benefizio procurato al popolo di Roma , allorché
l’opera rimase compiuta, venne posta in mezzo ai nuovi
archi l’iscrizione seguente: