Spedale della sma Trinità’ Ì51
pietosa , affinchè non rimanessero oziosi nella pratica
di quella sublime virtù. Egli soleva vedere que’pove-
ri che uscivano sanati dagli spedali, essere estenuati ,
languenti, e privi della necessaria vigorìa di membra
per potersi di nuovo dare al lavoro; tantoché per co-
sì fatta ragione il più delle volte tornavano ad infer-
marsi. Per la qual cosa nel 1551, la confraternita del-
la Sma Trinità ( che così ebbe nome la ricordata
pia unione ) incominciò a raccogliere i convalescenti,
ai quali prodigava le opportune cure per quello spa-
zio di tempo che bastar potesse a rinvigorirli, acciò in
seguito non fosse loro impedito di tornare alla fatica.
La compagnia però non aveva chiesa, e Paolo IV. con-
cessele quella di S. Benedetto alla regola, allato a cui
comperarono una casa che mutarono in ospizio pe’pel-
legrini e convalescenti. Correndo l’anno 1612 la chie-
sa venne di nuovo edificata e fu fatta di assoluta pro-
prietà della confraternita. Allora fu che parallelamente
ad essa la fabbrica venne ridotta ne’piani a terreno ad
uso di refettorio , e nei superiori a quello di dormi-
torii. Poscia Clemente XI. eresse nell* interno un al-
tro lungo refettorio con separare due dormitorii, che
formano angolo retto cogli altri detti superiormente. Il
refettorio minore può contenere 240 persone, il mag-
giore 400: i piccoli dormitorii hanno 80 letti ciascu-
no , i grandi 144. La parte serbata alla donne con-
tiene 44 letti e due refettori, uno per 144, l’altro per
160 individui: il totale de’letti ascende a 488 , molti
de’ quali possono capir due persone : ne’due refettori
possono esser servite contemporaneamente 944 perso-
ne. Due sale a terreno, fornite del bisognevole, sono
destinate alla divota ceremonia della lavanda de’pie-
di, che si fa in memoria di quanto il Salvatore ope-
rò verso gli Apostoli: quella degli uomini dà luogo a
pietosa , affinchè non rimanessero oziosi nella pratica
di quella sublime virtù. Egli soleva vedere que’pove-
ri che uscivano sanati dagli spedali, essere estenuati ,
languenti, e privi della necessaria vigorìa di membra
per potersi di nuovo dare al lavoro; tantoché per co-
sì fatta ragione il più delle volte tornavano ad infer-
marsi. Per la qual cosa nel 1551, la confraternita del-
la Sma Trinità ( che così ebbe nome la ricordata
pia unione ) incominciò a raccogliere i convalescenti,
ai quali prodigava le opportune cure per quello spa-
zio di tempo che bastar potesse a rinvigorirli, acciò in
seguito non fosse loro impedito di tornare alla fatica.
La compagnia però non aveva chiesa, e Paolo IV. con-
cessele quella di S. Benedetto alla regola, allato a cui
comperarono una casa che mutarono in ospizio pe’pel-
legrini e convalescenti. Correndo l’anno 1612 la chie-
sa venne di nuovo edificata e fu fatta di assoluta pro-
prietà della confraternita. Allora fu che parallelamente
ad essa la fabbrica venne ridotta ne’piani a terreno ad
uso di refettorio , e nei superiori a quello di dormi-
torii. Poscia Clemente XI. eresse nell* interno un al-
tro lungo refettorio con separare due dormitorii, che
formano angolo retto cogli altri detti superiormente. Il
refettorio minore può contenere 240 persone, il mag-
giore 400: i piccoli dormitorii hanno 80 letti ciascu-
no , i grandi 144. La parte serbata alla donne con-
tiene 44 letti e due refettori, uno per 144, l’altro per
160 individui: il totale de’letti ascende a 488 , molti
de’ quali possono capir due persone : ne’due refettori
possono esser servite contemporaneamente 944 perso-
ne. Due sale a terreno, fornite del bisognevole, sono
destinate alla divota ceremonia della lavanda de’pie-
di, che si fa in memoria di quanto il Salvatore ope-
rò verso gli Apostoli: quella degli uomini dà luogo a