312 Luoghi d5 istruzione puuBLieA
leggere i Dottori dello studio , imperocché alcuno deJ
papi residenti in Avignone procedette nel nominarli in
vigore del potere senatorio, di cui era investito. Secon-
do gli statuti antichissimi di Roma, compilati dopo la
prima metà del secolo XIV., la scelta de’Dottori rima-
se a’ Conservatori della città, e a un certo numero di
oneste persone prese da ciascun rione. Quando nel se-
colo XV. lo studio fu riformato, i professori venivano
scelti dai Conservatori assieme ai Riformatori. Sotto
Eugenio IV. isoli Riformatori comunemente elegevan-
li, e poi anche in compagnia del Rettore dell’Univer-
sità. In questo mezzo però i papi talvolta li nomina-
vano da per loro, e talvolta facevan intendere ai Ri-
formatori quali personaggi eglino avessero designati: sì
fatta usanza invalse anche sul principio del XVI. se-
colo, sotto Leone X. Gregorio XIII. concedette ai ro-
mani il privilegio di legger nello studio, dopo aver dato
saggio di sé con una pubblica lezione fatta innanzi al
card, protettore, al Rettore e ai Riformatori. Sisto V«
attribuì la facoltà di scegliere i professori alla Congre-
gazione de’cardinali protettori dell’Archiginnasio, da lui
stabilita. Durante il secolo XVII. non vi fu su ciò re-
gola stabile: i papi , e i cardinali Camerlinghi il più
delle volte nominavano i lettori a loro piacimento; al-
cuna volta però s’ebbe il costume d’invitare a qualche
cattedra con un editto , chiunque volesse fare esperi-
mento della sua capacità. Così s’introdusse l’uso de’co/z-
corsi, che tenevansi avanti alcuno de’cardinali protet-
tori, ovvero innanzi al Camerlingo , intervenendo gli
avvocati Concistoriali. Innocenzo XII. costumava nomi-
nar da sé i lettori , e in tal modo fu proseguito nel
secolo XVI1L, fino a Benedetto XIV., il quale a tutti
i metodi passati, antepose quello di eleggere i profes-
sori per via di concorso, Egli volle che i concorrenti
leggere i Dottori dello studio , imperocché alcuno deJ
papi residenti in Avignone procedette nel nominarli in
vigore del potere senatorio, di cui era investito. Secon-
do gli statuti antichissimi di Roma, compilati dopo la
prima metà del secolo XIV., la scelta de’Dottori rima-
se a’ Conservatori della città, e a un certo numero di
oneste persone prese da ciascun rione. Quando nel se-
colo XV. lo studio fu riformato, i professori venivano
scelti dai Conservatori assieme ai Riformatori. Sotto
Eugenio IV. isoli Riformatori comunemente elegevan-
li, e poi anche in compagnia del Rettore dell’Univer-
sità. In questo mezzo però i papi talvolta li nomina-
vano da per loro, e talvolta facevan intendere ai Ri-
formatori quali personaggi eglino avessero designati: sì
fatta usanza invalse anche sul principio del XVI. se-
colo, sotto Leone X. Gregorio XIII. concedette ai ro-
mani il privilegio di legger nello studio, dopo aver dato
saggio di sé con una pubblica lezione fatta innanzi al
card, protettore, al Rettore e ai Riformatori. Sisto V«
attribuì la facoltà di scegliere i professori alla Congre-
gazione de’cardinali protettori dell’Archiginnasio, da lui
stabilita. Durante il secolo XVII. non vi fu su ciò re-
gola stabile: i papi , e i cardinali Camerlinghi il più
delle volte nominavano i lettori a loro piacimento; al-
cuna volta però s’ebbe il costume d’invitare a qualche
cattedra con un editto , chiunque volesse fare esperi-
mento della sua capacità. Così s’introdusse l’uso de’co/z-
corsi, che tenevansi avanti alcuno de’cardinali protet-
tori, ovvero innanzi al Camerlingo , intervenendo gli
avvocati Concistoriali. Innocenzo XII. costumava nomi-
nar da sé i lettori , e in tal modo fu proseguito nel
secolo XVI1L, fino a Benedetto XIV., il quale a tutti
i metodi passati, antepose quello di eleggere i profes-
sori per via di concorso, Egli volle che i concorrenti