620 Palazzi e Gallerie
Marco Aurelio, e nell’altro- l’apoteosi di Faustina giu-,
niore sua moglie. Da mano destra nel muro è posta una
lapide in cui è la effigie della forma che debba avere
il cappuccio usato, dai famigli di Roma. Si vuol qui di
re, che i detti famigli si pigliano da Vitorchiano, feudo
de] Senato romano, e che un tal privilegio è conceduto
a quella terra pei’ essersi mantenuta sempre fedele al
Senato , e per aver con coraggio sostenuto un assedio
contro i viterbesi nell’anno 1267: essi appunto per ciò
chiamansi fedeli, e vestono le foggie e i colori rosso e
giallo, che erano quelli usati dal Senato ne’tempi bassi.
Di contro alla scala apresi una porta per cui si ha l’in-
gresso all’appartamento àe Conservatori. La vastissima
sala , che prima trovasi , comunemente dicesi del cav.,
d’Arpino, imperocché quel pittore rappresentò nelle pa-
reti di essa i fatti principali della storia romana, e so-
no : Romolo e Remo fanciullini rinvenuti da Faustolo.
pastore a piè del celebre fico ruminale : Romolo che
coll’aratro va tracciando il solco, che descriver debba
il giro delle mura di Roma : il rapimento delle donne
sabine: il sacrifizio di Ninna colle Vestali: il fiero com-
battimento seguito tra’Romani e i Vejenti, sotto la con-
dotta di Tulio Ostilio, re di quelli , e Mezio Suffezio,
re de’secondi: la pugna de’tre Orazi romani, contro tre
Curiali albani , in uno spazio lasciato libero fra’ due
campi. Questi sono i soggetti eseguiti a fresco dal Ce-
sari ; ma se tu ne cavi 1’ ultimo che ha qualche parte
buona , gli altri debbonsi ritenere come lavori di nis-
sun conto, poiché furono condotti dal cav. d’Arpino do-
po il suo ritorno da Parigi, quando cioè si era risoluto
a mutar stile, e per disgrazia lo mutò in peggio. In que-
sta sala sono tre statue colossali sedenti, rappresentanti
tre pontefici, cioè Leone X., Urbano Vili, e Innocen-
zo X. La prima di esse fu pessimamente scolpita in
Marco Aurelio, e nell’altro- l’apoteosi di Faustina giu-,
niore sua moglie. Da mano destra nel muro è posta una
lapide in cui è la effigie della forma che debba avere
il cappuccio usato, dai famigli di Roma. Si vuol qui di
re, che i detti famigli si pigliano da Vitorchiano, feudo
de] Senato romano, e che un tal privilegio è conceduto
a quella terra pei’ essersi mantenuta sempre fedele al
Senato , e per aver con coraggio sostenuto un assedio
contro i viterbesi nell’anno 1267: essi appunto per ciò
chiamansi fedeli, e vestono le foggie e i colori rosso e
giallo, che erano quelli usati dal Senato ne’tempi bassi.
Di contro alla scala apresi una porta per cui si ha l’in-
gresso all’appartamento àe Conservatori. La vastissima
sala , che prima trovasi , comunemente dicesi del cav.,
d’Arpino, imperocché quel pittore rappresentò nelle pa-
reti di essa i fatti principali della storia romana, e so-
no : Romolo e Remo fanciullini rinvenuti da Faustolo.
pastore a piè del celebre fico ruminale : Romolo che
coll’aratro va tracciando il solco, che descriver debba
il giro delle mura di Roma : il rapimento delle donne
sabine: il sacrifizio di Ninna colle Vestali: il fiero com-
battimento seguito tra’Romani e i Vejenti, sotto la con-
dotta di Tulio Ostilio, re di quelli , e Mezio Suffezio,
re de’secondi: la pugna de’tre Orazi romani, contro tre
Curiali albani , in uno spazio lasciato libero fra’ due
campi. Questi sono i soggetti eseguiti a fresco dal Ce-
sari ; ma se tu ne cavi 1’ ultimo che ha qualche parte
buona , gli altri debbonsi ritenere come lavori di nis-
sun conto, poiché furono condotti dal cav. d’Arpino do-
po il suo ritorno da Parigi, quando cioè si era risoluto
a mutar stile, e per disgrazia lo mutò in peggio. In que-
sta sala sono tre statue colossali sedenti, rappresentanti
tre pontefici, cioè Leone X., Urbano Vili, e Innocen-
zo X. La prima di esse fu pessimamente scolpita in