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https://doi.org/10.11588/diglit.7517#0035
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Haghìa Triàda
di pietra raccoglie le acque piovane. A destra una sca/
letta portava al piano superiore; a nord, in un vano
in parte sprofondato, si conserva un recipiente rettane
golare, formato da lastre di gesso, che pure doveva
servire da ripostiglio, non avendo dimensioni sufficienti
per bagno. È da notare che a Haghìa Triàda man'
cano completamente i bagni o " bacini lustrali „
che sono una delle caratteristiche dei grandi palazzi
contemporanei.
Tornati al portico 12, per la porta sud si va ad una
scala a gradini di gesso che porta al piano superiore: è
illuminata da un portico che dà accesso ad un gruppo
di stanze, le quali servirono per dispense e servizio. Le
due porte a sud sono separate da un blocco di gesso con
tre coppie di fori per incassarvi i perni di collegamento
con l'armatura lignea degli stipiti. Il vano 15 sembra
fosse un deposito di ceramiche, perchè vi furori trovati
numerosi vasi di terracotta senza tracce di uso: aveva
due pilastri centrali, con basi di conglomerato rossastro,
ed impiantito a lastre di calcare. Nel vano a sud del
vano 16, ai due angoli sud e a metà di quello nord,
si vedono degli ammassi di terra, rivestiti di stucco, con
vaschetta centrale, destinati forse ad impastare.
Da questo vano per mezzo di una scaletta si entra in
ambienti modesti con pavimenti di terra battuta, p«v
babilmente per uso della servitù; 1 vani non comuni/
cano con il quartiere nobile e, spesso, nemmeno fra di
loro: vi si entrava o da ovest, se vi erano porte esterne,
o dal piano superiore per mezzo di scale di legno. In uno
di questi vani fu trovato il bel bicchiere di steatite raffi-'
gurante tre soldati con grandi scudi davanti ad un capi'-
tano (al Museo di Candia). Questi vani erano illumi^
nati dalle finestre rispondenti sul pozzo di luce 9, nel
quale si scende da una piccola porta esterna a sud: nel
pavimento di terra battuta sono scavate due fosse coperte
e provviste di chiusino, nelle quali potevano racco'
gliersi le acque piovane.
Haghìa Triàda
di pietra raccoglie le acque piovane. A destra una sca/
letta portava al piano superiore; a nord, in un vano
in parte sprofondato, si conserva un recipiente rettane
golare, formato da lastre di gesso, che pure doveva
servire da ripostiglio, non avendo dimensioni sufficienti
per bagno. È da notare che a Haghìa Triàda man'
cano completamente i bagni o " bacini lustrali „
che sono una delle caratteristiche dei grandi palazzi
contemporanei.
Tornati al portico 12, per la porta sud si va ad una
scala a gradini di gesso che porta al piano superiore: è
illuminata da un portico che dà accesso ad un gruppo
di stanze, le quali servirono per dispense e servizio. Le
due porte a sud sono separate da un blocco di gesso con
tre coppie di fori per incassarvi i perni di collegamento
con l'armatura lignea degli stipiti. Il vano 15 sembra
fosse un deposito di ceramiche, perchè vi furori trovati
numerosi vasi di terracotta senza tracce di uso: aveva
due pilastri centrali, con basi di conglomerato rossastro,
ed impiantito a lastre di calcare. Nel vano a sud del
vano 16, ai due angoli sud e a metà di quello nord,
si vedono degli ammassi di terra, rivestiti di stucco, con
vaschetta centrale, destinati forse ad impastare.
Da questo vano per mezzo di una scaletta si entra in
ambienti modesti con pavimenti di terra battuta, p«v
babilmente per uso della servitù; 1 vani non comuni/
cano con il quartiere nobile e, spesso, nemmeno fra di
loro: vi si entrava o da ovest, se vi erano porte esterne,
o dal piano superiore per mezzo di scale di legno. In uno
di questi vani fu trovato il bel bicchiere di steatite raffi-'
gurante tre soldati con grandi scudi davanti ad un capi'-
tano (al Museo di Candia). Questi vani erano illumi^
nati dalle finestre rispondenti sul pozzo di luce 9, nel
quale si scende da una piccola porta esterna a sud: nel
pavimento di terra battuta sono scavate due fosse coperte
e provviste di chiusino, nelle quali potevano racco'
gliersi le acque piovane.