Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

DellaVolpaia, Eufrosino; Ashby, Thomas [Editor]
Le piante maggiori di Roma dei sec. XVI e XVII: riprodotte in fototipia (Appendice 2): La campagna romana al tempo di Paolo III: mappa della campagna romana del 1547 di Eufrosino della Volpaia ; riprod. dall'unico esemplare esistente nella Biblioteca Vaticana — Roma, 1914

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.25720#0018
Overview
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
2

Introduzione

minio vostro, ne, altrove stampati, in quelli vendere, sotto
pena de ducati 200 al contrafacente, et de perder l’opere,
la qual pena sia divisa per terzo fra quel magistrato che
farà l’essecutione l’accusator e lui supplicante
Die xiiii Aprilis

Che al fìdel nostro Hieronymo Giberto libraro sia con-
cesso quanto humilmente ha supplicato, et il mèdesimo sia

etiam concesso a.. .

et a Eufrosino della Volpaja per il novo suo

disegno di Roma et contorni, et a.

essendo tutti loro obbligati di osservar quanto in materia
di stampe è statuito per leggi nostre
De parte 154

De non 2
Non sync(eri) 2 ».

Della famiglia di questo Eufrosino della Volpaja sap-
piamo qualche notizia dai seguenti estratti delle Vite del
Vasari (edizione Milanesi, VI, 61).

« L’anno poi 1529, dandosi ordine alla guerra ed all’as-
sedio di Firenze, papa Clemente settimo per veder in che
modo ed in quali luoghi si potesse accommodare e spartir
l’esercito, e vedere il sito della città appunto, avendo ordi-
nato che segretamente fosse levata la pianta di quella città;
cioè, di fuori ad un miglio, il paese tutto con i colli, monti,
fiumi, balzi, case, chiese, ed altre cose; dentro, le piazze,
e le strade, ed intorno le mura ed i bastioni con l’altre
difese; fu di tutto dato il carico a Benvenuto di Lo-
renzo dalla Volpaja, buon maestro d’oriuoli e qua-
dranti, e bonissimo astrologo, ma sopra tutto eccellentis-
simo maestro di levar piante : il quale Benvenuto volle in
sua compagnia il Tribolo,1 e con molto giudizio; perciocché
il Tribolo fu quegli che mise manzi che detta pianta si
facesse, acciò meglio si potesse considerar l’altezza de’ monti,
la bassezza de’ piani, e gli altri particolari, di rilievo. Il che
far non fu senza molta fatica e pericolo; perchè stando

1 Nicolò Pericoli (1485-1550) allievo di Iacopo Sansovino ; il suo capo-
lavoro a Roma è la tomba di Adriano VI nel coro di S. Maria del-
l’Anima, scolpita in questo stesso anno 1529. Burckhardt, Cicerone
ed. 10 II. 556.

2 Di questo modello di legname fatto dal Tribolo e da Benvenuto
della Volpaja parla ancora il Varchi nel libro IX della sua Storia (Firenze,
Le Monnier, 1858, voi. II, pag. 38): «in quei tempi levando insieme
amenduni la pianta di Firenze in non meno di sei mesi, non lavorando
se non la notte, per non essere, secondo l’uso del popolo di Firenze,
impediti dalla gente, con incredibile studio, e diligenza lo misurarono
tutto quanto, e ne fecero un modello di legname, il quale ebbe poi
Papa Clemente, e lo tenne in camera sua tutto il tempo eh’ egli
vivette ».

3 Frey in Jalirb. Preuss. Kunstsammlungen XXX (1909) Beiheft,
137 « curator aqueductus Beluederis et suprastans fontis platee Sancti
Pétri de Urbe » (documento del 7 Giugno 1532 rieH’.4,S7').

4 Le pitture di questa cappella furono distrutte, circa il 1760, per
rimodernare il coro.

5 Lorenzo di Benvenuto Volpaja nacque in Firenze nel 1446 e morì
nell’8 di marzo 1542.

Il Morelli nel catalogo dei Codici manoscritti volgari della libreria
Naniana, p. 14, dà la descrizione seguente di un codice cartaceo in 8°
del sec. xvi (n“ X), che ora sta nella Biblioteca Marciana (Cl. IV, Cod. XLI):

« Libro di macchine diverse di Lorenzo della Volpaja Fiorentino, di
Benvenuto, e di Fresino di lui figliuoli, e d’altri huomini d’ingegno.
Comprende il codice più disegni di macchine meccaniche inventate da
Lorenzo della Volpaja e dai suoi figliuoli: i quali disegni al principio

fuori tutta la notte a misurar le strade, e segnar le misure
delle braccia da luogo a luogo, e misurar anche l’altezza
e le cime de’ campanili e delle torri, intersegando con la
bussola per tutti i versi, ed andando di fuori a riscontrar
con i monti la cupola, la quale avevano segnato per centro,
non condussero così fatt’ opera se non dopo molti mesi,
ma con molta diligenza, avendola fatta di sugheri perchè
fusse più leggiere; e ristretto tutta la macchina nello spazio
di quattro braccia, e misurato ogni cosa a braccia piccole.
In questo modo, dunque, finita quella pianta, essendo di
pezzi, fu incassata segretamente, ed in alcune balle di lana,
che andavano a Perugia, cavata di Firenze e consegnata a
chi aveva ordine di mandarla al papa; il quale nell’assedio
di Firenze 'se ne servi continuamente, tenendola nella camera
sua, e vedendo di mano in mano, secondo le lettere e gli
avvisi, dove e come alloggiava il campo, dove si facevano
scaramuccie, ed in somma in tutti gli accidenti, ragiona-
menti, e dispute che occorsono durante quell’assedio, con
molta sua sodisfazione, per essere cosa nel vero rara e ma-
ravigliosa...2 Chiamato Benvenuto dal papa andò a Roma
a baciare i piedi a Sua Santità, e da lui fu messo a custodia
di Belvedere3 con onorata provisione ; nel qual governo
avendo Benvenuto spesso ragionamenti col papa, non
mancò, quando di ciò far gli venne occasione, di celebrare
il Tribolo, come scultore eccellente, e raccomandarlo calda-
mente; di maniera che Clemente, finito l’assedio, se ne
servì ».

Ivi II, 593. « Alessio Baldovinetti dove [nella cappella
a fresco di S. Trinità a Firenze]4 fece la storia della reina
Saba che va ad udire la Sapienza di Salomone, ritrasse il
magnifico Lorenzo de’ Medici, che fu padre di Papa Leone X;
Lorenzo dalla Volpaia, eccellentissimo maestro d’oriuoli ed
ottimo astrologo 5 il quale fu quello che fece, per il detto
Lorenzo de’ Medici, il bellissimo oriuolo che ha oggi il
signor duca Cosimo in palazzo ». 6

si ricorda, che essendo stati adunati da Frosino, dopo la morte di esso
in Francia succeduta furono trovati presso un Poggini libraio di Roma,
e poi passarono nelle mani di Bernardo Buontalenti, e d’altri famosi
artefici, i quali con essi si son fatti onore ... ».

« Di Lorenzo sono esposte nel Codice altre invenzioni a fatture d’oro-
logi (e principalmente de’ pubblici a Firenze) e a costruzione di mulini,
e di macchine idrauliche appartenenti; ne’ quali lavori, più che in altri,
egli s’è esercitato ».

« Di Benvenuto, che fu lo scrittore dei Codice, oltre ad orologi di
varia forma, alcuni ordigni si veggono da lui trovati per segare, man-
ganare, trarre pesi, macinare, ed altri simili usi... ».

« Col nome di Frosino della Volpaja altro nel Codice non si scorge,
che uno strumento di metallo da lui fatto in Venezia, per misurare
le distanze; ma qualche altra cosa di simil genere mostra il fratello
Benvenuto d’avere dal medesimo avuta ».

« Inoltre si trovano qui rappresentate senz’ordine veruno le inven-
zioni che seguono [sono varie invenzioni meccaniche del cinquecento].
Ciò tutto è disegnato e scritto da Benvenuto della Volpaja. Ma nel pas-
sato secolo Marco Settimani Priore degl’ Innocenti in Firenze alcuna
cosa del suo v’ha inserita ». V. pure C. Frati e A. Segarizzi, Catalogo
dei codici marciarli italiani, II. 28.

8 Ora si conserva nel Museo Fisico fiorentino, nella stanza delle
macchine antiche. Vedasi pure Benvenuto Cellini nel proemio della sua
Orificeria e il Poliziano, libro IV, epist. 8, lettera scritta da Fiesole
a Francesco Casa nel 1484, citata dal Milanesi. Cf. Lanciani, Cod.
Bari). XXX. 89 (ora Bari). Lat. 2016) f. 540 in A. S. B. S. P. VI. 475.

« Nel giardino già detto de’ Medici, sopra un posamento in piano sta,
 
Annotationen