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DellaVolpaia, Eufrosino; Ashby, Thomas [Hrsg.]
Le piante maggiori di Roma dei sec. XVI e XVII: riprodotte in fototipia (Appendice 2): La campagna romana al tempo di Paolo III: mappa della campagna romana del 1547 di Eufrosino della Volpaia ; riprod. dall'unico esemplare esistente nella Biblioteca Vaticana — Roma, 1914

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https://doi.org/10.11588/diglit.25720#0024
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8

Introduzione

figura 86) è semplicemente una copia di quella dell’Or-
telius.

7. Nel Parergon, invece, che l’Ortelius ha aggiunto alle
edizioni posteriori del suo atlante 1 troviamo (tav. XX11I)
una carta dedicata intieramente al periodo classico, esten-
dendosi da Porta ad Amiternum e da Casinum a Sinuessa.

LATIVM | ex conatibus Geographicis I Abraham Ortelii
Antverp. Cum priuilegio decennali \ Imp. Reg. et Braban-
tiae 1595.

Nel campo è riprodotta una vedutina del Monte Circeo,
col titolo: MONS CIRCAEVS AD \ VIVUM DELINEA-
TVS, AB | ANGELO BREVENTANO.

Questa carta quindi è opera dell’Ortelio stesso, come
quasi tutte quelle del Parergon.

8. La pianta della Campagna Romana dipinta a fresco
da Pietro da Cortona nella sala geografica del secondo
piano di Castel Fusano (Tomassetti, n. 16 e tav. IV, la
quale non ne comprende che la parte inferiore)2 è stata
copiata anch’essa dalla nostra, con la scelta in parte arbi-
traria di alcuni pochi nomi e con l’omissione dei più.

Nell’angolo sinistro superiore però sono aggiunti alcuni
paesi: Mozzano, Mugliano, Carcata (sic), Leprignano, Civir
iella e 8. Alaria della Farfa.

9. Le piante del Lazio e del Patrimonio di S. Pietro 3
nella Galleria Geografica Vaticana mi sembrano un lavoro
affatto indipendente, che richiederebbe uno studio speciale.
Le carte della Galleria Geografica, originalmente dipinte
sotto Gregorio XIII, hanno subito poi restauri sotto
Urbano Vili, restauri che ne hanno un poco cambiato il
carattere. 4

10. Nel 1585 il Mercator pubblicò le sue carte di Gallia
e Germania e nel 1590 quella dell’Italia. Fra queste si
trova quella citata dal Tomassetti (Vili, p. 40) di LATIVAI
nane Campagna di Roma la quale misura m. 0.450X0.345.

Essa deve essere stata fatta con conoscenza della nostra,
ma comprende molto di più, salvo verso Occidente, ove ter-
mina con tutto il lago di Bracciano. La nostra riprodu-
zione (fig. 5) anzi non ne comprende che la metà sinistra.

Fu copiata in formato piccolo (m. 0.123 X 0.084) nell'Atlas
Minor Gerardi Alercatoris a J. Hondio plurimis aeneis ta-
bulis auctus (1607), e da Pietro Berti nei suoi Tabularum
Geographicarum contractarum libri septem (Amsterdam,
Hondius, 1616), p. 538.

La carta citata dal Tomassetti nel n. 15 con la mede-
sima leggenda, come pubblicata ad Amsterdam nel 1620,
non è che un foglio tolto da un’edizione posteriore (Nordens-
kiòld, op. cit., p. 132-133).

1 Ve n’è un esemplare alla biblioteca Vittorio Emanuele (segna-

tura 6.25. 0. 18).

3 Una fotografia dell’ intera pianta fu gentilmente messa a mia
disposizione dal Comm. P. Orlando.

3 La prima è riprodotta malamente dal Pistoiesi, Il Vaticano, VI
tav. 106. Il Winghe, in un’altra lettera all’Ortelius (n. 217: op. cit.,
p. 520) del 13 luglio 1592, ne manda una copia che dice fatta in fretta
in due ore stando in piedi (la quale è riprodotta in facsimile alla fine
del volume). Asserisce però che godeva fama poco buona, e che si rite-
neva che il Danti non s’intendeva del lavoro.

4 Pistolesi, cit. p. 165: L. 8. 8. IV. 60.

5 La prima opera del Magi ni, Geographiae Universae tutti veteris

11. Affatto indipendente dal Mercator è stato Giovanni
Antonio Magini, 5 le carte del quale furono pubblicate dal
figlio Fabio soltanto nel 1620 e più volte ristampate.3 Fra
queste si trovano due carte che ci riguardano: il Patrimo-
nio di S. Pietro Sabina e ducato di Castro e la Campagna
di Roma olim Latium (nn. 41-42). Misurano m. 0.451 x 0.343
ciascuna.

La nomenclatura ci assicura che si è fatto sempre ricorso
alla nostra carta; il distretto rappresentato è molto più grande,
ed è identico presso a poco con quello scelto dal Mercator,
salvo che verso Occidente si arriva fino a Montalto.

Queste carte unite in una sono servite come fonda-
mento non solo della piccola carta (m. 0.23 x 0.162) del
Patrimonium S. Petri cum territorio Romano alla pag. 122
della Nova et Accurata Italiae Hodiernae clescriptio del-
l’Hondio (Amsterdam, 1626), ma anche di quella di Ioannes
Ianson incisa ad Amsterdam (m. 0.491 X 0,377) col titolo:

PATRIMONIO DI S. | PIETRO, SABINA | ET CAAI-
PAGNA DI | ROMA, olim Latium che porta lo stemma di
Urbano Vili.

È una delle carte del suo Theatrum Urbium Europae
del quale il Tomassetti (n. 18) cita un’edizione posteriore
all’anno 1657.

Mi pare che da questa (e non all’opposto, come ci fa-
rebbe credere il Tomassetti) sia stata copiata (e con gran-
dissima esattezza) la carta del Blaeu:

CAAIPAGNA DI ROAIA \ olim Latium | PATRIAIO-
NIO DI S. PIETRO | et | SABINA, dedicata a Cassiano
dal Pozzo e pubblicata nel voi. Ili del Theatrum Orbis
Terrarum (Amsterdam, 1640, dopo la pag. 64; misura
m. 0.478 X 0.362).

12. Viene appresso la carta di Innocenzo Mattei (Tomas-
setti, n. 19, che per errore l’attribuisce all’anno 1667).

TAVOLA | Esatta dell'antico Latto \ E NO VA CAM-
PAGNA | DI ROAIA j Situata sotto il quinto Clima \ DE-
DICATA | AULII»'0 et Eccmo Sigre \ D. SIGISAIONDO
CHIGI | GRAN PRIORE DI ROMA \ E SIG™ SVO
BENIGM0 | Da | Innocenzo Mattei Rombano) M .... )
C( . . .) | Ant( or e) et Descrittore) Geografico) | in Roma \
l'Anno 1666. Misura m. 0.507x0.379.

il rame con la sostituzione dell’ultima riga della dici-
tura : Nella Stamperia di G. Iac. de Rossi alla Pace
(1649-1691) fu adoperato per il Mercurio Geografico del
de Rossi stesso, ed esiste ancora alla R. Calcografia (n. 1520
del 'Catalogo).

La carta fu accuratamente ristampata nel Vetus Latium
del Kircher (Amsterdam, 1671) da un nuovo rame di

tum novae absolutissimum opus. 2 voi. in 4°, pubblicata a Venezia
nel 1596, contiene 37 Tabulae Recentiores, incise da Girolamo Porro
(Nordenskiòld, op. cit., p. 27). Ma la carta del Lazio che vi si trova
(p. 114 verso) non è che una copia della carta dell’Ortelius in dimensioni
minori (m. 0.162x0.114). Fu ristampata a Colonia (1597), Venezia (1598),
Colonia (1608), Arnheim (1617), Padova (1621) (Nordenskiòld, op. cit.,
pp. 27-28, nn. 37-39, 44, 45, 47).

6 L’opera del Magini ricevette il privilegio papale nell’anno 1608, ma
vide la luce a Bologna solo nel 1620. Delle due copie che posseggo,
una porta, alla fine del testo, la data 1630, l’altra 1642 ; ed il ritratto in
ambedue ha la data 1632. Un’esatta collazione delle diverse ristampe
avrebbe un certo interesse bibliografico.
 
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