III. - Indice e illustrazione delle leggende della vostra carta
27
s. L’Osa fiume.
Il nome castrum Ose (per il Castellacelo dell’Osa, che
non è segnato nella nostra carta) compare nella Bolla di
Onorio III (1218) per S. Paolo (APa. 16 in B. S. B. XXXI,
196; T. X, 490).
d. Pantano di grifi.
La menzione più antica è quella della lapide greca del
sec. vin, relativa ai beni di S. Erasmo sul Celio, ove sono
indicati i due nomi 11ATA NON e &OYNAOZ rPH&HZ.
Dei proprietari Grifi o de Grifìs si ha notizia pure in
atti del sec. x [B. Subì. pp. 6, 19, 29, 36). Il T. VI, 152;
X, 494 ne dà notizia (v. pure D. 0. 462) alle quali aggiun-
gasi che il documento A. P. 8 (v. T. X, 500) nomina pure
medietatem de totani alia terra sementando, et silvis et
pascua qui appellabatur Pasto rida vel Pantana: e ohe
il Casale de Grufi (sic) è nominato nella Bolla di Inno-
cenzo IV (1244) per S. Lorenzo fuori le Mura (B. S. B.
XXVI, 398).
Vi è anche una vendita Casalium et Tenìmentorum
Pantan de Griffi, Peata Bometa, le Pratarine, le Pantanelle,
le Cete di Bibba, il Resacco, le due Vaszole di 300 rubbia
in circa in territorio urbis fatta da Pompeo Colonna duca di
Zagarolo a Bernardo Olgiati di Como (A Cap. P. Campana,
lib. inslr. f. 178 ap. J. C. 1446). Vedi B. « Cas. di Bernardo
Olgiato, hoggi di Martio Colonna, r. 200 ». Cat. A. IX, 16.
d. Osteria.
È la casa ora chiamata Casa del Pescatore al sud del
lago: mentre l’odierna osteria si trova nella sponda sinistra
dell’Osa.
s. * [Strada di Ponte Lucano].
d. *Lago di S. Praseda.
Per la storia antica del lago di Gabii v. P. B. S. R.
I, 181; e per quella medioevale T. VI, 157; X4 497 e B.
C. 462, dai quali tolgo le notizie seguenti:
La più antica traccia del dominio di S. Prassede appare
nell’anno 1139 [A. P. 21), essendovi un condominio colla
badia di Grottaferrata e S. Giovanni a Porta Latina; la
prima nel 1153 cedette la sua parte a S. Prassede (ih. 26),
ma la seconda concesse la sua in enfiteusi perpetua a
S. Paolo (ib. 41).
Nel 1225 comincia ad apparire il Castiglione, castello
posto sul sito dell’acropoli di Gabii, che nella nostra carta
è segnata a N. del lago.
Nel 1527 i monaci di S. Prassede vendettero Castiglione
e Mompeo a Luigi Gaddi, e nel 1541 concessero il lago in
enfiteusi perpetua agli Strozzi.
Nel 1578 Leone Strozzi vendette il tenimento col lago
a Marcantonio Colonna.
Nel 1614 Pierfrancesco Colonna vendette il lago e Pan-
tano al card. Scipione Borghese, che prosciugò il lago e
redense il canone di S. Prassede.
Il Casale di Castiglione, invece, nel 1660 era proprietà
del duca Lante (Cat. A. IX, 8); nel 1770 fu degli Azzolini,
e nel 1824 passò ai Borghese.
* S. Giuliano.
Nell’enfiteusi della chiesa di S. Primitivo ecc. concessa
dalla chiesa di S. Giovanni a Porta Latina all’abate di Grot-
taferrata nel 1060 (A. P. 8) è menzionato fra i confini il rivus
Sancti Iuliani; e nella Bolla di Gregorio VII per S. Paolo
(APa. 1 in R. S. R. XXXI, 281) è annoverata curtis et massa
S. Iuliani, cuoi pantanis et silvis, terris cultis et incultis,
sicut antiquitus limitata fuit cum medietate laci Borrani
(nome medioevale del lago di Gabii). Vedi T. X, 485, 488.
Nel 1564 (14 Nov.) fu un quarto della tenuta di Lun-
ghezza, e fu affittato come tale da Boberto Strozzi (AST.
prot. 1522, C. Saccoccia 739).
Il nome rimane attaccato al fosso che scorre ad E. di
Castiglione, ma l’edifizio è sparito.
s. * Fontana amara.
E da notare che un « fontanile dell’acqua puzza » (cioè
sulfurea) esiste ancora a d. del chilometro 21° della via
odierna.
s. * Pantano di Guazzo.
Nella donazione della chiesa di Ss. Primo e Niccolò
all’abate Lioto da Giovanni e Bona, nell’anno 1030 (AP. 5)
c’è il seguente passo : Et concedimus sccisalem de terram
in integro uno cum arboribus, in locum qui vocatur petie
Maiore in scasale de Saquisa, et inter afìnes ab uno [latere]
pantano qui vocatur de Aso usque in flubio Tiberio [Teve-
rone, cioè l’Aniene], a secundum latere suprascripto flubio, a
tertio latere rigo maiore, a quarto latere vineam et terram
de suprascripti donatori qui detinet ipsi suprascripti dona-
tori terra qui detinet Leo de Scoriso et de Merco in locum
qui vocatur Scorsano.
Non c’è dubbio che questo sia il Pantano di Guazzo
che figura pure nella carta delfAmeti: ora è chiamato
Pantano di Granaraccio.
d. * Passerano.
Il « fundum q. v. Passarano » è registrato col « f. Dona-
belli », tra i confini di altri fondi del territorio Tiburtino
confermati alla badia Sublacense nella Bolla di Leone VII,
dell'tl Luglio 936 (B. Subì. p. 48) v. T. VI, 167; X, 506 sgg.,
il quale ne dà la storia.
Appartenne a S. Paolo fino al 1430, nel quale anno fu
venduto ai Colonna, che lo tennero fino al 1622, quando
lo vendettero ai Ludovisi, dai quali alla fine fu venduto
ai Rospigliosi nel 1670.
Il Castello fu eretto nel posto di una villa romana (P.
B. S. B. Ili, 139).
d. * Mola.
Sarà la mola di Corcolle, a poca distanza a sud di esso.
s. * Ferriera.
Sarà stata vicina alla mola, e probabilmente mossa dal
medesimo fosso.
d. *Corcollo di S. Stef(ano) [di] Pale-
st(rina).
Nel regesto di papa Zaccaria (741-742) è ricordato un
fundus cucunulis qui et corcorulis in civitate Tiburtina
(B. p. 326) v. T. VI, 173; X, 511, v. pure 488; B. C. 478.
Appartenne, in seguito, allo Xenodochium Valerli sul Celio
(827-844) poi alla badia sublacense (967) e a S. Paolo dal
1014 (APa. app. 5), fino all’anno 1430, quando fu venduto
ai Colonna, insieme con Passerano e S. Vittorino.
La leggenda che vediamo nella carta deve significare,
credo, Corcollo di S(er) Stefano) di Pcilestrina, cioè Ste-
fano Colonna figlio di Alessandro (v. T. X, 520).
27
s. L’Osa fiume.
Il nome castrum Ose (per il Castellacelo dell’Osa, che
non è segnato nella nostra carta) compare nella Bolla di
Onorio III (1218) per S. Paolo (APa. 16 in B. S. B. XXXI,
196; T. X, 490).
d. Pantano di grifi.
La menzione più antica è quella della lapide greca del
sec. vin, relativa ai beni di S. Erasmo sul Celio, ove sono
indicati i due nomi 11ATA NON e &OYNAOZ rPH&HZ.
Dei proprietari Grifi o de Grifìs si ha notizia pure in
atti del sec. x [B. Subì. pp. 6, 19, 29, 36). Il T. VI, 152;
X, 494 ne dà notizia (v. pure D. 0. 462) alle quali aggiun-
gasi che il documento A. P. 8 (v. T. X, 500) nomina pure
medietatem de totani alia terra sementando, et silvis et
pascua qui appellabatur Pasto rida vel Pantana: e ohe
il Casale de Grufi (sic) è nominato nella Bolla di Inno-
cenzo IV (1244) per S. Lorenzo fuori le Mura (B. S. B.
XXVI, 398).
Vi è anche una vendita Casalium et Tenìmentorum
Pantan de Griffi, Peata Bometa, le Pratarine, le Pantanelle,
le Cete di Bibba, il Resacco, le due Vaszole di 300 rubbia
in circa in territorio urbis fatta da Pompeo Colonna duca di
Zagarolo a Bernardo Olgiati di Como (A Cap. P. Campana,
lib. inslr. f. 178 ap. J. C. 1446). Vedi B. « Cas. di Bernardo
Olgiato, hoggi di Martio Colonna, r. 200 ». Cat. A. IX, 16.
d. Osteria.
È la casa ora chiamata Casa del Pescatore al sud del
lago: mentre l’odierna osteria si trova nella sponda sinistra
dell’Osa.
s. * [Strada di Ponte Lucano].
d. *Lago di S. Praseda.
Per la storia antica del lago di Gabii v. P. B. S. R.
I, 181; e per quella medioevale T. VI, 157; X4 497 e B.
C. 462, dai quali tolgo le notizie seguenti:
La più antica traccia del dominio di S. Prassede appare
nell’anno 1139 [A. P. 21), essendovi un condominio colla
badia di Grottaferrata e S. Giovanni a Porta Latina; la
prima nel 1153 cedette la sua parte a S. Prassede (ih. 26),
ma la seconda concesse la sua in enfiteusi perpetua a
S. Paolo (ib. 41).
Nel 1225 comincia ad apparire il Castiglione, castello
posto sul sito dell’acropoli di Gabii, che nella nostra carta
è segnata a N. del lago.
Nel 1527 i monaci di S. Prassede vendettero Castiglione
e Mompeo a Luigi Gaddi, e nel 1541 concessero il lago in
enfiteusi perpetua agli Strozzi.
Nel 1578 Leone Strozzi vendette il tenimento col lago
a Marcantonio Colonna.
Nel 1614 Pierfrancesco Colonna vendette il lago e Pan-
tano al card. Scipione Borghese, che prosciugò il lago e
redense il canone di S. Prassede.
Il Casale di Castiglione, invece, nel 1660 era proprietà
del duca Lante (Cat. A. IX, 8); nel 1770 fu degli Azzolini,
e nel 1824 passò ai Borghese.
* S. Giuliano.
Nell’enfiteusi della chiesa di S. Primitivo ecc. concessa
dalla chiesa di S. Giovanni a Porta Latina all’abate di Grot-
taferrata nel 1060 (A. P. 8) è menzionato fra i confini il rivus
Sancti Iuliani; e nella Bolla di Gregorio VII per S. Paolo
(APa. 1 in R. S. R. XXXI, 281) è annoverata curtis et massa
S. Iuliani, cuoi pantanis et silvis, terris cultis et incultis,
sicut antiquitus limitata fuit cum medietate laci Borrani
(nome medioevale del lago di Gabii). Vedi T. X, 485, 488.
Nel 1564 (14 Nov.) fu un quarto della tenuta di Lun-
ghezza, e fu affittato come tale da Boberto Strozzi (AST.
prot. 1522, C. Saccoccia 739).
Il nome rimane attaccato al fosso che scorre ad E. di
Castiglione, ma l’edifizio è sparito.
s. * Fontana amara.
E da notare che un « fontanile dell’acqua puzza » (cioè
sulfurea) esiste ancora a d. del chilometro 21° della via
odierna.
s. * Pantano di Guazzo.
Nella donazione della chiesa di Ss. Primo e Niccolò
all’abate Lioto da Giovanni e Bona, nell’anno 1030 (AP. 5)
c’è il seguente passo : Et concedimus sccisalem de terram
in integro uno cum arboribus, in locum qui vocatur petie
Maiore in scasale de Saquisa, et inter afìnes ab uno [latere]
pantano qui vocatur de Aso usque in flubio Tiberio [Teve-
rone, cioè l’Aniene], a secundum latere suprascripto flubio, a
tertio latere rigo maiore, a quarto latere vineam et terram
de suprascripti donatori qui detinet ipsi suprascripti dona-
tori terra qui detinet Leo de Scoriso et de Merco in locum
qui vocatur Scorsano.
Non c’è dubbio che questo sia il Pantano di Guazzo
che figura pure nella carta delfAmeti: ora è chiamato
Pantano di Granaraccio.
d. * Passerano.
Il « fundum q. v. Passarano » è registrato col « f. Dona-
belli », tra i confini di altri fondi del territorio Tiburtino
confermati alla badia Sublacense nella Bolla di Leone VII,
dell'tl Luglio 936 (B. Subì. p. 48) v. T. VI, 167; X, 506 sgg.,
il quale ne dà la storia.
Appartenne a S. Paolo fino al 1430, nel quale anno fu
venduto ai Colonna, che lo tennero fino al 1622, quando
lo vendettero ai Ludovisi, dai quali alla fine fu venduto
ai Rospigliosi nel 1670.
Il Castello fu eretto nel posto di una villa romana (P.
B. S. B. Ili, 139).
d. * Mola.
Sarà la mola di Corcolle, a poca distanza a sud di esso.
s. * Ferriera.
Sarà stata vicina alla mola, e probabilmente mossa dal
medesimo fosso.
d. *Corcollo di S. Stef(ano) [di] Pale-
st(rina).
Nel regesto di papa Zaccaria (741-742) è ricordato un
fundus cucunulis qui et corcorulis in civitate Tiburtina
(B. p. 326) v. T. VI, 173; X, 511, v. pure 488; B. C. 478.
Appartenne, in seguito, allo Xenodochium Valerli sul Celio
(827-844) poi alla badia sublacense (967) e a S. Paolo dal
1014 (APa. app. 5), fino all’anno 1430, quando fu venduto
ai Colonna, insieme con Passerano e S. Vittorino.
La leggenda che vediamo nella carta deve significare,
credo, Corcollo di S(er) Stefano) di Pcilestrina, cioè Ste-
fano Colonna figlio di Alessandro (v. T. X, 520).