28
Introduzione
Passò ai Barberini nel 1630 colla vendita di Palestrina
(Cat. A. IX, 12):
Al N. di Corcolle si vede un Castello senza nome, che
sarà quello di S. Vittorino (T. VI, 174; X, 514; I). C. 482;
P. B. S. B. Ili, 131).
Alle memorie citate posso aggiungere la vendita fatta
del Castrum dirutum appellatum S. Victorini dal Cardinale
Farnese ad Antonio del Drago nel 1519 (2 Apr.). (A. Cap.
P. N. de Pacifìcis 30 ap. J. D. 123).
d. Mola di Zagarolo.
È la Mola Vecchia che sta nella valle al lato E. di
Monte Falcone, la quale si trova ancora oggi dentro il
territorio di Zagarolo: le acque che l’alimentano fanno
parte delle sorgenti dell’Acqua Felice (D. C. 467).
Piano di Corzano.
La già citata concessione di terreni fatta da Giovanni
e Bona all’abate Lioto nel 1030 {AP. 5) nomina Scorsano
fra i confini di Petie Malore (v. sopra p. 27). Abbiamo poi una
locazione di terre in Corsano del 1139 (id. 21), un’altra men-
zione di Corsano nel 1153 (id. 26), ed una sentenza riguardo
ad un Casale posto in Corsano del 1163 (id. 31). Il docu-
mento che è pubblicato in ultimo (B. S. R. XXVIII, p. Ili),
forse dell’anno 1360, si riferisce al possesso che S. Prassede
aveva di un Casale posto in Cor sano.
Segue il possesso di Corsano e Colle Giove nel territorio
di Passerano ottenuto dal monastero di S. Paolo nel 1442
(Cod. Vat. Lat. 7927, p. 296v) con una conferma della loca-
zione di queste terre fatta nel 1451 (APa. 170) ed altre
locazioni dall’anno 1509 in poi (v. T. X, 500, 502). Il D.
C. (468) cita un istrumento di terminazione di Pantano con
Corsano del Principe Pallavicini. Il Piano di Corzano an-
cora ritiene il nome.
Strada che ua a Palestrina.
È l’antica via Prenestina, ora abbandonata (P. B. S. B.
I, 197; T. X, 504).
s. Gallicani.
Il nome si può rintracciare già nel sec. x se non pure
nel sec. vai (T. VI, 176; X, 518). Che sia questo il sito di
Pedum non è affatto accertato (P. B. S. B. Ili, 208).
VIA LABICANA (f. II, III).
d. La Marana fiume.
È la Marrana Mariana o di S. Giovanni (P. B. S. B.
IV, 41, 118, 232, 386, v. Il Rivo dell’Acqua Mariana, opu-
scolo del Cav. Filippo Lais, pubblicato dal Consorzio del-
l’Acqua Mariana, Grottaferrata, 1913) che porta l’acqua
delle sorgenti AeìYAqua lulia a Roma.
Maranella f.
È ricordata nello statuto di Roma del 1363 (ed. Re, p. 187).
Nella carta è indicata come una derivazione della Marrana
nei pressi di Porta Furba. Non può essere la derivazione
attuale che va a Tor Pignattara sul piano dell’antico acque-
dotto Alessandrino (Lais, op. cit. 48); ed il passo degli Sta-
tuti di Roma, cap. 189 (Lais, op. cit. 65, cfr. 67 e nota) : aqua
marana que vadit ad aquam bullicantem usque ad formam
ruptam que vaddit ad pedem turris Sancti Johannis et ad
turrita quatrari, mi sembra che descrivi questa nostra
derivazione, ed un’altra che passava vicino a Tor S. Gio-
vanni.
Poi, Yaqua marana que venit ad turrim sanctorum iiii
deve essere l’antico alveo, il fosso dell’Incastro o di Tor
Sapienza, che passa appunto vicino alla torre dei Santi
Quattro, verso il km. 12° della via Tuscolana e non, come
dice il Lais, il corso che entra per la Porta Metronia.
s. Santenina.
Nel 1065 (11 Nov.) Giovanni, figlio di Giovanni de Pa-
parone, rinunciò in favore della sorella Tita alYuniversam
terram cultam vel incultam quavtacumque futi predicti
Romani {de Melio) nostri consanguinei, que dicitur da
Sancta Helena. et totam terram que abuit ipse prephatus
Bomanus, iuxta Forma de Basari, cum piscina sua et
cum omnibus que ibi abuit, et quinque hortus in Tabernuli
cum longura terre que est inter pratum mei Johannis et
vineae que fuerunt Umdonis Iohannis de Episcopo. Ad hec
reputo tibi duos petios terre in Loreto quibus via dividit
Itine et inde, sicuti fuit prescripti Romani (AMN. 22).
Ho citato per esteso questo passo, perchè è stato omesso
dal T. (VI, 23; X, 388 sgg.) e dal D. C. (519 sgg.), mentre le
indicazioni topografiche formano una preziosa conferma di
quanto dicono, ed è il documento più antico che li con-
tenga, giacché il passo citato dal T. (VI, 29; X, 392), come
esistente nel diploma di Ottone III (ASA. 5), non .c’è effet-
tivamente, e si ritrova invece nel Breve di Onorio III del
1217, 3 Giugno (ASA. 29).
Si vede che l’acquedotto si chiamò forma de Bassari o
Vassaria. Loreto è un richiamo del nome classico ad o
inter duas lauros.
Non ho trovato nessun riscontro per questa corruzione
del nome Sant’Elena. 11 mausoleo imperiale ora porta il
nome di Tor Pignattara, dalle pignatte che formano parie
della volta e servono ad alleggerirla.
d. Torre S. lo(anne).
La torre ancora esiste nella via Labicana (Casilina) e,
come la tenuta, ha ora il nome di Centocelle. Ad essa riferirei
Yhereditatem de Centumcellis extra portam Liateranensem
{sic), ' che figura nella pretesa donazione di Eufemiano,
padre di S. Alessio, alla chiesa di S. Bonifazio sull’Aven-
tino (atto probabilmente fabbricato verso la fine del ix se-
colo) v. ASA. 1. Il Casale de Centumcellis ricorre pure nel
diploma di Ottone III per S. Alessio {id. 5) e nella Bolla di
Onorio III, quattuor pedicas terre cum prato et griptis in
Centum Cellis, a sfrata nova Tusculana usque ad stratam
antiquam Tusculanam {id. 20). Il T. (X, 394) non cita
questi passi; ma aveva spiegato lustrata nova Tusculana
come la via Tuscolana medioevale, e la stretta antiqua
come la via Latina (III, 48 ; vedi P. B. S. B. IV, 51,
138, 292).
Quando vi sia subentrata la Basilica Lateranense, non
si sa: dalla Bolla di Onorio III conosciamo che essa teneva
il vicino fondo di Tabernulo (v. sopra), ma il primo ricordo
si ha nell’acquisto che la famiglia della Valle fece da
Andrea Angeloni nel 1394 {L. S. S. I, 121): e poi vengono
diversi affitti fatti nel 1494 (de Rubeis), 1496 (Astalli e
Cfr. T. IX, 60.
Introduzione
Passò ai Barberini nel 1630 colla vendita di Palestrina
(Cat. A. IX, 12):
Al N. di Corcolle si vede un Castello senza nome, che
sarà quello di S. Vittorino (T. VI, 174; X, 514; I). C. 482;
P. B. S. B. Ili, 131).
Alle memorie citate posso aggiungere la vendita fatta
del Castrum dirutum appellatum S. Victorini dal Cardinale
Farnese ad Antonio del Drago nel 1519 (2 Apr.). (A. Cap.
P. N. de Pacifìcis 30 ap. J. D. 123).
d. Mola di Zagarolo.
È la Mola Vecchia che sta nella valle al lato E. di
Monte Falcone, la quale si trova ancora oggi dentro il
territorio di Zagarolo: le acque che l’alimentano fanno
parte delle sorgenti dell’Acqua Felice (D. C. 467).
Piano di Corzano.
La già citata concessione di terreni fatta da Giovanni
e Bona all’abate Lioto nel 1030 {AP. 5) nomina Scorsano
fra i confini di Petie Malore (v. sopra p. 27). Abbiamo poi una
locazione di terre in Corsano del 1139 (id. 21), un’altra men-
zione di Corsano nel 1153 (id. 26), ed una sentenza riguardo
ad un Casale posto in Corsano del 1163 (id. 31). Il docu-
mento che è pubblicato in ultimo (B. S. R. XXVIII, p. Ili),
forse dell’anno 1360, si riferisce al possesso che S. Prassede
aveva di un Casale posto in Cor sano.
Segue il possesso di Corsano e Colle Giove nel territorio
di Passerano ottenuto dal monastero di S. Paolo nel 1442
(Cod. Vat. Lat. 7927, p. 296v) con una conferma della loca-
zione di queste terre fatta nel 1451 (APa. 170) ed altre
locazioni dall’anno 1509 in poi (v. T. X, 500, 502). Il D.
C. (468) cita un istrumento di terminazione di Pantano con
Corsano del Principe Pallavicini. Il Piano di Corzano an-
cora ritiene il nome.
Strada che ua a Palestrina.
È l’antica via Prenestina, ora abbandonata (P. B. S. B.
I, 197; T. X, 504).
s. Gallicani.
Il nome si può rintracciare già nel sec. x se non pure
nel sec. vai (T. VI, 176; X, 518). Che sia questo il sito di
Pedum non è affatto accertato (P. B. S. B. Ili, 208).
VIA LABICANA (f. II, III).
d. La Marana fiume.
È la Marrana Mariana o di S. Giovanni (P. B. S. B.
IV, 41, 118, 232, 386, v. Il Rivo dell’Acqua Mariana, opu-
scolo del Cav. Filippo Lais, pubblicato dal Consorzio del-
l’Acqua Mariana, Grottaferrata, 1913) che porta l’acqua
delle sorgenti AeìYAqua lulia a Roma.
Maranella f.
È ricordata nello statuto di Roma del 1363 (ed. Re, p. 187).
Nella carta è indicata come una derivazione della Marrana
nei pressi di Porta Furba. Non può essere la derivazione
attuale che va a Tor Pignattara sul piano dell’antico acque-
dotto Alessandrino (Lais, op. cit. 48); ed il passo degli Sta-
tuti di Roma, cap. 189 (Lais, op. cit. 65, cfr. 67 e nota) : aqua
marana que vadit ad aquam bullicantem usque ad formam
ruptam que vaddit ad pedem turris Sancti Johannis et ad
turrita quatrari, mi sembra che descrivi questa nostra
derivazione, ed un’altra che passava vicino a Tor S. Gio-
vanni.
Poi, Yaqua marana que venit ad turrim sanctorum iiii
deve essere l’antico alveo, il fosso dell’Incastro o di Tor
Sapienza, che passa appunto vicino alla torre dei Santi
Quattro, verso il km. 12° della via Tuscolana e non, come
dice il Lais, il corso che entra per la Porta Metronia.
s. Santenina.
Nel 1065 (11 Nov.) Giovanni, figlio di Giovanni de Pa-
parone, rinunciò in favore della sorella Tita alYuniversam
terram cultam vel incultam quavtacumque futi predicti
Romani {de Melio) nostri consanguinei, que dicitur da
Sancta Helena. et totam terram que abuit ipse prephatus
Bomanus, iuxta Forma de Basari, cum piscina sua et
cum omnibus que ibi abuit, et quinque hortus in Tabernuli
cum longura terre que est inter pratum mei Johannis et
vineae que fuerunt Umdonis Iohannis de Episcopo. Ad hec
reputo tibi duos petios terre in Loreto quibus via dividit
Itine et inde, sicuti fuit prescripti Romani (AMN. 22).
Ho citato per esteso questo passo, perchè è stato omesso
dal T. (VI, 23; X, 388 sgg.) e dal D. C. (519 sgg.), mentre le
indicazioni topografiche formano una preziosa conferma di
quanto dicono, ed è il documento più antico che li con-
tenga, giacché il passo citato dal T. (VI, 29; X, 392), come
esistente nel diploma di Ottone III (ASA. 5), non .c’è effet-
tivamente, e si ritrova invece nel Breve di Onorio III del
1217, 3 Giugno (ASA. 29).
Si vede che l’acquedotto si chiamò forma de Bassari o
Vassaria. Loreto è un richiamo del nome classico ad o
inter duas lauros.
Non ho trovato nessun riscontro per questa corruzione
del nome Sant’Elena. 11 mausoleo imperiale ora porta il
nome di Tor Pignattara, dalle pignatte che formano parie
della volta e servono ad alleggerirla.
d. Torre S. lo(anne).
La torre ancora esiste nella via Labicana (Casilina) e,
come la tenuta, ha ora il nome di Centocelle. Ad essa riferirei
Yhereditatem de Centumcellis extra portam Liateranensem
{sic), ' che figura nella pretesa donazione di Eufemiano,
padre di S. Alessio, alla chiesa di S. Bonifazio sull’Aven-
tino (atto probabilmente fabbricato verso la fine del ix se-
colo) v. ASA. 1. Il Casale de Centumcellis ricorre pure nel
diploma di Ottone III per S. Alessio {id. 5) e nella Bolla di
Onorio III, quattuor pedicas terre cum prato et griptis in
Centum Cellis, a sfrata nova Tusculana usque ad stratam
antiquam Tusculanam {id. 20). Il T. (X, 394) non cita
questi passi; ma aveva spiegato lustrata nova Tusculana
come la via Tuscolana medioevale, e la stretta antiqua
come la via Latina (III, 48 ; vedi P. B. S. B. IV, 51,
138, 292).
Quando vi sia subentrata la Basilica Lateranense, non
si sa: dalla Bolla di Onorio III conosciamo che essa teneva
il vicino fondo di Tabernulo (v. sopra), ma il primo ricordo
si ha nell’acquisto che la famiglia della Valle fece da
Andrea Angeloni nel 1394 {L. S. S. I, 121): e poi vengono
diversi affitti fatti nel 1494 (de Rubeis), 1496 (Astalli e
Cfr. T. IX, 60.