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DellaVolpaia, Eufrosino; Ashby, Thomas [Editor]
Le piante maggiori di Roma dei sec. XVI e XVII: riprodotte in fototipia (Appendice 2): La campagna romana al tempo di Paolo III: mappa della campagna romana del 1547 di Eufrosino della Volpaia ; riprod. dall'unico esemplare esistente nella Biblioteca Vaticana — Roma, 1914

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.25720#0046
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30

Introduzione

confronto un casale S. Angeli ad Fenoclum in un atto
Farfense del 1000. Il Gasale Finocchio fu tra i beni di Cri-
stoforo Cenci nel 1562, v. l’inventario di questi (ASS. II,
iii, 57; D. C).

d. Torr(e) di Iacouo.

Il T. (VI, 49; X, 409) dimostra che il nome viene da
Giacoma Conti moglie di Nicolò Colonna (1387).

Nel 1402 due terzi del Casale Turris Iacotn confiscati a
Domenico Palosci, furono concessi da Bonifazio IX agli
Annibaldi; ma nel 1420 era di nuovo dei Palosci, e nel
1430 vi troviamo pure i Colonna, che nel 1450 entrarono
in possesso di tutto il fondo, giusta due sentenze contro
Giacoma Conti, vedova di Paolo Annibaldi. Il T. non dice
se essa stessa fu la moglie di Nicolò Colonna; ma mi sembra
assai probabile.

Il fondo costituì la dotazione delia Cappellani Co-
lonna in S. Giovanni in Laterano. Oltre l’affitto del 1546,
citato dal T., è nominato come confine in un affitto di Colle
Mattia del 1564 (5 Agosto) fatto da Prospero della Molara
a Paolo Benzoni (AST. prot. 1522 C. Saccoccia 482v, anche
ap. N. Q. 29), vedi B. 288. « Casale di Torre Maretta di
Paolo Benzoni ».

Nel 1615 (11 Aprile) 80 rabbia della tenuta furono per-
mutate con Casa Calda e Monte del Forno del Card. Bor-
ghese e nel Cat. A. (IX, 16) le troviamo comprese nel lati-
fondo di Pantano.

La torre ancora esiste vicino al corso della via Labicana
antica ( P. B S. lì. I, 249).

s. Montefalcone.

Il T. VI, 51; X, 409 crede che il nome sia un ricordo
di Q. Pompeius Falco, e non è impossibile (P. B. S. R. 1, 237).

Nel 1535 (18 Ott.) Giacomo Muti, a nome di Bruto della
Valle affittò l'erba del Casale Montefalcone (AST. prot.
137, Scipione Arrone f. 98v, anche ap. N. C. 17); ed il
6 Die. del medesimo anno un Casale dello stesso nome fu
venduto dagli Albertoni a Camillo Colonna (A. Col. Perg.
XXIV, 34 ap. T. cit. ; A. Cap. noi. cit. f. 99 ap. J. A. 300).
Nel 1614, quest’ultimo fu venduto al Card. Scipione Bor-
ghese: esso fece parte di Pantano di Borghese nel 1660
(Cat. A. IX, 16).

La Colonna.

Secondo il T. (VI, 55; X, 411, 413) il ramo di Pietro
de’ Conti Tuscolani, che ebbe la dominazione di questa
terra nel sep. xi (non xii, come è stampato nel testo del T.)
prese il nome dalla Colonna Traiana, vicino alla quale aveva
domicilio in Roma.

La prima menzione è nel rescritto dell’imperatore En-
rico III per la badia di Casauria, del 1047, 1 Genn. actum
ad Colmnna civitatem. Per la storia susseguente v. T. cit.
Si aggiunga un compromesso del 1515 (21 Marzo) fra Cate-
rina Cesarmi, vedova di Antonio Paluzzo Albertoni, per
sè e per il tìglio Mario, e Pietro Francesco Colonna di
Zagarolo, sopra la tenuta della Colonna (A. Cap. P. P. de
Manfredis ap. J. C. 964). Il paese è rimasto ai Colonna
fino al 1622, quando fu venduto insieme con Zagarolo,
Passerano e Gallicano al Card. Ludovisi, che nel 1670 li
vendette ai Rospigliosi, i quali rinunziarono ai diritti baro-
nali sopra Colonna nel 1816.

s. Zagarolo.

Il nome apparisce per la prima volta nel secolo xii. È
stato dei Colonna fino al 1622, e dopo ha avuto i medesimi
passaggi di proprietà che ha avuti Colonna, fino a che
nel 1858 fu innalzato a città da Pio IX (vedi T. VI, 73;
X, 425).

VIA TUSCOLANA.

P(orta) S. Io(anne).

È l’antica porta Asinaria (P. B. S. R. IV, 42) sostituita
dall’attuale Porta S. Giovanni, soltanto nel 1574.

P(orta) Latina.

È indicata una strada traversa dalla Porta Latina alla
via Appia Nuova, che io ritengo sia un’indicazione sba-
gliata della via delle Tre Madonne (P. B. S. R. IV, 21).

d. Font(ana) Couerchiata.

Non ne ho trovato nessun accenno, neanche nella pianta
del Bufalini.

d. Fo(ntana) uergine.

Nel 1157 (19 Genn.) Romanucio, tìglio del fu Romano
de Frasia, cedette e rinunziò in favore del fratello Pietro
omne ius quod habui in squatratam petiam pastini posituni
in Basiliolo (v. P. B. S. R. IV, 66) et in dimidiam petiam
vinee cum vasca comuni et parum terre, positum ad Fon-
tanam Virginem (AMN. 75); e nel 1173 (31 Genn.) il detto
Pietro diede alla moglie Bonafìlia, propter nuptias, fra le
altre cose unam petiam vinee... in Basiliolo.... et omnes
vineas quas habeo extra portam Latinam ante Fontanam
Virginem cum vasscis et vasscariis communibus (idem,
100, 101).

Nel 1195 (27 Marzo) Giovanni Caro Iohannis concede
a Mabilia, sua cognata, unam petiam vinee ad Fontanam
Virginem cum omni sua utilitate (id. 145).

Siccome non sono stati studiati i documenti deir.Ll/.V.
posteriori al 1200, non si può in esso seguire oltre quel-
l’anno la storia di queste proprietà, ma ne ho potuto tro-
vare un’altra notizia posteriore.

Nel 1371 (6 Maggio) Cristoforo Troppe vendette ad un
tal Ciaffo Deodati tre pezze di terra già coltivate a vigna
fuori di Porta Latina, nel luogo detto fons Virginis, pro-
prietà della chiesa di S. Agostino (ASS. Giovanni di Nel-
lolo di Paolo di Stefano not. ap. J. T. 420).

Un’altra fons Virginea si trovava fuori della porta Setti-
miana (cf. J. C. 33).

d. Vig(n)a de Cafferelli.

A destra della via Latina troviamo i due casali detti
della Caffarella ancora esistenti, sebbene in forma più
grande, ora di proprietà Torlonia (v. T. II, 32; e per la
storia della famiglia Caffarelli, Hiilsen, Bilcler aus der
Geschichte des Kapitols, Roma, 1899, p. 25 sgg.).

d. Arco treuertina.

Il nome avrà avuto origine dal passaggio dell’acquedotto
della Claudia alla Torre Fiscale sopra la via Latina, pas-
saggio che sarà stato costruito di travertino, come la Porta
Maggiore (P. B. S. R. IV, 58,60). Il corso della via però non
è indicato, mentre nella carta del 1557 è stato aggiunto
(ivi, 46).

Nel 1277 Giovanni Giudice de Cithara cedette il Casale
dell’Arco Travertino a Riccardo di Matteo Annibaldi in
 
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