Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

DellaVolpaia, Eufrosino; Ashby, Thomas [Editor]
Le piante maggiori di Roma dei sec. XVI e XVII: riprodotte in fototipia (Appendice 2): La campagna romana al tempo di Paolo III: mappa della campagna romana del 1547 di Eufrosino della Volpaia ; riprod. dall'unico esemplare esistente nella Biblioteca Vaticana — Roma, 1914

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.25720#0066
Overview
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
50

Introduzione

s. Trefusa.

L’edilìzio è l’attuale casale di Trefusa, ora incluso nella
reale tenuta di Castel Porziano.

Fra i beni confermati a S. Paolo da Innocenzo III ed
Onorio III al principio del sec. xhi vi era Trifusa, cum
suis pertinentiis (APa. 13, 16).

Nel 1395 (17 Ott.) Cosimo, Cardinale di S. Croce in Geru-
salemme, e Sante Bonadote, abbate di S. Paolo, vendettero
Trefusa a Maria Orsini al prezzo di 5740 fiorini, per ricom-
prare Ardea (A. 0. II. A. IX, no. 50 B. C. in B. A. 1909, 38,
v. T. IX, 452): e nel 1396 (20 Genn.) Maria Orsini ne ven-
dette la metà a Lello di Petruccio Paluzzi, e nel 14 febb.
un altro quarto per 1500 fiorini (Cod. Vat. Lat. 7930 f. 116,
116'. Ant. de Scambiis not. B. C.).

Il Paluzzi comprò la metà della tenuta [un’altra?] di
Trefusa dall’Ospedale del Salvatore nel 1397 (23 Mar.) per
6500 fiorini (ANN. IL ii, 35 B. C■ : v. pure J. P. 205 : A. li.

I, 55).

Nel 1418 (9 Ott.) Matteo di Cole Iohannis Stefani (id. not.)
dispose per testamento di t/i di Trefusella congiunto a tre
altre parti appartenenti a Lello Satullo, erede di Antonello
Bernardo e Lello de Ficoliis (B. C. ex ANN.?).

Nel 1473 (30 Genn.) Cecco Pichi comprò la metà di
Trefusa da Mariano Alessandrini per 5530 ducati {A. Cap.
Massimo Oleario not. ap. J. P. 737 : v. Adinolfì, Via Sacra,
104; T. in B. A. C. 1888, 380). Nel 1476 (30 Genn.) vi fu
una divisione di Trefusa fra Cecco e Agostino di Paolo di
Lello de Felicibus (o piuttosto de Ficoliis) a nome della
madre Gregoria (ANN. L. Bertoni ap. J. P. 738) e nel 1477
(22 Genn.) Cecco comprò un’altra parte di Trefusa da faco-
bella moglie di Paluzzo di Giovanni Matteo Bonfiglioli
(A. Cap. C. Beninbene 65 ap. J. P. 739). Ma Cecco non
pagò subito il prezzo : nel 1478 (3 Die.) fu rogato un
documento nel quale Mariano Alessandrini promise di
non esigere prima di quattro anni i 4800 ducati restanti
dei 5500 dovutigli (ASS. e A. Cap. id. not. 121, 123 ap.

J. P. 740).

Nel 1484 (22 Feb.) Mariano sposò Adriana de Sanguigni
e le diede il credito contro Cecco (ASS. IV, vii, 42 B. C.)
e nel 6 Feb. 1488 aggiunse la donazione di tutti i suoi
diritti (ANN. Il, ii, 41 ap. T. cit.). Vi fu pure un’altra dona-
zione nel 1494, 22 Feb. (A. Cap. C. Benimbene, 114 ap. J. S.
204).

Nel 1486 (29 Nov.) restarono ancora 400 ducati da pagare
(A. Cap. Massimo di Antonio Tebaldi ap. .7. P. 742) e sarà
stato questo il motivo dello schiaffo dato da Cecco a Ma-
riano nell’anno seguente (T. IV, 67).

Intanto Cecco aveva comprato un altro piccolo pezzo
da Innocenzo Beccaluna nel 1481 (11 Lugl. A. Cap. C. Be-
nimbene 295 ap. 7. P. 741).

Nel 1494 (12 Giugno) Adriana, che nel frattempo era
diventata vedova, donò inter vivos la metà della tenuta
all’Ospedale Lateranense (AN/S. IV, vii, 41 B. C. : 7. S. 205).
La donazione fu contestata dal figlio Mariano (1495, 1 Feb.
ANN. Enrico Alnodi not. B. C.), ma senza risultato, e nel
1504 (29 Mag.) Adriana ricevette dai guardiani Vusufrudus
di 250 ducati sotto il pretesto della donazione (ANN. Andrea
de Capuscis not. ap. 7. S. 207).

11 27 Febbr. 1520 Girolamo Pichi comprò un quarto di
Trefusa da Antonio Bufalo (A. Cap. S. Vannucci 248 ap. 7.

B. 768: P. 751).

Nel 1540 (29 Nov.) Rocco Cenci comprò una parte di
Trefusella (A. Cap. Niccolò Straballati not. ap. 7. C. 1070).

Nell'inventario dei beni di Giuliano Pichi del 1543
(15 Mar.) è ricordata una quarta parte di Trefusa (fra i con-
fini è Trefusella dei Fabii) e 7/ls di Trefusella, il resto
essendo dei Cenci (ANT. prot. 107 S. Amanni 142 ap. L.
M. L. 183).

Poi nel 1585 (6 Apr.) Girolamo Pichi vendette a Tiberio
Ceuli il Casale di Trefusa, confinante con Porcigliano, con
Trefusa degli eredi di Silvestro Picchi, e con Trefusella
delle Monache di Tor de’ Specchi (ANT. prot. 451 P. Cam-
pana 202 ap. L. M. L. 183).

Il B. infatti distingue « Trefusa dei Giannotti r. 70 Tre-
fusa degli heredi di Silvestro de Picchi r. 160 Trefusa di
Gironimo de Picchi hoggi di Tiberio Ceuli r. 194 » : v. Cat. A.
VI, 30, 82, 83).

d. Dragontelli.

È il casale di Dragoncello, sito presunto di Ficana, sulle
ultime colline, che rappresentavano lo sbocco del Tevere
nei tempi prima della formazione della pianura alluvionale
di Ostia.

Anteriormente la tenuta fu una parte di Dragoni: e anzi
questo, essendo un posto strategico, è probabilmente il sito
della Curtis quo cognominatur Braconis, ove Gregorio IV
(827-844) fece costruire una casa di villeggiatura (L. P. II,
82; T, iv, 63).

La medietas funài quod vocahir Braconi, cum omnibus
suis pertinentiis, è annoverata fra le proprietà del mona-
stero di S. Paolo nella bolla di Gregorio VII, ed in quelle
di Innocenzo III ed Onorio III (APa 1, 13, 16: turrem
Ioannis de Petro, cum suis pertinentiis, que antiquo nomine
appellatur Braconi).

Nel tempo di Onorio anche S. Alessio aveva una ter-
ram in Monte de Bracone (ANA. 29).

Nel 1330 furono date facoltà per vendere il Casale Dra-
goni, appartenente a S. Anastasio alle Tre Fontane, per le
necessità della Camera Apostolica (A. V. B. 9. T. 2. f. 336v :
Chiese di Roma Tit. Card. T. 1 f. 5V: B. C.).

Il diminutivo Dragoncello comparisce già nel 1412
(T. cit.).

Nel 1523 (4 Aprile) il monastero di S. Paolo vendette
Riano e Dragoncello ad Aloisio Gaddi per 29.000 ducati
(C. A., A. B. XV, 368: A. V. lib. 3 Divers. Clement. VII
f. 208v, 213v, 214, 217v: B. C.), ma nel 1529 (7 Ott.) furono
restaurati alla Camera e ridati a S. Paolo (A. V. lib. 6.
Divers. Clement. VII f. 174: Arm. XXIX t. 80 f. 274; cf.
Arch. Apost. lib. 12 Instr. Cam. f. 115V : B. C), sebbene le
sorelle del Gaddi ancora nel 1572 ne reclamassero la pro-
prietà (A. V. Divers. Greg. XI11, t. 1, f. 152 B. C.). Nel 1571
(8 Magg.) vi era stata una concordia fra il monastero ed
il cardinale Cesi in riguardo a queste due proprietà (A. Cap.

C. Saccoccia 474 ap. 7. C. 1001).

Intanto nel 1564 (27 Ott.) e 1567 (19 Genn.) Pantasilea
Fabii figlia di Orinthia (sic per Cinthia) di Valle e vedova
di Alessandro Oliva locò il casale di Dragoncello (ANT.
 
Annotationen