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DellaVolpaia, Eufrosino; Ashby, Thomas [Editor]
Le piante maggiori di Roma dei sec. XVI e XVII: riprodotte in fototipia (Appendice 2): La campagna romana al tempo di Paolo III: mappa della campagna romana del 1547 di Eufrosino della Volpaia ; riprod. dall'unico esemplare esistente nella Biblioteca Vaticana — Roma, 1914

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.25720#0069
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III. - Indice e illustrazione delle leggende della nostra carta

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ducati (A. V. Div. Cam. T. 69, p. 59; Indice 675 p. 957v:
D. C.).

Ma S. Crisogono sarà forse un errore per S. Cecilia.

Nel 1526 il Capitolo di S. Pietro vendette a Lorenzo
Pucci, Cardinale dei Ss. IV, un Casale fuori di Porta Tur-
rione nella Valle dellTnferno ed il Casale Villae Mallianae
(A. V. Arni. XXIX, t. 132, f. 26: Chiese di Roma, t. 2,
f. 146 dupl. : D. C.): e così torno a S. Cecilia.

Nel 1530 le monache Benedettine di Campo Marzo ebbero
possesso di S. Cecilia, e perciò anche della Magliana.

Nel 1532 la metà della tenuta da Giordano Boccabella
(che l’aveva in affìtto, senza dubbio) fu data ad Antonio
Albertoni (A. Cap. Bernardo Conti ap. J. B. 667). Ne ab-
biamo un affitto del 1554 (15 Marzo) {A. V. Arch. S. Sedis
lui. III Min. Brev. n. 149: indice 523, f. 698: D. C.) ed un
altro del 1562 al Card. Carlo Borromeo ed al fratello Fede-
rico loro vita durante e per la terza generazione dell’ultimo
al prezzo di 80 scudi annui (A. Cap. C. Saccoccia, 724, 731
ap. N. C. 28). Nondimeno come rileva il T. seguitò ad essere
un luogo di villeggiatura pontificia.

Del 1564 è una liberazione a molestiis per gli eredi del
Card. Pucci in riguardo ai due Casali nominati di sopra
(A. V. Arm. 52, t. 3, p. 40: lì. C.); e del 1578 un’ inhibitio
de non molestandis monialibus S. Margharitae de Scala
Urbis (Armellini, Chiese, 689) in occasione taxae viae Por-
tuensis seu viae novae della Magliana (A. V. Arm. 29,
t. 251, p. 260v: D. C.).

L’ultima frase si riferisce forse alla via odierna che
passa sotto i colli della Magliana fino a Ponte Galera, che
potrà avere sostituita una via antica e più diretta attra-
verso la pianura. Il B. lo dice del Card, de Medici. 1 Vedi
Cat. A. V, 8 « Magliana delle monache di S. Cecilia ». È
indicato il palazzo, e l’edilìzio che le sta di fronte può
essere un padiglione del giardino.

d. La Casetta.

E l'odierno Casale Mattei sulla sponda destra del Fosso
della Magliana. Ma la tenuta di Casetta Mattei s’estende
pure sulla sponda sinistra, fino ai confini della Bravetta.
Fu venduta dal Capitolo Vaticano a Pietro Antonio Mattei
nel 1527 (cf. sopra : B. V. 11, 390 ap. T. V. 32) e nel 1538
(27 Marzo) Ciriaco e Sabba Mattei comprarono da Giulia
Madaleni Capodiferro il Casaletto fuori di Porta Portese
(A. Cap. T. Gualteroni, 70 ap. N. C. 11, J. C. 323). Lo
J. cita diversi affitti fatti al Casaletto, alla Casetta, ed a
Focalasino dai Mattei negli anni 1553-1567 (C. 1721, M. 673).
V. L. S. S. Ili, 87 e Cat. A. V, 6.

s. Campo Merlo.

Il nome, se non è di origine romana, data almeno dal
secolo vii, quando è nominata una chiesa di San Pietro
vicino al ponte Menili (L. P. I, 346). La chiesa fu sco-
perta e distrutta quando fu fatta la ferrovia nel 1858. Per
le notizie medioevali fino al sec. xvi v. T. V, 45 sgg. Il
monastero di S. Ciriaco in Via Lata vi ebbe diverse pos-
sessioni (AVL, HL. 63, 66) ma poi il fondo fu più volte sud-
diviso.

Alla serie dei documenti dati dal T. aggiungiamo una

vendita fatta da Giovanni Frangipane a Gregorio Carbonis
di una terra seminativa cum pantano curticinio et prata-
lina et scurpeto cum pascuis, montibus et collibus... positam
in Campo Meruli super Maliana. La vendita fu fatta nel
1166 (31 Maggio). Questo documento (AMN. 94) ci dà l’origine
del nome di Tor Carbone, appartenente ad un prato verso
il fiume (T. V, 44, 48, il quale cita come primo testimonio
un documento del 1436). Citiamo pure una rivendita di
un quarto della tenuta a Stefano Carbone fatta nel 1517
da Bernardino Fabii, che l’aveva comprato col patto redi-
mendi (ASS. II, iv, 23 B. : lì. C.): una divisione di Tor Car-
bone fra Stefano Carbone e Crescenzo Crescenzi nel 1522
(15 Genn.) (A. Cap. T. Gualteroni, 5 ap. J. C. 500) ed il
lascito fatto da Stefano figlio di Crescenzio Crescenzi allo
spedale del Salvatore di un quarto di Tor Carbone, vicino
alla Magliana ed ai beni di Fabio Mattei (ASS. V, vi, 1 :
lì. C.).

Nel 1535 una quarta parte di Tor Carbone appartenne
a Bruto della Valle (L. S. S. I, 122), e due affitti del 1564
(20 Marzo, 10 Settembre) dimostrano che il Casale di Tor
Carbone fu allora per la metà di Bruto della Valle, per
una quarta parte di Paolo Benzone (per sè e per Vittoria
Astalli), e per il rimanente di Stefano Crescenzi (AST.
prot. 1522 C. Saccoccia, 180’, 544).

Da alcuni documenti citati dal J. (A. 185 sgg.) risulta
che gli Alberini possedevano una parte di Campo di Merlo
già al principio del sec. xv (16 Dicembre 1413, vendita di
una parte del Casale di Campo di Merlo, fatta da Giovanni
Alberini al fratello Giulio A. Cap. Felice de Villa not.);
e negli anni seguenti abbiamo degli affitti e vendite di
erba e legna concessi da loro (30 Aprile 1482).

Nel 1484 (1 Marzo) un certo Benedetto Cialtera pagò
al Camerario della Basilica Vaticana una parte dell’affitto
dei prati di Campo di Merlo (B. S. B. T, 286).

Nel 1508 (25 Settembre) una parte della tenuta fu ven-
duta dai Crescenzi a Gregorio Serlupi (A. Cap. S. Van-
ii ucci, 420 ap. J. C. 1778).

Non so se ad esso, oppure a Marcelli, si debba riferire
la notizia del 1521 (v. Magliana).

Il 2 Marzo 1533 Giambattista e Giulio Alberini dona-
rono in solutum una parte del Casale a Faustina, vedova
di Tommaso Palosci (A. Cap. C. Saccoccia, 144). .

Il 17 Giugno 1542 Muzio Alberini vendette un quarto
del Casale a Tarquinio Alberini (A. Cap. Antonio Pucci
not. ap. N. (7. 18).

Il 29 Gennaio 1553 Marcello Alberini, come procuratore
di Marc’Antonio Palosci, prese possesso di una parte del
Casale e della tenuta di Campo di Merlo, confinante coi
beni di Rutilio e Tiberio Alberini, il Casale di Stefano
Crescenzi, ed il Tevere (A. Cap. Orazio Foschi, 164 ap.
N. C. 66).

Il 30 Giugno 1560 Marc’Antonio Palosci ne vendette
una parte a Rutilio Alberini (A. Cap. C. Saccoccia, 459)
ed il 31 Agosto 1565 vi fu una terminazione fra Rutilio e
Giacomo degli Alberini e Lodovico e Giacomo dei Mattei
(id. not. 760): v. Cat. A. V, 3, 4.

1 È Alessandro de Medici fatto Cardinale nel 1583, poi Papa Leone XI: è probabile che possedesse come commendatario.
 
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