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Zannoni, Giovanni Battista; Ramirez da Montalvo, Antonio; Ciampi, Sebastiano; Zannoni, Antonio; Corsi, Giuliano; Gozzini, Vincenzo [Hrsg.]; Galleria degli Uffizi [Hrsg.]; Lasinio, Giovanni Paolo [Bearb.]; Molini, Joseph [Bearb.]
Reale Galleria Di Firenze Illustrata (Serie IV, Vol. II): Statue, Bassirilievi, Busti E Bronzi — Firenze: Presso Giuseppe Molini E Comp., 1819

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https://doi.org/10.11588/diglit.53610#0244
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164 STATUE, BUSTI EC.
gliendo con Teseo da Atene, e recatasi colà
insiem con lui da Pitteo , domando Ippolito
che sodisfar volesse sua voglia impudica.
Non acconsentendo il casto giovine alle ri-
chieste di lei, dicono che essa se ne adon-
tasse, e ritornata in Atene accusasse Ippo-
lito a Teseo, dicendo eh’ egli uvea attentato
al suo pudore. Teseo rimaso dubbioso su
questa calunnia, chiamo a se il figlio per
farne piato; onde Fedra impaurita dalla dis-
cussione , s’ appiccò per la gola. Ippolito
guidava il cocchio, quando seppe che gli
era imputata tal colpa. Agitossi egli nell’a-
nimo, e per lo suo turbamento mal gover-
nando i cavalli , questi posti in disordine
si trassero colle briglie il giovinetto, e rotto
il cocchio lui così nelle guide avviluppato
trascinarono, sicché il misero morissi. E
perchè perdette la vita per serbarsi casto
ebbe dai Trezenj onori uguali a quei de-
gli Dei. Fin qui Diodoro; alle cui parole
la tradizione vuoisi aggiugnere, che rispetto
allo stesso Ippolito serbavano i Trezenj, giu-
sta la testimonianza di Pausania (5). Essen-
do Teseo per isposar Fedra, non volendo,
se da lei gli nascevan figli, che nè ad essi

(3) lab. i. p. 38. sqq- Lib. a. p. 145. sqq.
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