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Zannoni, Giovanni Battista; Ramirez da Montalvo, Antonio; Ciampi, Sebastiano; Zannoni, Antonio; Corsi, Giuliano; Gozzini, Vincenzo [Hrsg.]; Galleria degli Uffizi [Hrsg.]; Lasinio, Giovanni Paolo [Bearb.]; Molini, Joseph [Bearb.]
Reale Galleria Di Firenze Illustrata (Serie IV, Vol. II): Statue, Bassirilievi, Busti E Bronzi — Firenze: Presso Giuseppe Molini E Comp., 1819

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https://doi.org/10.11588/diglit.53610#0343
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GANIMEDE

CI. CII. CHI.

Sono assai tra loro discordi gli antichi nel
narrare i particolari della favola di Ganimede.
I molti scrittori delle cose troiane, massime i
poeti, e coloro che separatamente trattarono
di questo divinizzato giovinetto, hanno a tali
varietà dato cagione. Le noterem noi breve-
mente, giusta il nostro costume, e col criterio
che potremo maggiore.
Incomincia il dissenso dal nome del geni-
tore. Omero (i) dice Ganimede figlio di Troe;
un poeta ciclico, che si cita negli scolli di
Euripide (2), e Cicerone (3) lo voglion na-
to da Laomedonte ; Luciano (4) da Dardano ;
Iginio or da Assaraco, or da Erittonio (5) ; e
Tzetze (6) asserendo che Ganimede è fratello
di Laomedonte, sembra assegnargli Ilo per

(1) Ilìad. Lib. 20 v. 232.
(2) Ad Ovest, v. i3g3.
(3) Tuscul. Lib. i c. 16.
(4) In Carid. Op. tom. 3 p. 622.
(5) V. Fab. 271. 224.
(6) Ad Lycophr. n. 34·
Serie IV. Tom. II.

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