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Zannoni, Giovanni Battista; Ramirez da Montalvo, Antonio; Ciampi, Sebastiano; Zannoni, Antonio; Corsi, Giuliano; Gozzini, Vincenzo [Hrsg.]; Galleria degli Uffizi [Hrsg.]; Lasinio, Giovanni Paolo [Bearb.]; Molini, Joseph [Bearb.]
Reale Galleria Di Firenze Illustrata (Serie IV, Vol. II): Statue, Bassirilievi, Busti E Bronzi — Firenze: Presso Giuseppe Molini E Comp., 1819

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https://doi.org/10.11588/diglit.53610#0344
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STATUE, BUSTI EC
padre. Il parere d’Omeroè più, che quei degli
altri, propagato nell· antichità.
Queste varianze, a dir vero, sono troppe.
Si può egli perciò sospettare, che alcuna
provenga da inganno di memoria, o da equi-
voco? Dico ciò, perchè dell’uno e dell’ altro dà
esempi l'antichità ; perchè il primo si rim-
provera da alcuno a Tullio, appunto nella
enunziata opinione di lui sul padre di Gani-
mede; e perchè, relativamente ad esso Gani-
mede, un passo d’Euripide può far credere
con qualche ragione essere avvenuto il secon-
do. Questo passo è al v. 822 delle Troadi,ove
il Tragico chiama Ganimede λαομ^οντιον παϊδα.
Alcuni dotti hanno opinato, che queste parole
sig[nifichino fanciullo Troiano; e ciò con buon
criterio, osservando 1’uso fatto dai Latini del-
Γ aggettivo Lamedonteus o Laomedontius,
che presso loro appunto vale sempre Troia-
no. Potevano anche aggiugnere, che ai Latini
stessi piacque talvolta di usar circonlocuzione
rispetto al nome di Ganimede,essendosi questi
detto da Giovenale 0) puer Iliacus. Ma poi-
ché le addotte parole d’Euripide posson an-
che valere figlio di Laomedonte ; così è veri-
simile che alcun antico le abbia in cotal modo
intese;e che similmente esse medesime si sia-
no interpretate in autore più vetusto, che le
(7) Sai. i3 p. 43.
 
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