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- Arcerfumciifi pirlìmùu

CAPO I.
GIONA.



§ I- - Accertamenti prelin

Fra le scene tratte da! Vecchi
Giona sono tra le più antiche; e, per il mnr
tutte le altre: trentacinque ne ha pubblicate
; aggiungeremo più che altrettant
quali inedite. Il numero va aumentando ogni

quelle di
o, superano
Garriteci ',

multe delle

è avvenuta pochi giorni

scoperta di frammenti
addietro s.

Giona è anzitutto un favorito dell'arte romana. Nelle
lallic se ne conoscono otto esempi J, in Africa tre ', e in
Egitto soltanto un frammento. In Ispagna poi, fino a poco
tempo fa, era del tutto ignoto; solo gli ultimi scavi eseguiti
per la grande fabbrica di tabacco a Tarragona, ne hanno
ridato alcuni miseri perni.

La popolarità di Giona nell'arte romana si deve al fatto
che Nostro Signore stesso lo propose quale tipo della sua

■te, della sua dimora nel limbo, e della sua gloriosa risur-
rezione; « Sicut etiim fuii Ionas in lenire ceti tribus diebus
et tribus noctibus: sic crit Filius bominis in corde tcrrae
tribus diebus et tribus noctibus » '". Con queste parole viene
tracciato in lince generali il simbolismo che Giona dovette
avere nell'arte sepolcrale antica: egli è fra i tipi più solenni
della « resurrectio camis «.

Come le pitture cimiteriali '', così anche le sculture rap-
presentano in origine il profeta in tre diversi momenti: quando
è precipitato dalla nave al mare, quando è rigettato dal pistrice
sulla spiaggia, e quando dorme sotto la pianta. Queste tre
scene appariscono per la prima \olta ini sarcofago vaticano,
ora lateranense 119, monumento della seconda metà del
secolo 11, Nel seguiti . ; ei mi soprattutto dì economia

dello spazio, le scene «1 riducono di solito a due, più di rado
ad una sola. Malgrado il numero delle ..cene e dei compo-
nenti della prima, il suo posto ordinario è, sul principio, il
corpo del sarcofago, più tardi il coperchio.

Per poter indicare gli elementi che gli artisti trassero
dalla Scrittura sacra, bisogna richiamarsi

e 3: 3*7. 3; 374. 4; 377. 'i 3&J. *'■ 383

j; 30S- 8; 396. "'; 397. s. ■<>-'*; 4™.,c

■ Le Blant, Ariti, tavv. VI e XX, 3; <
XXVII, 1; XXXII, 3; XXXIII, 1; Gamvcci,

' Nilangn <Irmtbè'ihgìe et cThùtoirt, 1912,

Eccolo TI. Esso rappresene il profila dormici!

del profeta \ Iddio gli ordinò di predicare penitenza ai Nini-
viti: « Surge et vadc in Niniven civitatem grandem, et prac-
diea in ea: quia aseendit mali ha eius corani me ». Invece di
ubbidire al divino intimo, Giona s'imbarco in una nave di-
retta a Tharsis. La disubbidienza gli costò cara: Dominus
aulem misit ventura magnum in mare... et navis pcrìclita-
batur conteri. Et timucrunt nautae, et clamaverunt viri ad
deum suum...: et Ionas descendit ad interiora navis, et dor-
miebat sopore gravi». Raggiuntovi dal timoniere, egli con-
fessò di essere la eausa della tempesta e si offrì da se stesso
in espiazione della sua colon: Tollite me et mittite in mare
et cessabit mare a vobis ■. Detto, fatto: » Et tulemnt Ionam
et miserunt in mare: et stetit mare a fervore suo. Et timue-
runt viri timore magno Dominum, et immolaverunt hostias
Domino, et voverunt vota ». Ma Dio ebhe misericordia anche
di Giona: "Et praeparavit Dominus piseem grandem ut
deglutiret Ionam: et erat Imias in ventre piscis tribus diebus
et tribus noctibus. Et oravit Ionas ad Dominum Deum suum
de ventre piscis... Et dixit Dominus pisci: et evomuit Ionam
in aridam ».

Dopo un secondo intimo di Dio, Giona predicò penitenza
ai Niniviti con parole terribili ed ottenne una conversione ge-
nerale. Il re stesso dette il buon esempio ed ordinò penitenza
e preghiere: « clament homines ad Dominum in fortitudine
et convertatur vir a via sua mala... » Vedendo la loro conver-
sione, Dio risparmiò Ninive. Frattanto Giona si era seduto
all'ombra, per vedere, » quid accideret ci vi tati ■■. Per proteg-
gerlo contro i raggi del sole, praeparavit I lominus hederam,
et aseendit super caput Ionae, ut essct umbra super caput
eius, et protegeret eum: laboraverat eiiim: et laetatus est
Ionas super hedera, laetitia magna ».

Fin qui il testo sacro, di cui tennero Conto gli scultori.
Ciò che segue stilla pianta seccata dai verme, con grande ram-
marico del profeta, fu preso in considerazione soltanto dai
pittori, i quali, per ragioni di simmetria, aggiunsero alle tre
prime scene qualche volta una quarta, per poter raggrupparle
attorno ad una immagine centrale nelle volte dei Cubicoli. In

. 357, I, tav. IX, p. 3<6). IL Ca.rucci dune uni copia più girale, ma anch'essa «ma

40=. j; (lav. 2. n. 1, p. i). Cosi poti formarli presso alcuni scienziati tedeschi l'idei

abbia lugger ito lì cristiani di rapprcscmare Giona sui sepolcri. Tale ipotesi,


 
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