a 1. - Cren-imi,- lìrtt'itt
e della
prima l'eterno Padre, barbato,
i ed ha dinanzi a sèAdamo dalla
tura rocciosa. Il gruppo ricorda
n- di Adamo
quella de! magazzino del Mus
parte inferiore, ma nel ras
(uro. CLXXXV,!)*. Sulla
siede sopra una eatu
forma di slama post.
quel passo in cui T
al mito pagano di l'romctco: ■ di-uni unicum esse, qui universa
condiderit, qui hominem de burnii stru.vcrit, hit' enim est
TOTJS Promethous... ■■ \ M ■ plasmatore » semhra, colla destra,
un po' mutila, dare gli ultimi tocchi dia Bua "pera. Di fronte
ad Adamo sta un giovane imberbe, che nella destra tiene il
lembo del pallio; egli somiglia al Cristo che, al disopra, nel
battesimo simbolico di Cornelio, assiste Pietro: è quindi il
Verbo. Manca lo Spirito Santo; la scena è perciò meno
precisa che sul « sarcofago dogmatico » nonché sul fram-
mento del Museo di Napoli, dove il Verbo, seduto, tiene la
deslrasulla bocca di Kva ritta in piedi, comunicandole lo lapi-
raculum vitae i. La creazione di Adamo dovrà quindi, con
grande probabilità, supplirsi di contro, a sinistra dell'imma-
gine della defunta. Siccome anclie su questo frammento la
scena vicina rappresenta la caduta, alla quale si riferisce prin-
cipalmente il simbolismo funerario, siamo senz'altro autoriz-
zati ad aggiungere la stessa scena, o la consegna dei simboli
del lavoro, anche sul sarcofago di Campii, dove mancano
i due campi dell'angolo destro.
3. Un meschino frammento del Museo di S. Callisto con-
serva parte notevole d'un personaggio in abiti sacri seduto
su uno sgabello. I piccoli piedi limasti sul suo ginocchio pro-
vano che abbiamo dinanzi il residuo d'una scena della crea-
zione. La maniera onde questa era espressa, ricorda l'affresco
frammentario, del cimitero gnostico di Aurelio Felicissimo, sul
quale Ialdabaot, caricatura del Verbo, mostrava Adamo già
formato, dopo avergli comunicato ■ spiritum vitae»3. Nella
ricostruzione del Creatore mi sono servito dei frammento di
Napoli; ma dovetti limitarmi allo stretto necessario, trattan-
dosi d'un soggetto di somma rarità (tao. CLXXXXI, 8).
Il lavoro è eccellente '. Le pieghe a larghi tratti offrono nella
loro regolarità qualche cosa di arcaico, molto aggradevole
all'occhio. Senza tema di essere contraddetti, ascriviamo il
frammento al secolo in. Dello stesso tempo saranno le due
sculture di Campii e Napoli; il « sarcofago dogmatico »,
invece, è della seconda metà del secolo tv,
§ II.- Caduta dei protoparenti nel paradiso.
Mentre la creazione di Adamo ed Eva s'incontra così di
rado, la caduta tu rappresentata più spesso. La composizione
è semplicissima: un albero con un serpente attortigliato,
ai lati Adamo ed Eva in atto di coprirsi la nudità con una
foglia di fico, che tengono di solito con entrambe le mani.
Adamo si presenta sempre 1; io enne, imberbe, come COn-
icne ad uno sposo; Eva, pure giovane, ha sempre i capelli
sciolti per indicare il dolore di aver trasgredito il precetto di
Dio; rarissimamente offre una lontana somiglianza con la
cosi delia Venere capitolina (tace. CXXII, 3; CLXXXX, 7).
Il serpente e per lo più liscio; di rad» ha squame, una specie
di barba e la cresta, chiamato galcatus serpens » da s. Ci-
prtat
'. Il Museo delle Tenne possiede un tal serpente di
Di solito è attortigliato all'albero e guarda Eva; in tre scene
ha un fico in bocca (tavv, IV, 3; LXXXXVI; COVI, 3),
alle volte manca, 0 perchè distrutto, 0 perchè omesso forse
per disattenzione. Un serpe gigante si trova su un fram-
mento affisso al muro dell'ex convento dei Minimi ad Arles
(tao. CU, 5). Di questa scena
il l'eiresc fece eseguire una
copia abbastanza buona8, che
diamo a fig. 145. Il frutto,
analmente, è la mela o il fico.
I.o scultore del sarcofago di
Verona, non contento di aver
illustrato un pomo sull'albero,
ne collocò ai piedi di Adamo
ed Eva due cesti ripieni e di
così piccole dimensioni, da
prendersi per olive, se il frutto non fosse indicato sulla
pianta (top. CLXXXX, 7). Tre volte l'albero non sta in
mezzo ai protoparenti, ma da un lato [tao. IV, 3; IX, 1;
LXXXXVI).
Nell'attcggiamento delle mani, i protoparenti offrono ta-
lora qualche varietà: Adamo, od Eva, ovvero ambedue, sten-
dono la destra verso l'albero per cogliere il frutto; Adamo
porta la destra alla bocca, come per mangiare, o la stende verso
il serpente e guarda dalla parte opposta, 0 indica a Db Eva
come la colpevole, 0 fa il gesto di riverenza verso il Verbo;
Eva tiene la mela offertale dal serpente; o presenta il frutto ad
Adamo che rivolto ad essa, fa il gesto di parlare. Cosi sul
sarcofago di Addfia (tav. LXXXXII, 2), dove assiste, ecce-
zionalmente, un angelo che parla; questi è distinto da! Verbo
che ivi stesso appare nella consegna dei simboli del lavoro.
' Deln
Hai
e della
prima l'eterno Padre, barbato,
i ed ha dinanzi a sèAdamo dalla
tura rocciosa. Il gruppo ricorda
n- di Adamo
quella de! magazzino del Mus
parte inferiore, ma nel ras
(uro. CLXXXV,!)*. Sulla
siede sopra una eatu
forma di slama post.
quel passo in cui T
al mito pagano di l'romctco: ■ di-uni unicum esse, qui universa
condiderit, qui hominem de burnii stru.vcrit, hit' enim est
TOTJS Promethous... ■■ \ M ■ plasmatore » semhra, colla destra,
un po' mutila, dare gli ultimi tocchi dia Bua "pera. Di fronte
ad Adamo sta un giovane imberbe, che nella destra tiene il
lembo del pallio; egli somiglia al Cristo che, al disopra, nel
battesimo simbolico di Cornelio, assiste Pietro: è quindi il
Verbo. Manca lo Spirito Santo; la scena è perciò meno
precisa che sul « sarcofago dogmatico » nonché sul fram-
mento del Museo di Napoli, dove il Verbo, seduto, tiene la
deslrasulla bocca di Kva ritta in piedi, comunicandole lo lapi-
raculum vitae i. La creazione di Adamo dovrà quindi, con
grande probabilità, supplirsi di contro, a sinistra dell'imma-
gine della defunta. Siccome anclie su questo frammento la
scena vicina rappresenta la caduta, alla quale si riferisce prin-
cipalmente il simbolismo funerario, siamo senz'altro autoriz-
zati ad aggiungere la stessa scena, o la consegna dei simboli
del lavoro, anche sul sarcofago di Campii, dove mancano
i due campi dell'angolo destro.
3. Un meschino frammento del Museo di S. Callisto con-
serva parte notevole d'un personaggio in abiti sacri seduto
su uno sgabello. I piccoli piedi limasti sul suo ginocchio pro-
vano che abbiamo dinanzi il residuo d'una scena della crea-
zione. La maniera onde questa era espressa, ricorda l'affresco
frammentario, del cimitero gnostico di Aurelio Felicissimo, sul
quale Ialdabaot, caricatura del Verbo, mostrava Adamo già
formato, dopo avergli comunicato ■ spiritum vitae»3. Nella
ricostruzione del Creatore mi sono servito dei frammento di
Napoli; ma dovetti limitarmi allo stretto necessario, trattan-
dosi d'un soggetto di somma rarità (tao. CLXXXXI, 8).
Il lavoro è eccellente '. Le pieghe a larghi tratti offrono nella
loro regolarità qualche cosa di arcaico, molto aggradevole
all'occhio. Senza tema di essere contraddetti, ascriviamo il
frammento al secolo in. Dello stesso tempo saranno le due
sculture di Campii e Napoli; il « sarcofago dogmatico »,
invece, è della seconda metà del secolo tv,
§ II.- Caduta dei protoparenti nel paradiso.
Mentre la creazione di Adamo ed Eva s'incontra così di
rado, la caduta tu rappresentata più spesso. La composizione
è semplicissima: un albero con un serpente attortigliato,
ai lati Adamo ed Eva in atto di coprirsi la nudità con una
foglia di fico, che tengono di solito con entrambe le mani.
Adamo si presenta sempre 1; io enne, imberbe, come COn-
icne ad uno sposo; Eva, pure giovane, ha sempre i capelli
sciolti per indicare il dolore di aver trasgredito il precetto di
Dio; rarissimamente offre una lontana somiglianza con la
cosi delia Venere capitolina (tace. CXXII, 3; CLXXXX, 7).
Il serpente e per lo più liscio; di rad» ha squame, una specie
di barba e la cresta, chiamato galcatus serpens » da s. Ci-
prtat
'. Il Museo delle Tenne possiede un tal serpente di
Di solito è attortigliato all'albero e guarda Eva; in tre scene
ha un fico in bocca (tavv, IV, 3; LXXXXVI; COVI, 3),
alle volte manca, 0 perchè distrutto, 0 perchè omesso forse
per disattenzione. Un serpe gigante si trova su un fram-
mento affisso al muro dell'ex convento dei Minimi ad Arles
(tao. CU, 5). Di questa scena
il l'eiresc fece eseguire una
copia abbastanza buona8, che
diamo a fig. 145. Il frutto,
analmente, è la mela o il fico.
I.o scultore del sarcofago di
Verona, non contento di aver
illustrato un pomo sull'albero,
ne collocò ai piedi di Adamo
ed Eva due cesti ripieni e di
così piccole dimensioni, da
prendersi per olive, se il frutto non fosse indicato sulla
pianta (top. CLXXXX, 7). Tre volte l'albero non sta in
mezzo ai protoparenti, ma da un lato [tao. IV, 3; IX, 1;
LXXXXVI).
Nell'attcggiamento delle mani, i protoparenti offrono ta-
lora qualche varietà: Adamo, od Eva, ovvero ambedue, sten-
dono la destra verso l'albero per cogliere il frutto; Adamo
porta la destra alla bocca, come per mangiare, o la stende verso
il serpente e guarda dalla parte opposta, 0 indica a Db Eva
come la colpevole, 0 fa il gesto di riverenza verso il Verbo;
Eva tiene la mela offertale dal serpente; o presenta il frutto ad
Adamo che rivolto ad essa, fa il gesto di parlare. Cosi sul
sarcofago di Addfia (tav. LXXXXII, 2), dove assiste, ecce-
zionalmente, un angelo che parla; questi è distinto da! Verbo
che ivi stesso appare nella consegna dei simboli del lavoro.
' Deln
Hai