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Benedizione di Giacobbe

ottenete per il primogenito \
stra. Ma Giacobbe, che prcfci
mani, onde la sua destra veni
Giuseppe n'ebbe gran pena:
posuisset pater suus desterai!
gravitcr accepìt: et apprehen:

nasse l'imposizione della de-

,'a il secondogenito, in.....■■!•', le

: 3 posare sul capo di Efrajm.
Videns miteni loseph quod

manum super caput I pi......i,

ni inanimi patris levate cona-

■t transfer ri1 super caput Manasse ■
fermo nel suo intento '.

lui! est de capite Ephr;

Invano; Giacobbe rimase ferino nel suo inte:
L'artista s'attenne, in linea generale, al tesi
trìarca, semigiacente sul letto, benedice colle t
i due piccoli nipoti. Però non è Giuseppe che lo prende per
il braccio desilo, per fargli niinbiare l.i posizione delle mani,
bensì una donna velala, che il testo sacro non menziona. —
evidentemente Ascnct, la moglie di Giuseppe, madre di Ma-
nasse e di Efraìm. L'artista la introdusse di proprio jrhitno
essendo necessaria per rappresentare la famiglia. Cosi, per
la stessa ragione, alla risurrezione della figlia di Giairo as-
siste pure la madre; cosi anche Sara al sacrifizio d'Isacco

[tur. CÌ.XXXll). Giuseppe sta accanto
colla destra il gesto di scontentezza; nella :

■ . 'ili/i ■ della sua gran.lv sapienza; egli è bar-
bato, il the stona non poco con tutte le rappresentazioni
dell'arte monumentale, che In mostrano giovane ed imberbe.
i.lum. i Manasse vestono, da bambini, la discinta; quello.
benché secondogenito, i- più alto del fratello e porta in
braccio un agnello, l'altro un manipolo di spighe; hanno
dunque gli stessi attributi di Caino e di Abele nella offerta
dei d'ini j Dio Padre, Con ciò l'artista volle, per quanto
sembra, alludere alle occupazioni precipue dei due figli he'
nedettì di Giuseppe agricoltura e allevamento del bestiame.
In tutti i tasi è da escluder:i ogni presagio sinistra per Ma-
nasse, poiché anch'egh ebbe una vera benedizione, quan-
tunque impartitagli colla mano sinistra.

Va da -e che la s.ina ha lo stesso significato simbolico,
che abbiamo dato ,tila prima tiviiedi/ioiie. quella di Esaù e
Giacobbe (p. 236).



CAPO VI.

MOSÈ



Se eccettuiamo Giona, nessun personaggio del Vecchio
Testamento ha tanto influito sull'arte funeraria quanto Mosé,
"primus prophetarum , come lo vii la ma s. ( ; instino martire ".
Le sue principali profezie si riferiscono al Figlio di Dio,
come asserì lo stesso Signore ai Farisei: « Nolite putare,
quia ego accusaturus sim vos apud Pattern; est qui accusat
vos, Moyses, in quo vos sperati*. Si eniiii crederetis Moysì,
crederctis forsitan et mihi: de me enim ilie scripsit ». Qui
si allude anzitutto alla famosa profezia contro Satana-Ser-
pente: « Inimicitìas ponam inter te et mulierem, et semen
munì et semen illius: ipsa conteret caput munì » ', Ne
avremo presto una preziosa conferma,

Mosè era versato in tutte le scienze degli Egiziani, uomo
potente in parole ed in opere, «vir potcns in verhis et
operibus suis »', come di lui afferma il protomartire Stefano
nel discorso davanti al Sinedrio. Egli è il soggetto principale
di quattro scene, e con due altre ha un nesso intimo: egli
si scioglie i sandali, per accostarsi a DÌO, riceve sul Sinai la
Legge dalla mano dì Dio, ottiene da Faraone il permesso di
menar vìa gli Israeliti dall'Egitto e lì conduce attraverso il
Mar Rosso che inghiottisce Faraone insieme col l'esercito;
egli salva il popolo dalla morte di fame e di sete.

Alcune di queste scene, come quelle nelle quali entra
Faraone, la presa delle quaglie e la consegna della Legge, man-
cano fino ad oggi nella pittura; della caduta della manna,

: nessuna rappresentazione nella scultura.
>, la fonte miracolosa ricorre spessissimo in tutta
l'arte e fin dal secolo il. Ce ne siamo già occupati largamente.
Qui illustreremo in primo luogo le rappresentazioni che si
riferiscono a Muse quale legislatore divino.

§ I. -Mosè riceve la Legge sul monte Sinai.

Come si notò, la scena nella quale Mosè riceve la Legge
dalla mano di Dio sul monte Sinai, manca nella pittura, il
che si spiega forse col fatto che la composizione non è fra
le più antiche. 1 tre esempi pubblicati dal Bosio si basano
su un errore del copista: essi non rappresentano la consegna
della Legge a Mosè, bensì il profeta Balaam nell'atto di indi-
care la stella, come ho provato altrove :'. Dì sculture il Gar-
rucci ed E. Le Ulant ne hanno riprodotte ventitré ". Tutte sì
trovano su monumenti integri, ai quali non possiano aggiun-
gerne che una pure integra, una quasi completa e sette o
otto frammentarie.

La scena, s'intende, è molto semplice e si riduce ordina-
riamente alla mano di Dio, che sporge da un po' di nuvole,
e a Mosè. Su tre scidture, e cioè su un sarcofago di Arles,
su uno di Aix e su quello dei due fratelli {lavo. LXXXXl;
CLXXXXVUI, 3; CCV, 5), è presente un personaggio in
abiti sacri, senza dubbio l'angelo . menzionato dal protomar-

a,taw.3io,i;]li,I;3»4,liJ«6,I 0 aij»7,3 . . '.

3J4-. .s: 34'. '; 357. ;s;.15,ì.j::ì,>0. ':)'+. ^}"s- <■ 3'"'- 'T. ìTh *: 3*4. <'■
l.r lli.Asr, Ari,-.-, un. VI- Vili; XXI; GOTA, tur. [41.
 
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