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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 2,1): Testo — Rom, 1932

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https://doi.org/10.11588/diglit.2081#0123
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1 di Nostra Signore

l'acqua ac(
della tunic
simo di Ni

mairi, I'uis. l'entrée à Jcrusalcin. Jóstis, munii- sur l'allesse,
csi tourué icrs la droirc. Diri-ii-rc lui, un apòlli- qui scmhlc
le soutenir. Dcvant lui, ini persnnnagc plus pili! eterni uni-
draperic sur le sul (très mutile). I'uis une ligure di' l'emme,
velili' di- la lunk|iit et du manteau qui ninni' In lète, re tenari t
di diiiN mains Ics plisdc la draperic. Au l'ondarne lète d'assis-
tant tournée vers die. Enfin, une autre scéne dmit il ne reste
qu'unc partic du corps de Jesus, tenant le -.-titillimi ti toiirnc
vers la gauche, et, au fond, derriére lui, un assistali! ',

Dissi che hi ricomposizione ilei frammenti è difettosa.
E lo è per tre ragioni: furono introdotti perai estranei, fu-
rono omessi pezzi che vi appartengono, e non manti-nule le
debite distanze. Quest'ultimo errore distni.se la scena di cui
faceva parte il personaggio vestito dell'csouiidc: l'autore della
ricomposizione lo avvicinò troppo ai Magi, avendo confuso
ito alla gamba Bilustre con le pieghe ondulate
del terzo Magio: vi era rappresentato il batte-
vo Signore; il personaggio in esoimde è [.[nitidi
s. Giovanni Battista. L'n frammento si ni Miss imo della stessa
scena, menzionato di sopra, ho constatato in questi giorni
fra le sculture rinvenute nei recenti scavi a S. Sebastiano
{lav. CCXV.5)'.

Dei pezzi non appartenenti al sarcofago, i più strani sono
quelli della figura di s. Pietro con una tunica <
veri pezzi giacevano in compagnia di altri presso il

mi sembravano appartenergli, per astri- la stessa i
tutti. 1 più importanti sono quelli della figura di s
testa di Zaccheo e il cicco nato, che determina l'ulti
dando inoltre una parli della base. Cosi ho potuto :
il sarcofago (lav. CCXXV, 3). Ora si vede che la fronte è
composta di cinque scene, quella dell'annunzio delia nega-
zione occupa il Centro, come in rimiti altri casi. In mezzo ai
personaggi sacri appare la defunta, tutta involta nella sua
ampia palla; essa s'è fatta rappresentare fra la guarigione
del cieco nato e l'entrata di Gesù in Gerusalemme.

A capo del cielo sta r.idora'ioiic dei Magi, che si potè
ricomporre quasi per intiero, combaciando i frammenti fra
loro. Il bambino, metà fascialo, metà libero, stendeva le ma-
nine (rotte) verso t Magi che accorrono in gran fretta, fretta
espressa non soltanto dal lungo passo, ma anche dalle pie-
ghe ondulate delle tuniche. Il primo, beni-:,
vato, mostra e guarda ancora in alto, dove sani .tata dipinta
la stella che ora manca; il secondo guarda parimente in allo;
il viso del terzo è distrutto. L'ordine in cui si seguono è quello
dell'evangelista; i doni sono bene distinti. I.j maniera, come
li portano il secondo e il terzo, ci insegnò come ricostruire un
frammento del Museo di S. Sebastiano ((ut'. CCXXIII, 3).

René Groussct attribuisce il sarcofago alla fin du qua-
triéme siècle , vedendovi una e\éeution très lourde ».
Questo giudizio mi sembra poco giustificato. Malgrado lo
stato pessimo delle sculture vi si scorge, oltre un grande
molla naturalezza, cune nelle scene cosi anche

nelle singole ligure: ciascuna respira ed e piena di vita, F,
vero che l'artista non lavora più come si lavorava ancora
nell'epoca sevetiana. Ma egli è molto accurato e opera con at-
tenzione e diligenza: tulio è finito, niente in istillo di abbozzo.
Alcune figure sono abbastanza ben riuscite, specialmente
la defunta che per l'aggiustamento della palla ricorda un
po' la personificazione dell'Inverno nell'arco di Costantino
{lai: l'I, .>'). MerilaiHi lode anche le figure dei tre Magi con
le pieghe delle loro tuniche, per esprimere In grande fretta di
offrire i doni. Simili pieghe, ma alquanto rigide, si presentano
nelle tuniche dei Magi sul .sarcofago dommatico », dunque
su un monumento della secondi! metà del secolo IV, epoca
evidcnlemente troppo larda per il sarcofago ricostruito. I
pregi rilevati ci obbligano, invece, ad ascriverlo ancora al-
l'epoca precostanti ttiana, e e ine alla ti ne incirca del secolo in,
Un terzo sarcofago per bambino con l'adorazione dei
Magi fu trovato al Vaticano e stava ■ nelle stanze dei ['reti
di sant'Ivo alla Scrofa » *, quando il Rosio ne fece trarre il
disegno che lo mostra qual'era prima dei pochi restauri
(loti. CCXIX, 1). Fra questi notiamo soltanto la stella e
l'avambraccio ilei primo Magio che la mostrava. Vi era forse
rimasta qualche traccia, omessa sul disegno del Bosio. Fa-
cendo ora parte il sarcofago del Museo lateranense, avrà forse
servito di modello il frammento 204 in cui la stella è conser-
vata (lav. CCXXIV, 3). Il secondo dei Magi porta la mirra
in un vaso con la cifra lsv, mal capita dal Ficker, e non
menzionata nella edizione ufficiale. Nel fondo le protomi di
due cammelli; quella de! terzo è soltanto indicata. La scul-
tura con le pieghe dure oltre l.i stessa particolarità che

rilevar

r appar-

ici coperchio di S. Milziade
■ ai primi detenni del secolo 1

Dei due sarcofagi spaglinoli con l'adorazione dei Magi,
l'uno è conosciuto da molto tempo-'. Fsso si trova nella
sagrestia delle monache della chiesa di S. Domingo le Reya
presso Toledo, murato ad un'altezza di circa tre metri, di
guisa che le sculture non si possono toccare. La conservazione
non lascia a desiderare, solo le due scene angolari sono in
parte nascoste, e l'oro del primo Magio ha perduto ogni
fonila. L'adorazione non olire nulla di straordinario. Il bam-
bino e fasciato ed ha un viso molto grazioso. Per mancanza
di spazio l'artista si limitò ad una sola protome di cammello,
d eui lungo collo seorgeii accanto alla testa eie! primo Magio.
La defunla, una giovane a capo scoperto, cioè una non ma-
ritata, occupa il ce in 1.1 della li-onte e nella consueta attitudine
di orante, quindi già partecipe della felicità iterila, dove prega
per i superstiti {tao. CCXIX, a).

L'altro sarcofago spaglinolo serve di antipendio d'un altare
in una chiesa di Castiliscar ed è d'una conservazione anche
più perfetta; manca soltanto la verga colla quale Gesù toccava
una delle sette idrie poste nel centro della fronte. Ma la
scultura è tutta dipinta con colori a olio, che ne alterano
stranamente l'aspetto, nauseando i contorni delle figure:
sembra un rilievo di metallo, non di marmo. L'adorazione

• Vidi p, 148, I»; LXXXV, 6 e 7.
 
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