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r dei paralitici

omnes, e! magnificabant Deum. Et FCpleti sunt timore diccn-
tes: Quia vidimus mirabilia hodie ■ '.

La seconda yuani^onc c soltanto raccontata da s. Gio-
vanni. Altrove abbiamo notato che i pittori avevano un unico
tipo, e questo rappresenta il paralitico guarito recante il letto
sulle spalle; onde non si può mai sapere quale guarigione ab-
biano voluto effigiare nei singoli tasi, essendo la fine, l'effetto
del miracolo, in ambedue la stessa. (Ili scultori, al contrario,
hanno chiaramente distinto fra le due guarigioni. La seconda
e meno frequente

r. - Guarigione del paralitico di Capharnaum.

La prima guarigione del paralitico ebbe luogo a Caphar-
naum, dove il Signore dimorava ordinariamente. Il tipo co-
verso il paralitico, il quale, guarito, se ne va portando il let-
ticciuolo sulle spalle, più di rado sulla testa. Nell'andare
protende alle volte una mano, la destra o la sinistra, come
fanno i camminatori. Di questa composizione le tavole del
Garrucei e del Le Biant offrono ventitre esempi ', che au-
menteremo di quindici fra cui molti inediti '.

Per essere più spedito nel portare il letto, il paralitico
veste la tunica cinta, senza scruna specie di manto. La tunica
cinta ritorna cosi costantemente, da diventare il segno distin-
tivo del paralitico. Per questo solo motivo la guarigione,
alquanto mutila, sul sarcofago di Clermont è quella del cieco,
perchè l'ammalato, oltre la tunica, veste anche la pellegrina
{tav. LXXXXLX, /). Gesù è ordinariamente accompagnato
da un apostolo.

Il paralitico è rappresentato sempre di statura molto pic-
cola, per distinguerlo dal Signore col suo seguito. Questo vale
per tutti gli altri personaggi in atto d'implorare o di ricevere
una qualsiasi grazia.

Sulla lastra policroma del Museo delle Terme è per ecce-
zione rappresentato anche il momento che precede il mira-
colo, quando cioè il paralitico viene portato sul letto davanti
al Signore, scena che illustra il passo: » Et ecce viri portantes
in lecto hominem qui erat paralyticus » *. L'effetto del mira-
colo è rappresentato vicino, appresso alla scena del banchetto
celeste [tav. CCXX, i).

Ciò che qui si vede in due scene, su molti monumenti
è espresso in una sola: sulla fronte lateranense 175, sul fram-
mento parimente lateranense 232, sui sarcofagi del Musco
delle Terme, della villa Albani, di Martos, del Museo di Arles,
e sopra un frammento ancora inedito del cimitero di Prete-
stato: ivi il paralitico, seduto sul letto, stende le mani in atto
di supplica (tavo. CCXVIII, 1; CCXXIX, 1; CXXV1, 2;
CXIII, 3; CXVI, 2; CCXXXI, 7). Un ulteriore esempio,
n grande frammento del Museo di Arles, è quasi di-
strutto, ma sicuro, essendo il frammento una copia del sar-
cofago ad alberi dello stesso Museo. Perciò li abbiamo riu-
ti sulla medesima (lati. CCXXVlì).

Finalmente un terzo tipo rappresenta il miracolo fatto:
it guarito s'è alzato in piedi, pronto a portar via il letto che
è ancora a terra. Lo vediamo sulla fronte lateranense [5;,
sul sarcofago di Civita Castellana e su due frammenti inediti
dei Musei di S. Sebastiano e di Arles (/«ce. CXXXXItl, 2
e 3; CCXXXI, 5 e io).

DEL PARALITICO

etto nesso della guarigione del paralitico con la
d procurò a quella della 'piscina pro-

batica j> il privilegio di essere un simbolo battesimale bcll'e
preparato. L'analogia fra tipo e antiope ■ infatti sorprendi nte:
in ambedue si tratta d'un bagno le cui aeque hanno una virtù
soprannaturale, comunicata alle acque della piscina da un
angelo, dallo Spirito Santo a quelle del battesimo. Poiché
nella pittura, come si notò, non esiste che l'immagine inde-
terminata che si può applicare a tutte e due le guarigioni, gli
artisti rimediarono a tale difetto, avvicinando la'figura del
paralitico cui letto in ispalla alle scene, sia reali sia simboli-
che, del battesimo. Così accadde nella «cappella greca" e
nella «cripta A: dei Sacramenti >, monumenti ambedue del
secolo 11. Gli scultori, invece, ne
ripiego. Ritenendo la rappresentazione e
colo, composero, quale momento preliminare, una scena che
mostra 11 paralitico giacente sul letto e circondato da altri
malati; dal lato sinistro s'avvicina Gesù per rivolgergli la
domanda: « Vis sanus fieri? ■ Al disopra si effettua, nel modo
consueto e in mezzo a malati, il miracolo stesso; fra le due
scene corre poi un largo listello adorno di strisce ondulate,
anzi, una volta, di vere onde, per indicare la piscina pro-
batica. A questa alludono anche i 0 portici», menzionati
dall'evangelista. Non manca quindi nulla; il simbolo è per-
fetto sotto ogni punto di vista. In fine, sulla colonna presso
il Signore, l'artista collocò l'orologio solare che ritorna anche
in altre scene e, come pare, sempre allo stesso scopo, cioè di
avvertire lo spettatore che l'ora estrema è già scoccata per il
defunto.

Questa composizione, d'aspetto monumentale, è riservata
unicamente al centro della fronte d'un gruppo di sarcofagi,
soprattutto gallici, con cinque scene e ri sto logiche, che si
ripetono in un ordine invariabile, sicché frammenti anche
bastati per ricostruire la fronte intiera. La
ito più sicura, in quanto il fondo è oc-
cupato da una ricca architettura che ritorna quasi sempre
nella stessa forma.

La serie cristologie» è composta dai seguenti soggetti,
contando da sinistra a destra: la guarigione di due ciechi, la
Cananea, la guarigione del paralitico in due episodi, l'annun-
zio della visita a Zaccheo e l'entrata di Gesù in Gerusalemme.
Spicea, per la forma vistosa e per il posto centrale che occupa,
la guarigione del paralitico, come simbolo del battesimo.


 
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