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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 2,1): Testo — Rom, 1932

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https://doi.org/10.11588/diglit.2081#0156
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- Risurrezione del Sigli,



me dì poco

l- degli Atti di Pietro ci
la il nostro l'ha superato, facendo e
e anche una cosa inanimata. Con tutto ciò m
e vedere l'importanza data alla croce: la
■ del <:segno salutare" fu subito i
generale. Perciò l'autore del vangelo apocrifo potè senz'altro
inventare una croce parlante. Ma da quel doeeta che egli era,
la esaltò a spese della verità: per diminuire, anzi distrug-
gere la Passione vera e farne una apparente.



I PRELIMINARI S

Che la croce fosse inseparabile dal
dichiarò già s. Ignazio di Antiochia in un celebre passo, dove
combatte appunto l'errore dei doceti sulla passione apparente:
« Il Signore Gesù Cristo (cosi egli) sotto Ponzio Pilato e il
tetrarca Erode per la nostra salute fu veramente affisso con
chiodi alla croce affin di inalzare, nella sua risurrezione,
il vessillo per tutti i secoli ai suoi santi t fedeli fra gli ebrei
e i gentili riuniti in un unico corpo della chiesa » '. Più tardi
s. Paolino da Nola dirà che Cristo risorto ■ Corporeum sta-
tuit cadesti in sede trophacum vcxillumquc crucis super
omnia sidera fìxìt ». E il santo finisce con un magnifico
inno alla croce !.

Non potendo le poche notizie genuine dei vangeli ba-
stare agli artisti per comporre la scena della risurrezione
del Signore, anch'essi, seguendo l'indole essenzialmente
simbolica dell'arte antica, supposero il fatto, e si limitarono,
invece, a soli simboli, fra i quali p:v d-mina la croce.

Questa importanza, questo culto generale della croce
presso i fedeli, ci obbliga a stabilire in primo luogo la
parte che essa aveva nell'arte funeraria.

A) La e

e sugli epitaji.

studio che ha per titol
combe *. La lastra coni
nome BIKTIDPIA, serto
della vittoria, e accante

Idi codesti eimboli col p
' Ep. ad 8*ym., i, r. 1
' Carm., .q, 654,655; «



Nelle catacombe la croce si affaccia di buon'oi
nella pittura, ma nell'epigrafia che di natura si
di semplici segni. Come tale essa comincia ad apparire
verso la metà del secolo ri, sia incisa sulle lapidi, sia graf-
fila nella calce, ovvero dipinta sulle tegole che chiudono
i loculi. È della forma così detta greca, ossìa a braccia
uguali, oppure latina, cine eoll'asta verticale più lunga. Il
più interessante esempio dell;i si conda forma è quello inciso
nella lastra marmorea, tuttora a posto, di un loculo in una
galleria di S. Dominila, scavata nella prima metà incirca del
secolo ni. Ne ho pubblicato una copia fotografica in un mio

delle cata-
, oltre una foglia ornamentale, il

tt" ima palma, simbolo notissimo
eretta la croce latina. Il gruppo
: Vittoria si potrebbe pertanto ri-

guardare come un precursore de! famoso detto: ■£► to»t<j» ri
in hoc sigilo vietar erìs.

Più spesso la croce si presenta velatamente sotto
di un'ancora, simbolo notorio della speranza nella feliciti
eterna, la quale è sopratutto fondata nella croce, e che i
fedeli posseggono ■ situi anchoram animae tutam ac firmam »,
come scrive s. Paolo (Hebr., 6, 19). Ma questo simbolismo
è cosi ovvio da non insistervi. Per lo scopo presente ram-
mentiamo soltanto che, specie sulle iscrizioni dipinte, l'an-
cora imita alle volte la forma della croce '.

Un simbolo altrettanto sicuro, ma metto frequente dell'an-
cora, è la lettera T. Tertulliano, allegando il passo di Eze-
chiele: » Pertransi medio portae in media Hierusalem et da
signum Tau in frontibus vironim », aggiunge: « Ipsa est etum
littera Graecorum Tati, nostra autem T, species crucis \ Di
questo simbolo il de Rossi ha pubblicato due esempi della line
incirca del 11 secolo, trovati nell'arca prima del cimitero di
S. Callisto. Nel mio citato articolo ne potei dare cinque ine-
diti e quasi tutti del secolo tu'', tre col solo nome del de-
funto o defunta: àlON TyCIOY. KYPlT?A.ov (r<YP/TMijO.
TàOMITIA. e un frammento di un'iscrizione a due righe,
dove la lettera T è incisa in ultimo. Rammentiamo altresì la
Tau inserita nella parola IX9YC in un graffito eseguito sul-
l'intonaco ancora fresco a S. Sebastiano7.

Più di rado s'incontra la croce gammata, la svastica. La
pittura ce ne offre una sola, nel centro della vòlta d'un cubi-
colo della catacomha ad ditta I.mirns, scoperta troppo tardi,
per essere inserita nella mia opera sulle pitture cimiteriali. Di
solito occorre sulle lapidi, mentre sulle sculture si trova
confinata nella parte ornamentale*.

Notiamo infine che la parola sigmtin per indicare la croce
trionfale di Cristo e d'uso generale nell'epigrafia. Basti ripor-
tare tre iscrizioni dei cimiteri di S. Ippolito, dì S. Ciriaca fl e
dì S. Agnese :

1) PETRO ET MARCELLINO IN S1GNO DOMINI £

VIVI SI VI FECERVM (fecerunt)

2) SIGNV £

CELIX ■ ET CEREALIS ■ PATRI - BENEM •
QV| ■ VIX1T ■ ANNIS ■ LXXV ■ M ■ Vili ■ D ■ V
DORMIT IN PACEM

3) ASELLVS ET LEA PRISCO PATRI RENEMERENTi IN

PACE H QVI BIXIT ANNIS LXIII1 MENSIBVS ■ III
(palma) IN SIGNO £ (palma) DIES ■ N ■ XII

Segue il giorno della deposizione: V ■ K - OCT, e la data

che rende più preziosa l'iscrizione: BASSO ET ABLAVIO
CONSS, cioè l'anno 331 '".

Più esplicita è ancora l'iscrizione: . . . [GnyJORIO ET
SABBATIH IN PACE £ SIGNV CRISTI, graffita nella calce

' Loc. ci.., UT. VII, i-4 1 fifi. 9-

' Vedi. p. e., uwt. CLXXXVUI e CLXXXIX.

* BOuimt, Cimiteri, p. 345 e 399.

' ' lliid., p. 375. M.micCHi, Luta., lav, ivo. 1.
 
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