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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 2,1): Testo — Rom, 1932

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https://doi.org/10.11588/diglit.2081#0190
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CONCLUSIONE

ORIGINE E SVILUPPO DELL'ANTICA SCULTURA SEPOLCRALE CRISTIANA DI ROMA.



N Hajwjl gine propria, indipendente da qualsiasi influsso
l ' estraneo, <. ciò anzitutto per la ragione, che nei

primi tempi della Chiesa non esistette altrove, per quanto
si sappia, un'arte cristiana dell'importanza di quella di
Roma. Ma oltre l'origine, anche il suo sviluppo è indi-
pendente, omogeneo.

Queste constatazioni urtano contro l'opinione di numerosi
storici dell'Arte, i quali nell'arte romana vedono dappertutto,
specie nelle opere di qualche valore artistico, se non un'impor-
tazione, di certo un influsso « orientale ». Solo le opere sca-
denti, « dozzinali », essi lasciano, generosamente, agli artisti

Tale giudizio nasce dalla vecchia opinione che i Romani
non fossero fatti per l'arte e che gli artisti, anche cristiani,
fossero per lo più greci. Passiamo sopra il primo asserto che
contiene una esagerazione. Quanto al secondo, non vogliamo
negarlo senz'altro; ci permettiamo però di osservare che
vivevano in Roma,avevano le loro fami-
diventati alla lor volta romani, dando,
po' del carattere romano anche alle loro
: vuol provarsi, seriamente, che tal sarco-
dal['.'arte dell'Asia Minore», tal altro
quella « della Siria ■, o di ■ Antiochia », o di « Alessandria i,
e così di seguito, se l'Oriente, come lutti ammettono, non pos-
siede fino ad oggi monumenti d'arte cristiana dei primi
secoli? È vero che i monumenti d'arte furono ivi distrutti;
ma da quel che ne sappiamo da ("tiri scritte, risulta che
nei cieli di pitture o mua
tuiscono la caratteristica dei cicli
il valore dommatico. Per le sculture poi, un « influsso orien-
tale » è anche più problematico, in quanto che la scultura
fu nell'Oriente cristiano più o meno proscritta '.

Questo gindizir> sprezzante trova la ragione principale nella

molti di questi ai
glie in Roma, er;
per conseguenza,
opere. Del resto t
fago

troppo imperfetta che quegli scienziati hanno di
tutto ciò che riguarda il contenuto dell'arte cristiana antica
di Roma. Essendocene ampiamente occupati in altre pub-
blicazioni, qui basterà rinviare ad esse !. Possiamo quindi
dedicarci subito al nostro compito, di mostrare cioè, come
le scene siano entrate nella scultura funeraria e come vi si
siano sviluppate. Ci dispiace soltanto che saremo costretti
di ripetere, qua e là, cose già dette; ma abbiamo tenuto
a far vedere da ogni lato la giustezza della nostra illustra-
zione dei monumenti trattati, tanto più ehe ve ne sono
non pochi con scene del tutto travisate dagli archeologi.

La più antica rappresentazione della scultura cristiana di
Roma è l'insegnamento della dottrina cristiana, impartito da
un filosofo ad una catecumena, con le figure del Buon Pastore
e dell'orante, ossia dell'anima della defunta, supposta nel
paradiso, dove prega per i superstiti. La scena risale alla
metà del secolo il. Qualche decennio più tardi la troviamo
già nell'arte gallica, con Pietro pastore e con Pietro pescatore,
quest'ultimo come allusione al battesimo, onde si inizia la
vita cristiana. È da notarsi la parte eminente toccata al prin-
cipe degli apostoli sopra un sarcofago, che perdi più è dell'arte
provinciale. Ma il sarcofago fallito non è che una copia d'un
sarcofago romano, come prova il frammento del Kaiscr-Fricd-
rich-Museum, con quella personificazione del luogo tanto
caratteristica quanto straordinaria.

L'importanza del principe degli apostoli va accentuandosi
in ogni secolo e di pari passo in tutta l'arte, romana e pro-
vinciale. Basterebbe questo solo fatto per provare che l'arte
cristiana antica è nata a Roma, dove appunto Pietro fondò la
Chiesa, e che è nata sotto l'influsso di dottori ecclesiastici,
trattandosi di verità della fede, le quali superano l'intelletto
di semplici artisti. Eccone altre conferme.

11 battesimo, essendo di prima importanza, deve avere un
tipo nel Vecchio Testamento. Ciò corrisponde ad un canone
che sì forma nell'arte romana e che nella scultura fa qui ca-

lustre prof. Frana Culi*

>nt la lieta notizia ehe in E

iria era stala scoperta una

dellc pitture si spiccerebbe colia povertà del luogo, *<-bliciu- .]lh







nelle viciname di Antiochia.

nppreaentanti il Buon
Gesù che culmini su

in lem, le pie donn

ultore, David e il giganti

spalle presso il suo gregge,
: Golia, ucciso e giacente

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Tl'tU.. lnn:bruck, i.^zr. 1-33; Wtihrr fui fiilfrfit .ìij.7.;t.'j^ .iV/ .,■.

SarfiQpfMgihiitpliirrn, ibid., 1922. I-Io 1- 177-211; ft^ ,'..■.■■■ .■

anlidu r antichità muitmt. in fitD. di urthrol, crai.. Roma. 1927.

poltro simboleggiato d
disopra, due slellc, co

! un sartorio con copei
ne indicazione della noti
sarebbe favorevole all'api



Korh Clahlian S,-«!filurr: Ili n-il:„ilì„„ „,i,l :'.'.. mmì.tn utanafa,
icr ckrali. Arckaohgir, p. 185 seg.


 
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