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Wilpert, Joseph
I sarcofagi Cristiani Antichi (Band 3): Supplemento — Rom, 1936

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https://doi.org/10.11588/diglit.2083#0051
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il. Quello non 5i può dire d'un Frammento che con-
serva ancora quasi intiera la figura d'un personaggio involto
in un ampio pallio, se non una toga dell'ultimo tipo, col
rotolo nella sinistra e col gesto oratorio; mancano soltanto
la testa e un piede [fa. jtj;). La patte del manto, che in-
volge la spalla e sostiene il braccio alla maniera degli ora-
tori, ricorda la contabulatio; la parte portata sul davanti fa
una lunga piega alla quale se ne associano due o ne in
basso e che finisce nel solito pizzo pendente. Il rotolo sta
da se, dietro il pugno della mano sinistra. Per colmo, lo
scultore si e creduto in dovere di indicarci anche, un po'
fuori posto, l'ombelico '. Qui. dunque, tutto si riduce ad una

§ 2. - Sarcofagi intieri.

1. Che il sarcofago della tenuta di Marco Simone [tini.
\I.VIII i) avesse il suo compagno in uno del Musco del
Bardo, venne già da noi rilevato (/ini; US). Oggi, dopo un
esame dell' originale, possiamo aggiungere che il sarcolago
africano e un po' più ricco e più accurato: gli interstizi so-
pra la seconda e quinta colonna contengono maschere, le

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colonne sono strigliate e i due pilastri angolari hanno un
ornato di fogliami a rilievo molto basso Per poter dare i
geni delle stagioni in un formato più grande, abbiamo sop-
presso il groppo delle Gì a/ic [tu.- (.'(,/..V.VAA*. ;) riprodotto
già su altre tavole {Xl.VW, i: CCLXX, _,).

■l. Una ripetizione dei geni delle stagioni olire ancora
un altro sarcofago del Museo del Bardo (tm>. CCLXXXX, .;).
Ivi le Grazie sono sostituite da una rappresentazione della
dexirarum umilio, con meschini resti di Imeneo e davanti ad
una tenda artisticamente aggiustata. Il marito, col rotolo
nella sinistra, veste b toga, la moglie la stola e la palla ti-
rata sul capo. 1 geni sono distribuiti in senso inverso; oc-
cupa il primo posto l'inverno col lepre sulle spalle; segue
l'autunno con (rutta nella clamide; a destra del togato stan-
no Il genio clella primavera col cesto pieno di fiori e, accan-
to, l'estate col manipolo di spighe nella sinistra; la destra
che portava la falce è distrutta.

Il sarcofago, probabilmente precostantiniano, potrebbe
essere uscito dalla medesima ollicuia. come quello un po'
meno antico colle Gra/ic. Tutti e due sarebbero, stilistica-
la luna pronuba nella scena del matrimonio non si oppone;
essa ha altri riscontri nell'arte di Roma '.

CAPO XII

DUE FRAMMENTI CON LA RAPPRESENTAZIONE
DELLA PENITENZA

§ i. - Rappresentazione simbolica della penitenza.

Fin dai primi scavi promossi da mons. Waal (d. b. in.)
esiste in S.Sebastiano un ineschino Frammento ili coperchio,
con avanzi di due scene, l'ima delle quali, a prima vista,
un po' enigmatica. Abbiamo già pubblicato il frammento,
ma solo tale quale e senza poter proporne una spiegazione
soddislacc-ntc '. Però non avendolo mai perduto d'occhio,
siamo alla fine riusciti ail interpretarlo d'una maniera che
ci sembra giusta, o almeno accettabile.

La scultura conserva, come si disse, avanzi di due scene,
e più precisamente un buon terzo della parte inferiore. A
sinistra si vede una donna in ginocchio stendere le mani in
atto di supplica. Si direbbe la Cananea, se il personaggio
verso cui essa volge le mani, non losse parimenti una don-
na, e, secondo ogni vciosomiglianza, una matrona, essendo
vestita di tunica podere e manto (/itilln ). Immediatamente
accanto stava un personaggio sacro in lunga tunica e pallio,
che dal gallo rivolto a destra è qualificato per s. Pietro
dell'annunzio della negazione. L'ultimo avanzo è perciò il
piede destro e l'orlo della tunica di Nostro Signore che-,

senza dubbio, era effigiato, come sempre, nel momento di
predire all'apostolo il triplice fallo: ..ter me negabis! » Es-
sendone molti esempi ben conservati a nostra disposizione,
questa scena ha potuto essere completata con faciliti. Per
integrare quella a sinistra, è notevole l'atteggiamento della
donna inginocchiata, che chiede qualche cosa da una matro-
na. Questo atteggiamento ci fa ricordare un epitarìo (/ig. i>6,S)
(orse ancora del III secolo, proveniente da uno dei cimi-
teri della Salaria Nuova e oggi nel Museo laterancnsc (IX.
31)). L'iscrizione è del tenore seguente ; Hi* tA'imbn\ Simuli
FLORENTIVS FI LIO SVO APPRONfANO | FECIT TITVLVM
BENEMERENTI QVI VIXU ANNVM ET MENSES NOVE/»
DfES QVINQVE CVM SOLDV [totide) AMATVS FV1SSET
A MAIORE SVA ET VfDIT | HVNC MORTI-COSTITVTVM
ESSE PETIVIT DE AECLESIA VT FIDELIS | DE SnECVLO
RECESSISSET. in altri termini, l,i noma, marni, domanda atta
Olir vi il battesimo per il suo nipotino Apitntiano. V. anzitutto
iute le ssante il vedere con che famigliarità la donna parla
della persnnilicazione della Chiesa, invece ili nominare il
vescovo o sacerdote, ministri del sacramento. Ora, ehi voles-
 
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