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GIUSEPPE DELOGU
quella replica è riprodotta a tavola 12 con l’attribuzione a Caravaggio che mi sembra in-
sostenibile.
Dicono Ratti e Soprani (Vite, ediz. 1768, pag. 189) che nell’oratorio di San Tom-
maso in Genova, distrutto nel 1881 circa, era una Ultima cena a piccole figure, « stima-
bilissima... sono in essa teste di vecchio le meglio pannelleggiate che uom possa vedere >.
Io mi domando se l’opera di cui parlano quei biografi non sia questa che ho potuto
Fig. 8. — Strozzi: Cena Domini. Genova, Coll. avv. Bertollo.
ammirare per l’ospitalità dei sigg. Bertollo e Vitelli in Genova. L’opera è certo tra le più
felici che il focoso pennello di Bernardo Strozzi abbia saputo creare (fig. 8).
Il modulo compositivo del lungo rettangolo è quello della Cena delle RR. Gallerie
di Venezia; mi pare opera del periodo maturo e pure di timbro schiettamente genovese,
anche a cagione di quella fuga prospettica di archi d’un cortile che è stato certamente
visto in un patrizio palazzo genovese; architettura di un Alessi o di un Bergamasco.
I colori sono fra 1 più gai e vistosi ch’io abbia mai visto. S’apre a guisa di nimbo e
di nicchia luminosa dietro- Gesù benedicente una nube di gialli sulfurei orlati di grigio
e nello scoppio abbagliante appaiono angeli diafani; sul bianco soffice della tovaglia si le-
gano i toni più capricciosi delle vesti degli apostoli; dal bleu razzante e pirotecnico al
color prugno cangiante in cenere, dal verde-pastello ai gialli zafferano ed arancione.
* * *
Vorrei, per chiudere questa breve, rassegna, accennare al Putto che nella Galleria
Czernin, di Vienna, fu già attribuito a Murillo e porta ora l’ascrizione a Strozzi forse per
via di quei rossi caratteristici che in quel quadretto giostrano e gareggiano coi rossi del
bracciale di coralli annodato al polso del dormiente; ma il dubbio sulla attribuzione ed il
desiderio di controllare e confrontare meglio il quadretto della Galleria viennese con altro
di un museo francese di provincia mi consigliano di rinviare il chiarimento.
Giuseppe Delogu.
GIUSEPPE DELOGU
quella replica è riprodotta a tavola 12 con l’attribuzione a Caravaggio che mi sembra in-
sostenibile.
Dicono Ratti e Soprani (Vite, ediz. 1768, pag. 189) che nell’oratorio di San Tom-
maso in Genova, distrutto nel 1881 circa, era una Ultima cena a piccole figure, « stima-
bilissima... sono in essa teste di vecchio le meglio pannelleggiate che uom possa vedere >.
Io mi domando se l’opera di cui parlano quei biografi non sia questa che ho potuto
Fig. 8. — Strozzi: Cena Domini. Genova, Coll. avv. Bertollo.
ammirare per l’ospitalità dei sigg. Bertollo e Vitelli in Genova. L’opera è certo tra le più
felici che il focoso pennello di Bernardo Strozzi abbia saputo creare (fig. 8).
Il modulo compositivo del lungo rettangolo è quello della Cena delle RR. Gallerie
di Venezia; mi pare opera del periodo maturo e pure di timbro schiettamente genovese,
anche a cagione di quella fuga prospettica di archi d’un cortile che è stato certamente
visto in un patrizio palazzo genovese; architettura di un Alessi o di un Bergamasco.
I colori sono fra 1 più gai e vistosi ch’io abbia mai visto. S’apre a guisa di nimbo e
di nicchia luminosa dietro- Gesù benedicente una nube di gialli sulfurei orlati di grigio
e nello scoppio abbagliante appaiono angeli diafani; sul bianco soffice della tovaglia si le-
gano i toni più capricciosi delle vesti degli apostoli; dal bleu razzante e pirotecnico al
color prugno cangiante in cenere, dal verde-pastello ai gialli zafferano ed arancione.
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Vorrei, per chiudere questa breve, rassegna, accennare al Putto che nella Galleria
Czernin, di Vienna, fu già attribuito a Murillo e porta ora l’ascrizione a Strozzi forse per
via di quei rossi caratteristici che in quel quadretto giostrano e gareggiano coi rossi del
bracciale di coralli annodato al polso del dormiente; ma il dubbio sulla attribuzione ed il
desiderio di controllare e confrontare meglio il quadretto della Galleria viennese con altro
di un museo francese di provincia mi consigliano di rinviare il chiarimento.
Giuseppe Delogu.