ACCENTI DEL GOTICO
Chi s’è immerso con gioia più che umana nell’atmosfera colorata della Sainte Chapelle
di Parigi, dove la più limpida musicalità cromatica invita all’estasi, fuori della vita co-
mune; — e s’è sentito piccolo, con l’animo turbato da gravi pensieri nelle navate del duomo
di Colonia, dove l’ombra vince la luce, colonne ed archi salgono con raccoglimento severo;
— chi ha visto con quanta delizia il sole gioca di sfumature sulle pareti preziose del Pa-
lazzo ducale di Venezia, — ed ha pensato, davanti al ciborio d’Arnolfo, a S. Cecilia di
Fig. i. — Amiens, Cattedrale: Basamento sinistro deila porta della Vergine.
Roma, che non si può immaginare una maggior purezza di linee e di superfìci, — sa bene
che non è possibile definire l’arte gotica.
Estasi, tormento, gioia, finezza; tutti i moti dell’animo vibrano sulle corde dei suoi
archi; essa raccolse gli slanci spirituali delle genti dell’età di mezzo, quando cessò definitiva-
mente il dominio della formula romana, e la religione che invitava al raccoglimento ed alla
vita interiore raffinò gli spiriti mentre la nuova vita civile, i commerci e le ricchezze, mol-
tiplicavano le energie. Qual meraviglia dunque se l’espressioni più varie sono comprese
in questo nome, riunite dal disprezzo ch’ebbero i raffinati intellettuali del ’qoo per i se-
coli precedenti? Tuttavia qualche nota comune collega tutte le forme e ci permette di de-
finire come « goticizzante » un’opera che vediamo per la prima volta. Anzitutto la preva-
lenza di motivi sentimentali sull’applicazione di regole o di schemi. Da questa intonazione
Chi s’è immerso con gioia più che umana nell’atmosfera colorata della Sainte Chapelle
di Parigi, dove la più limpida musicalità cromatica invita all’estasi, fuori della vita co-
mune; — e s’è sentito piccolo, con l’animo turbato da gravi pensieri nelle navate del duomo
di Colonia, dove l’ombra vince la luce, colonne ed archi salgono con raccoglimento severo;
— chi ha visto con quanta delizia il sole gioca di sfumature sulle pareti preziose del Pa-
lazzo ducale di Venezia, — ed ha pensato, davanti al ciborio d’Arnolfo, a S. Cecilia di
Fig. i. — Amiens, Cattedrale: Basamento sinistro deila porta della Vergine.
Roma, che non si può immaginare una maggior purezza di linee e di superfìci, — sa bene
che non è possibile definire l’arte gotica.
Estasi, tormento, gioia, finezza; tutti i moti dell’animo vibrano sulle corde dei suoi
archi; essa raccolse gli slanci spirituali delle genti dell’età di mezzo, quando cessò definitiva-
mente il dominio della formula romana, e la religione che invitava al raccoglimento ed alla
vita interiore raffinò gli spiriti mentre la nuova vita civile, i commerci e le ricchezze, mol-
tiplicavano le energie. Qual meraviglia dunque se l’espressioni più varie sono comprese
in questo nome, riunite dal disprezzo ch’ebbero i raffinati intellettuali del ’qoo per i se-
coli precedenti? Tuttavia qualche nota comune collega tutte le forme e ci permette di de-
finire come « goticizzante » un’opera che vediamo per la prima volta. Anzitutto la preva-
lenza di motivi sentimentali sull’applicazione di regole o di schemi. Da questa intonazione