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BULLETTINO
Il Be3reiie nota, che il testo ed il senso essendo incompleti,
la scrittura dee essere stata continuata in una seconda pagina o
tabella marmorea, che si ignora ove sia, se pur è tornata alla
luce; come parimente si ignora quando, come e donde la tabella
superstite sia venuta alla chiesa di s. Stefano in Costanza.
Ma io posso fornirne qualche notizia.
La prima menzione di questa pietra e l'unica fonte, dalla
quale pendono le altre, è nel diario del « Viaggio in Germania,
» Baviera, Svizzera, Olanda e Francia compiuto negli anni 1761 -
1763 » da Mgr. Giuseppe Garampi, poi cardinale, testé edito
dal eh. D. Gregorio Palmieri (Roma 1889). Quivi a p. 53 si
legge, che il 23 febbraio 1762 il Garampi giunse a Costanza;
e presso questa città visitò « il celebre monastero benedettino
detto Peterhausen 1, o sia Domus Pelvi ». Nel quale lo scrittore
del diario vide un' « iscrizione dell'altezza e larghezza di un palmo,
* che dissero mandata da Roma annessa ad un corpo di un santo
« martire » ; e ne trascrisse il testo, appunto quello, di che ragio-
niamo 2. Adunque la pietra venne dai cimiteri suburbani di Roma
al monastero di Petershausen, non sappiamo in quale anno, cer-
tamente prima del 1762; ed essa infatti è similissima a molte
congeneri tabelle cimiteriali romane. La recitata testimonianza
e trascrizione non è del Garampi, ma di un suo compagno di
viaggio. Imperocché l'autore del diario, oltre che parla sempre
del Garampi in terza persona, sovente si diparte dalla via da
lui seguita per raggiungerlo poi, ed allora descrive l'itinerario
suo proprio, non quello del Garampi. Egli fu senza dubbio Cal-
listo Marini. L'editore D. Gregorio Palmieri nella prefazione
ha notato, che il manoscritto del diario « non è di mano del
« Garampi, né di Callisto Marini suo compagno di viaggio, del
i quale sono qua e là alcune correzioni ». Le correzioni autografe
1 Correggi Petershausen.
2 Nella stampa, 1. c. v. 3 si legge VICTVM, in luogo di V1T CVM.
BULLETTINO
Il Be3reiie nota, che il testo ed il senso essendo incompleti,
la scrittura dee essere stata continuata in una seconda pagina o
tabella marmorea, che si ignora ove sia, se pur è tornata alla
luce; come parimente si ignora quando, come e donde la tabella
superstite sia venuta alla chiesa di s. Stefano in Costanza.
Ma io posso fornirne qualche notizia.
La prima menzione di questa pietra e l'unica fonte, dalla
quale pendono le altre, è nel diario del « Viaggio in Germania,
» Baviera, Svizzera, Olanda e Francia compiuto negli anni 1761 -
1763 » da Mgr. Giuseppe Garampi, poi cardinale, testé edito
dal eh. D. Gregorio Palmieri (Roma 1889). Quivi a p. 53 si
legge, che il 23 febbraio 1762 il Garampi giunse a Costanza;
e presso questa città visitò « il celebre monastero benedettino
detto Peterhausen 1, o sia Domus Pelvi ». Nel quale lo scrittore
del diario vide un' « iscrizione dell'altezza e larghezza di un palmo,
* che dissero mandata da Roma annessa ad un corpo di un santo
« martire » ; e ne trascrisse il testo, appunto quello, di che ragio-
niamo 2. Adunque la pietra venne dai cimiteri suburbani di Roma
al monastero di Petershausen, non sappiamo in quale anno, cer-
tamente prima del 1762; ed essa infatti è similissima a molte
congeneri tabelle cimiteriali romane. La recitata testimonianza
e trascrizione non è del Garampi, ma di un suo compagno di
viaggio. Imperocché l'autore del diario, oltre che parla sempre
del Garampi in terza persona, sovente si diparte dalla via da
lui seguita per raggiungerlo poi, ed allora descrive l'itinerario
suo proprio, non quello del Garampi. Egli fu senza dubbio Cal-
listo Marini. L'editore D. Gregorio Palmieri nella prefazione
ha notato, che il manoscritto del diario « non è di mano del
« Garampi, né di Callisto Marini suo compagno di viaggio, del
i quale sono qua e là alcune correzioni ». Le correzioni autografe
1 Correggi Petershausen.
2 Nella stampa, 1. c. v. 3 si legge VICTVM, in luogo di V1T CVM.