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La seconda Iasfra è della lunghezza di palmi 2
ed once 5 e mezzo e di altezza poco meno di once
Otto e mezzo. Cominciandosi dalla sinistra rappre-
senta una donna che va veloce a destra poggiandosi
sulle punte de' piedi di cui avanza il destro che con
coscia e gamha interamente nude è prominente dalla
veste , e tiene il sinistro ritiralo in alto però di avan-
zarlo ugualmente. La veste fluttuante è talare , con
pallio ad armacollo sull' omero destro , che lascia sco-
verta la mammella sinistra.

La continuazione ne' prossimi numeri.

Descrizione di alcuni vasi didimo della collezione
Jatta in Napoli: continuazione degli articoli
inseriti nel num. LI, ed in altri precedenti.

16. Penteo assalito dalle Menadi. Patera di al-
tezza y3 palmo , e di larghezza un palmo e Va circa,
con due manichi. Le figure son rosse ir} fondo nero.
Sull' orlo esteriormente è l'ornamento di ovoli, presso
a' manichi palmelte, al di sotto delle rappresentazioni
è un meandro.

1. rappresentazione. Vedesi nel mezzo un giovine
(Penteo) con volto spaventato. Ila la clamide che gli
svolazza dietro le spalle : gli pende a lato il fodero
della spada da una bianca correggia : ornali calzari
gli rivestono i piedi , e parte della tibia. Egli fugge
a destra volgendosi a sinistra. Con la manca tiene due
giavellotti che appoggia sulla spalla, e con la destra
stringe la spada. Già Io ha raggiunto una delle tre
figliuole di Cadmo forse Agave, e lo afferra colla si-
nistra tenendogli il polso della mano armata di spa-
da. Una langa scomposta veste la ricopre tutta ador-
na di stelle : ha orecchini, collana , ed armille a' polsi
di bianco. Ella imbrandisco colla destra la spada , e
sta quasi per trucidare V infelice giovine.

Dietro alla descritta figura è un' altra Baccante,
anche con lungo chitone scomposto sul petto, per mo-
do che offre nuda la destra mammella ed il braccio :
lrti ne sono i capelli : ha orecchini, collana ed ar-
mille di bianco. Agitata dal furor bacchico eleva la
sinistra in alto , e stringe colla destra nn tirso , che
ha chiaramente la forma di molte foglie di edera in-

sieme riunite , con alcune bacche di bianco. Al di
dietro di questa Baccante mirasi sorger dal suolo una
pianta di vite , le cui foglie son bianche. Innanzi al
fuggente Penteo sono due altre Baccanti. La più vi-
cina ha pur la veste come la ultimamente descritta ,
orecchini, armille , ed una tenia di bianco , che ne
lega la sommità de'capelli. Stende innanzi la sinistra,
quasi facendo cenno ad Agave?, ed imbrandisce un
tirso simile al già descritto , volgendone verso Penteo
la base. L'ultima Menade co'capelli irti, e non rat-
tenuti da alcun legame, ha lunga veste coi si sovrap-
pone una nebride : ella si avanza verso la scena quasi
danzando tenendo colla sinistra un lembo della sua
veste , e stendendo il destro braccio.

2. rappresentazione. Siede nel mezzo sulla sua
clamide il giovinetto Dioniso nudo : una tenia lunga
gli circonda le tempia, osservandosene le estremità
svolazzanti. Ha colla sinistra un tirso, e stende colla
destra il cantharos , sopra di cui è 1' ornamento di
un ramo di edera serpeggiante di bianco. A lui d'in-
nanzi è una donna con lunga veste , e calzari , la
quale sembra che stia in riposo. Armille ne ornano i
polsi : tien colla destra un cadisco , e colla sinistra
una piccola oenochoe. Dopo la figura di questa don-
na vedesi pender nel campo una tenia , e più in là
un Sileno tutto nudo con orrida barba e coda di ca-
vallo , cinto le tempia di bianco diadema , il quale
suona la doppia tibia di bianco sedendo sopra una
pelle di animale.

Dietro la figura del sedente Dioniso mirasi una Bac-
cante , la quale solleva con là destra un timpano.
Al suolo è nna pianta.

Nella parte interna della descritta patera è nel
mezzo a rilievo nna maschera che creder puossi gor-
gonica. Il volto è bianco ; i capelli tendenti al nero,
come son le pupille e l1 iride : le ciglia di giallo.

Vedeasi questa bella patera messa dal possessore so-
pra nn piede anche antico , che finisce con tre zampo
di animale, e che offre in fondo nero un serpeggiante
ramo di edera bianco.

Fu questo monumento pubblicato dal eh. sig. Jahn
nella sua dotta monografia Penlheus und die Maina'
den, Riel i84l in-4, tav. \ , e ne fu nella stessa
 
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